Il doloroso fenomeno dei suicidi dei contadini

Pubblicato: 15/08/2022
Il doloroso fenomeno dei suicidi dei contadini

…” erano maschi di mezza età, religiosi, amati, un po’ introversi e dediti alla famiglia (Andrew H. MALCOM- New York Times, 1985). Secondo l’analisi condotta dall’autore questo era il profilo degli agricoltori americani suicidatisi negli anni ’80 del secolo scorso, particolarmente simile a quello di dei contadini indiani che circa due decenni più tardi avrebbero anch’essi posto fine alla propria esistenza, a causa del proprio lavoro.

Il fenomeno ha riguardato e purtroppo è ancora presente nelle più disparate regioni del mondo, Stati Uniti, India, Inghilterra, addirittura in quella che era descritta come un’isola felice del buon vivere, come la Svizzera.

Il tratto comune ovviamente non è soltanto quello psicologico, ma le ulteriori concause di queste tragedie possiamo ritrovarle in parte, tra quelle che sono state descritte nel precedente articolo sulla “sovranità alimentare” ovvero: costi di produzione in aumento, prezzi di vendita bassi, burocrazia sempre più onnipresente, indebitamento, scarso riconoscimento professionale, solitudine.

La più recente consapevolezza acquisita dagli agricoltori nel mondo, riunitisi in associazioni che contano migliaia se non milioni di aderenti ha dato luogo a imponenti manifestazioni di protesta, specie in India (2020-2021), dove si è constata  la paralisi del paese da parte dei manifestanti, scesi in strada  contro tre leggi governative che stravolgevano il sistema economico agricolo nazionale, sostanzialmente, a favore dei commercianti e in danno degli agricoltori.

In tutto il mondo il numero delle fattorie è in calo da decenni, mentre le dimensioni crescono. I debiti contratti dai contadini per adeguarsi a nuove politiche agrarie e soprattutto commerciali, (WTO) ad esempio, sono stati il motore della distruzione dei collaudati sistemi agricoli e delle stesse famiglie. Nel tentativo di rendere più redditizie le fattorie e di restituire i relativi debiti contratti, specie quando le condizioni di mercato si rilevavano sfavorevoli, gli agricoltori ipotecavano i propri terreni. Sicché, quando le banche avviavano le procedure di pignoramento, a causa delle insolvenze, alcuni preferivano togliersi la vita, piuttosto che subire l’onta della perdita di terreni appartenuti alla famiglia per generazioni. In questa torrida estate che stiamo vivendo, si sono aggiunte prepotentemente nelle nostre esistenze due altre concause che minacciano la vita dei coltivatori della terra e più in generale la sicurezza alimentare della popolazione mondiale: il cambiamento del clima e le strategie geopolitiche, connesse ad una guerra in atto.

Non sappiamo se il fenomeno, ormai di portata planetaria, sia incontrovertibile, tuttavia in termini più semplici quello che possiamo dire con certezza è che oggi è quasi impossibile campare di sola agricoltura. Una perversa visione del mondo accosta, se non addirittura a volte identifica i padroni dell’economia mondiale e quelli del cibo, con la conseguente dipendenza, potremmo dire totale dei popoli da questi sistemi. L’aria, l’acqua il cibo che specie da queste nostre parti non siamo mai stati abituati a considerare, beni scarseggianti ed in pericolo, dovranno tenersi in debita considerazione. A noi cittadini l’obbligo di una nuova consapevolezza e coscienza che partendo dal bisogno primario del cibo si estenda alla conservazione dell’ambiente e soprattutto al rispetto dei propri simili.

Nel prossimo articolo approfondimenti ed analisi comparata del fenomeno.

Buone Ferie…!

QUERCUS



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