Un po' di zucchero e la pillola va giù...

Pubblicato: 15/12/2020

La bontà come antidoto al male

Un po' di zucchero e la pillola va giù...
Come non ricordare il celebre consiglio di Mary Poppins? Chissà che non aveva ragione! Si è messa in mezzo anche la scienza per confermare che  questo può essere vero…Infatti uno studio  internazionale della Cochrane Collaboration, con una ricerca, molto seria ed oculata, ha confermato che somministrare ai più piccoli anche solo poche gocce di dolcificante, un istante prima di una iniezione, contribuisce a ridurre reazioni di rigetto e di pianto.
 
Sarà lo zucchero in se stesso a ridurre il dolore o il semplice fatto di aver assunto un cibo piacevole? Sembrerebbe che - secondo il dottor Manal Kassab, - la somministrazione di sostanze dolci  potrebbe contribuire all’emissione da parte dell’organismo di sostanze chimiche in grado di contrastare il dolore, stimolando sensazioni piacevoli. Quel che è certo  è che i bambini non piangono più o quasi!
 
Questa storia dello zucchero vale anche per le famiglie, per i giovani, per  gli adulti? Magari in un contesto lavorativo o comunitario? In senso analogico possiamo affermare che nei rapporti umani non saranno, certamente i toni duri, le parole aggressive  e perentorie a costruire o a favorire la relazione umana ma, piuttosto, una certa disponibilità all’ascolto e alla promozione di azioni buone “zuccherose” ma non prive di spessore. 
 
Tutti abbiano bisogno di zucchero, cioè tutti abbiamo bisogno di essere compresi amati e perdonati. Il tempo di Avvento che stiamo vivendo in prospettiva del Natale ci ricorda la Bontà di un Dio che è disceso sulla terra per amore. Tutti abbiamo bisogno di felicità!
 
Cosa succede a quelle persone che si ritrovano in uno stato di felicità?. Alcuni autori tra cui Maslow affermano che le sensazioni sperimentate con più frequenza dalle persone che si trovano in una condizione di felicità  o di gioia sono quelle di sentire con una maggiore intensità le sensazioni corporee positive.
 
Un senso generale di benessere  e una minore intensità della fatica quotidiana. Spesso le persone felici si sentono più libere e spontanee, emanano e trasmettono una sensazione di serenità e benessere diffuso verso se stesse e verso tutti coloro che incontrano sul cammino. Per certi versi diventano contagiose e spingono ad una buona emulazione.
 
Inoltre le persone che provano emozioni positive come gioia e felicità, a livello fisiologico, presentano un’attivazione generale dell’organismo che si manifesta  con un’accelerazione del battito cardiaco, un aumento del tono muscolare e del flusso cutaneo e infine una certa irregolarità della respirazione. In ultimo chi è felice sorride spesso e dobbiamo ammettere che le persone tristi non ci attraggono per niente! 
 
A riguardo Papa Francesco afferma che quei  «cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua» non riescono a convincere e non attraggono. Infatti  «un evangelizzatore non dovrebbe avere costantemente la faccia da funerale».
 
"Il grande rischio del mondo attuale, - afferma il Papa - con la sua molteplice e opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata".
 
È l’inizio dell’Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale, in cui il Papa ricorda che «la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù» e rappresenta il migliore antidoto a «peccato, tristezza, vuoto interiore, isolamento».
 
Il migliore antidoto al male e ad ogni malessere è “un po’ di zucchero” spirituale e una profonda disponibilità ad assumerlo..in piccole o grandi dosi!
 
Buon cammino di Avvento.
Don Alfonso GIORGIO


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