L’apiterapia, una miniera di salute per noi. (La propoli)

Pubblicato: 01/06/2023
L’apiterapia, una miniera di salute per noi. (La propoli)

Come sempre l’etimologia è quasi tutto, dal greco pro-polis, davanti alla città, ecco spiegata una delle principali funzioni di quest’altro portentoso prodotto dell’alveare. Le api, che la  producono estraendola dal rivestimento delle gemme degli alberi e degli arbusti, sono solite collocarla all’ingresso dell’alveare a scopo di difesa ed igienico sanitario: il dual use è presto raccontato. Le nostre mellifere detestano fori e spifferi nella loro dimora, per questo impiegano la propoli a mo’ di malta cementizia per chiudere fessure  e crepe che dovessero rendere attaccabile il proprio nido; la seconda funzione ha del sorprendente, in quanto viene usata come antibiotico e come sostanza antiputrefattiva. Un ambiente affollatissimo come un alveare necessita di un antibiotico naturale, nel caso poi dovesse intrufolarsi qualche ospite indesiderato (falene, topi) che malauguratamente non riuscisse a sfuggire al veleno dei pungiglioni, resterebbe il problema di allontanare il cadavere del malcapitato, tuttavia l’operazione si rivelerebbe praticamente impossibile, per la difficoltà di un percorso contrario a quello d’ingresso di una massa corporea priva di vita.

Sicché, la soluzione migliore è quella di lasciarla in loco, evitandone però la putrefazione; a questo punto le api intervengono distendendo sul corpo un sarcofago di propoli che ne determina la mummificazione, al fine di impedire fenomeni degenerativi ed infezioni .

Ecco perché, il potere mummificante della propoli sui tessuti, non poté sfuggire ai maestri della conservazione dei corpi  dell’antichità, gli Egizi, che all’epoca già usavano la propoli ed altri unguenti nella preparazione dei cadaveri per il viaggio nell’al di là.

Ma veniamo fuori dal macabro e passiamo alla salute. E' noto da diversi secoli ormai il suo potere cicatrizzante ed antisettico, veniva usata infatti per favorire l’estrazione delle punte di freccia e delle spine, nonché per disinfettare le ferite, soprattutto in battaglia. Con l’avvento della chimica ed i progressi della medicina la propoli perse questo interesse che avevano avuto gli antichi, salvo un ritorno di fiamma alla fine degli anni ‘sessanta del secolo scorso, quando alcune ricerche servirono a comprendere più a fondo la natura delle sue componenti che, in verità, data la complessità, non sono ancora state del tutto individuate, anche se si è capito che la propoli, per funzionare, deve essere assunta nel suo insieme, non può essere scomposta, altrimenti non garantisce i suoi effetti benefici.

In generale, possiamo affermare che la propoli è composta da resine e balsami, cera, oli essenziali e minerali, tutto quanto ciò contribuisce a numerose proprietà medicinali che variano dalle antisettiche ed antibiotiche, alle cicatrizzanti, antielmintiche, antiossidanti. Come la assumiamo? Sotto forma di propoli grezza che si mastica come un chewing-gum, in soluzione idroalcolica (tintura madre) per uso interno ed esterno. Ovvero come pomata, spray, pastiglie o tavolette. Di solito la propoli non è di impiego preventivo, ma terapeutico, la ritroveremo ottima per la cura delle affezioni otorinolaringoiatriche e delle vie respiratorie. Particolarmente efficace si è dimostrata anche nelle affezioni dermatologiche, delle vie digestive ed urinarie. Cosa possiamo chiedere di più alle nostre api? Concludiamo, con la propoli, il viaggio nel mondo dell’apiterapia, al prossimo argomento..!

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