Il numero, le dimensioni, l’essenza e le sostanze; incipit (parte 1 di 4)

Pubblicato: 08/03/2023
Il numero, le dimensioni, l’essenza e le sostanze; incipit (parte 1 di 4)

‘Io sono con Te, che sei anche Tre; ed insieme, uniti, quadriamo il cerchio della mia esistenza’. Questa massima, che seppur di filosofia tratta, è un’espressione fatta, sull’essenza esoterica del mondo sensibile.

Il numero, univoco ed universale strumento comunicativo a-idiomatico ed a-dogmatico, è il solo linguaggio con il quale è possibile comprendere la struttura che compone la ‘matrice’ della creazione.

Tutto è iniziato poco prima del concepimento dello 0, e tutto, avrà fine poco dopo il compimento dello 1. Noi, e tutto ciò che ci circonda e ci contiene, è ragionevole nell’intervallo di tempo che occorre per computare tutte le permutazioni presenti in questo intervallo ‘0-1’. L’espressione aleph-numerica che meglio potrebbe rappresentare questo spazio, la si potrebbe così trascrivere: ‘≤0 - ( - (ת,א1≥’

Pitagora, uno tra i più illustri filosofi ed esoteristi della numerologia e musicalità del vibrato universale, ha nelle sue scuole ed attraverso i suoi scritti, cercato di diffondere ed insegnare di quanto, attraverso i numeri, il creatore, ci ha velato i misteri della grande opera e del suo concepimento.

Uno è ‘nel principio’, questi, attraverso la precessione trinitaria, parla con se stesso, di se stesso; l’uno che è anche due e poi tre, e ciò che ne è di questa trinità, è tutto ‘uno’.

Il numero al dunque, è strettamente legato alle dimensioni; e non solo quale unità delle misure, ma come espressione della materia visibile e di quella che non lo è, ma che pur esiste. Solo attraverso l’utilizzo dell’altezza, della lunghezza e della profondità dunque, potremmo contraddistinguere le ampiezze di ciò che ci circonda. Quando trattiamo le dimensioni nell’aurea del razionato filosofico però, oltre le tre canoniche che utilizziamo nella geometria solida, ammettiamo che appresso, ne avremo una quarta che è il tempo, ed una quinta che è prettamente ‘astrale’, detta dimensione della ‘super-coscienza’. Le dimensioni spazio-temporali infatti, sono computabili solo attraverso l’utilizzo della dimensione temporale come unità di misura legata alla larghezza che ‘misura’ la quantità della sostanza che riempie uno ‘spazio’, che attraversiamo mentre percepiamo i confini delle prime ‘tre’; diverso, è quando dobbiamo computare una dimensione piena solo di essenze ‘immateriali’, che non sono sottoposte a nessuna massa, e per tanto, non gravitano nel piano della materia.

Non è un concetto semplice da comprendere, ma noi esseri umani, siam stati capaci di arrogarci ‘forzatamente’ anche la presunzione di poter comprendere questa ‘quinta’ dimensione, attraverso l’utilizzo e la postulazione di teoremi e formule a volte anche posticce. Siamo figli del ‘raziocinio’, ma probabilmente ancora poco evoluti per poter disquisire ‘empiricamente’ del non visibile.

Quanto è vasto l’universo? Probabilmente ci siamo quasi; tra breve, con un certo margine ‘tollerante’ di errore, gli astro-fisici riusciranno a fornirci una dimensione approssimata della ‘bolla’ che contiene l’universo che noi riteniamo visibile; ma se sostituissimo il termine ‘vasto’ con ‘immenso’, potremmo dare una valida risposta? - …e se poi, sostituissimo anche il termine ‘universo’ con  ‘dio’? – Quale computo dimensionale, sarebbe una ‘giusta’ risposta?

In Isaia 66, 1 leggiamo: ‘Così dice il Signore: Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi. Quale casa mi potreste costruire? In quale luogo potrei fissare la dimora’?; in 1° libro dei Re, in 2 Cronache 6,27, leggiamo: ‘27'O Dio, com'è possibile che tu abiti sulla terra? In realtà né i cieli, né l'universo intero ti possono contenere’. In Atti (7:48) leggiamo: ‘La casa del Signore siamo noi. Dio non abita in templi fatti da mano d’uomo’, ed in Corinzi (3:16): ‘Non sapete voi che siete il tempio di dio, e che lo Spirito di dio abita in Voi’? Pare chiaro al dunque, quanto giustamente, i redattori delle Sacre Scritture non potessero ‘dimensionare’ Dio, se tale, ‘inde-finendolo’ in una dimensione non  computabile.

…eppure, noi uomini, – Abbiamo cercato di rispondere anche a questa domanda.

Il Re Salomone, per come viene descritto in Sacra Bibbia (CEI2008), nel 1° libro dei Re, cap. 6, fece ergere un tempio quale ‘la casa di Dio’, per ospitarlo e che contenesse la sua gloria (11-14): ‘11Fu rivolta a Salomone questa parola del Signore: 12«Riguardo al tempio che stai edificando, se camminerai secondo le mie leggi, se eseguirai le mie norme e osserverai tutti i miei comandi, camminando in essi, io confermerò a tuo favore la mia parola, quella che ho annunciato a Davide tuo padre. 13Io abiterò in mezzo agli Israeliti; non abbandonerò il mio popolo Israele».14Salomone dette inizio alla costruzione del tempio e la portò a termine’. Il tempio aveva queste dimensioni (1°Re 6-1,2): ‘L'anno quattrocentoottantesimo dopo l'uscita degli Israeliti dalla terra d'Egitto, l'anno quarto del regno di Salomone su Israele, nel mese di Ziv, cioè nel secondo mese, egli dette inizio alla costruzione del tempio del Signore. 2Il tempio costruito dal re Salomone per il Signore aveva sessanta cubiti di lunghezza (27mt), venti di larghezza (9mt), trenta cubiti di altezza (14mt)’.

In questi termini, Salomone calcolò la grandezza del Dio di Israele; seppure, come apprenderete a seguito, la propria ‘reggia’, era anche più grande di quella fatta erigere per il proprio Dio.

In (1Re Cap.7, 1-8) leggiamo: ‘1 Salomone costruì anche la sua reggia e la portò a compimento in tredici anni. 2Costruì il palazzo detto Foresta del Libano. Di cento cubiti era la sua lunghezza, di cinquanta cubiti era la sua larghezza e di trenta cubiti era la sua altezza; era su quattro ordini di colonne di cedro e con travi di cedro sulle colonne, 3e in alto era coperto con legno di cedro sulle traverse che poggiavano sulle colonne, in numero di quarantacinque, quindici per fila. 4Vi erano finestre con cornici in tre file, che si corrispondevano faccia a faccia tre volte. 5Tutte le porte con gli stipiti avevano cornice quadrangolare; un'apertura era prospiciente all'altra, per tre volte.6Fece il vestibolo delle colonne; di cinquanta cubiti era la sua lunghezza e di trenta cubiti era la sua larghezza. Sul davanti c'era un vestibolo e altre colonne e davanti a esse una cancellata. 7Fece anche il vestibolo del trono, ove esercitava la giustizia, cioè il vestibolo del giudizio; era coperto con legno di cedro dal pavimento al soffitto.8La reggia, dove abitava, fu costruita in modo simile a quest'opera, in un secondo cortile, all'interno rispetto al vestibolo; in modo simile a tale vestibolo fece anche una casa per la figlia del faraone, che Salomone aveva preso in moglie’.

(…); ma se tanto ciò, fosse solo il volere e/o l’erronea interpretazione di un uomo, - oltre queste dimensioni -, è l’apostolo Tommaso, che nel suo vangelo copto, a tal proposito scrive: (detto 71) ‘Gesu disse, distruggerò questa casa, e nessuno sarà in grado di ricostruirla (…)’, ed aggiunge: ‘E Lui disse (riferito a Gesù) Il regno di Dio è dentro di te e tutto intorno a te. Non è negli edifici di pietra e cemento. Spezza un legno e io ci sarò, alza una pietra e li mi trovera’. (…): ’Colui che trova il senso segreto di queste parole non assaggerà la morte’.

(fine prima parte)

Emilio FERRARA



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