Il peperoncino

Pubblicato: 15/06/2024
Il peperoncino

Forse non siamo abituati a sentirne parlare come pianta officinale, eppure molte sono le proprietà del Capsico o Peperoncino che lo fanno annoverare tra le specie cui l’uomo ricorre per le sue proprietà terapeutiche. Si tratta di piante originarie dell’America Meridionale e delle Antille, ma oggi sono diffuse ovunque. Il termine deriva dal latino Capsa (Scatola), perché i semi sono chiusi come in una scatola, o dall’antico termine greco che indica il verbo mordere, forse a ricordare il suo effetto pungente sulla lingua; giunse in Italia dopo la scoperta dell’America e da noi, specie in Calabria, è usato molto nelle cucine tipiche regionali. Il frutto è una bacca carnosa a portamento pendulo o eretto, inizialmente verde e di seguito rossa o gialla, con varie sfumature a seconda della varietà. Il sapore piccante della bacca è dovuto agli effetti del suo principio attivo, la capsaicina.

Il grado di piccantezza può essere misurato secondo una specifica scala che varia da “0” del peperone dolce, fino a “300” dell’Habanero, originario del Messico, che è il più piccante in assoluto.

Si coltiva tra primavera ed estate ed è soggetto alle escursioni termiche, per cui è molto praticata la sua coltura sotto protezione (Serra)

Oltre al vasto impiego condimentario, il peperoncino è consigliato nella dispepsia atonica e nella flatulenza. Il suo principio attivo si utilizza per uso esterno come stimolante cutaneo per combattere la caduta dei capelli, stimolandone la ricrescita ed eliminando la forfora. I suoi estratti sono impiegati in massaggi e stimolanti per chi pratica sport, è anche un ottimo vasodilatatore, anestetico, antinfiammatorio, antibiotico.

Alla prossima officinale.

QUERCUS



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