“Laudato Si’": una consapevolezza ambientale

Pubblicato: 15/12/2021
“Laudato Si’": una consapevolezza ambientale

La solidarietà tra gli uomini specie in campo di responsabilità ambientale non può derivare da un imperativo, da una prescrizione sia pur etica, alla quale l’umanità giungerebbe in maniera frammentaria e soprattutto inconsapevole, in quanto semplice adesione ad un comando.

Pur partendo da capisaldi fondamentali, a questi delicatissimi equilibri tra esseri viventi e pianeta si giungerà dall’osservanza condivisa di comportamenti, dettati dal rispetto per la vita e per l’ambiente. Per ottenere e custodire comportamenti non ci si può affidare solo ad un ordine, ma è fondamentale la componente soggettiva dell’individuo che vive in un determinato ambiente. Ambienti pubblici come piazze e strade possono apparire indifferentemente luoghi cosparsi di rifiuti ovvero decorosi e fruibili in piena libertà, a seconda della responsabilità di chi li vive, per questo la più auspicabile delle situazioni non è così scontata. Ad essa si può aspirare solo attraverso percorsi educativi che rafforzino la consapevolezza dei propri gesti, quali gettare una cicca di sigaretta al suolo, che aiutino a comprenderne l’offensività per le altre persone e l’ambiente, sì da astenersene in piena volontà.

I cittadini, specie le giovani generazioni, devono apprendere da subito il concetto di ambiente ed apprezzare l’appartenenza ad un luogo, non casuale, in seno alla stessa chiamata all’esistenza. Questa specificità essenziale accresce la consapevolezza di un legame con il luogo in cui si vive ed il suo ambiente, verso il quale rapportarsi considerandolo proprio e come tale incontrarlo nel proprio interesse. Si maturerà così il pensiero che danneggiando l’ambiente si danneggia se stessi, tutelando la casa comune infatti, si accrescono i valori e gli interessi comuni.

La tutela dell’ambiente da parte dello Stato dalle brutture di un uso scriteriato del suolo, attraverso l’introduzione di corpi che ledono la qualità dell’aria, dell’acqua, del paesaggio deve necessariamente coinvolgere la sua cittadinanza, in quanto i danni all’ambiente necessariamente si riverberano sui suoi abitanti.

La comunicazione e l’informazione sociali devono essere precise ed efficaci, ma devono indicare effettivamente ciò che è tutela e rispetto dei valori ambientali. Spesso sono passati messaggi equivoci, attraverso atti governativi, coincidenti ad es. con maxi condoni edilizi che hanno lasciato sul territorio i segni di orrori che sopravviveranno persino ai futuri cittadini.

Per questo è necessario superare le sterili indignazioni dei pochi, rimasti a vegliare sulle politiche ambientali di una nazione che ha preso la brutta piega di un ambientalismo di facciata, procedendo in direzione di una vera educazione all’ambiente di tutti.

Senza che si verifichi l’attuale prevalenza di un flebile sentimento pro natura, magari sull’onda dell’ammaliante disponibilità di finanziamenti green, offerti su un  piatto d’argento, anche a soggetti  animati da famelici appetiti, più che da spirito di conservazione e tutela ambientale. La distruzione e lo svilimento di presidi storici ambientali e la vanificazione degli strumenti di legge ammantati di potenzialità, ma in realtà scientemente privati di efficacia, sono l’indice di come veramente si vuole che vadano le cose. Questa è l’inconsapevolezza che caratterizza l’opera dei decisori, superati in saggezza dalla popolazione che invece si adopera spontaneamente in diffusione della cultura dell’ambiente ed interventi di risanamento, attraverso iniziative di pulizia dei boschi e delle spiagge.

I progressi economici non potranno più passare senza il benessere dell’ambiente. Se n’era già accorto anche il Papa con questa Enciclica di qualche anno fa.

QUERCUS



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