Restituire la Sovranità alimentare

Pubblicato: 23/05/2022
Restituire la Sovranità alimentare

La sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, fruibili, prodotti in forma ecologica e sostenibile ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo. La definizione nasce da un concetto introdotto per la prima volta nel 1996, a Tlaxcala in Messico, ove si tenne la conferenza della coalizione internazionale Via Campesina (Organizzazione che raccoglie milioni di contadini al mondo che difendono la terra dalle politiche distruttive delle multinazionali del cibo). L’idea in certo senso è contrapposta ad un’altra, quella di sicurezza alimentare, definita nel 1974, a seguito della “prima crisi della fame”. Quest’ultimo pensiero è di natura tecnica, basato essenzialmente sulla disponibilità di alimenti per le popolazioni, ma che di recente è stato snaturato, attraverso la progressiva privatizzazione ed introdotto, secondo una nuova ottica, nelle dinamiche di perseguimento dello sviluppo. In una parola, questa volta al contrario, l’insicurezza alimentare che invece domina nei cosiddetti paesi sottosviluppati, quelli dei bambini, coperti di mosche, magrissimi e col ventre gonfio che continuamente vediamo in televisione, non è altro che il frutto della distruzione dei sistemi produttivi di quelle Nazioni, l’annullamento dei loro mercati locali, la spoliazione delle risorse e la speculazione finanziaria sui loro prodotti alimentari.

Le decisioni di organizzazioni commerciali e di enti sovranazionali, come WTO, Banca Mondiale, F.M.I. vengono prese oramai a livelli che vanno fuori la sfera delle istituzioni democratiche-nazionali, per cui i cittadini eleggono sì, i loro governi, ma di fatto questi non possono definire le questioni economiche globali e di conseguenza quelle locali.

Tra le vittime più illustri di queste nuove tendenze, si annovera proprio la sovranità alimentare che comincia addirittura a non essere più riconoscibile, ridotta a mero slogan, stando alle parole udite presso l’ultima edizione della manifestazione “Cibus” 2022, tenutasi in questo mese a Parma, ove si è detto che, stando a certi numeri e a certi conti, l’Italia non è un paese che può realizzare la sovranità Alimentare.

Le politiche sottese a frasi del genere sono da ripudiare, in quanto risultanze di concezioni del mondo irrispettose del concetto di cittadinanza e di appartenenza delle risorse alle comunità di riferimento. Si dovrebbero in proposito ridefinire le competenze di questi Enti sovranazionali in favore della sovranità dei cittadini che possano così realizzare un reale controllo sul ruolo degli Stati e di quelle organizzazioni mondiali capaci ormai di penetrare e dettarne l’agenda politica interna. Al fine di correlare il locale con il globale, secondo sinergie creative che promuovano, giustizia, pace e sostenibilità.

Per restare ad aspetti tipicamente ecologici che tuttavia riverberano pesantemente sulle comunità umane, l’incalzante perdita di biodiversità sul pianeta che era quella che garantiva peculiarità di sopravvivenza nel meraviglioso caleidoscopio che è la vita terrestre, non è che il risultato dell’omologazione indotta dal pensiero OGM, magari sorretto dal pretesto che sarà la vittoria sulla fame nel mondo.

La soluzione all’enorme questione non si riesce ad intravvedere, se non nella difesa di una cultura che valorizzi la vita in tutte le sue caratteristiche, a cominciare dalle sue espressioni locali, esito di milioni di anni di evoluzione ed adattamento delle specie agli ambienti. In termini pratici la rivitalizzazione delle varietà agrarie e delle razze animali locali, l’incremento delle economie e dei mercati regionali sono l’unico modo di restituire la tanto minacciata sovranità alimentare agli storici e naturali detentori.

In questa direzione segnaliamo la manifestazione TERRA MADRE che si terrà a settembre a Torino, appuntamento che ogni anno rinnova e fa conoscere il patto d’amore e rispetto dei contadini per la terra. E’ bene ormai che la conoscenza di certe dinamiche, dell’origine degli attacchi alle foreste primitive del Brasile, dell’Africa e dell’Europa siano note a noi, più fortunati consumatori del mondo ricco che non è stato ancora raggiunto dalla costante incertezza alimentare che attanaglia molte popolazioni del mondo. Noi abbiamo forse ancora la possibilità di scegliere, grazie a questi scampoli di sovranità alimentare che ci resta, cosa far arrivare sulle nostre tavole, questione che non è più così scontata per i più disparati motivi, a cominciare da quelli esposti, cui se ne aggiungono altri. Anche la cosiddetta epidemia di Xylella Fastidiosa che imperversa tra gli oliveti di Puglia, ad esempio, può dirsi una causa “fitopatologica” di minaccia alla sovranità alimentare dei consumatori di olio d’oliva che dovranno rinunciare a quelle varietà di piante che da sempre producevano il loro olio.

La strada è segnata, a noi cittadini consapevoli l’impegno di seguirla in direzione della conservazione dei diritti dei popoli e la preservazione di un mondo ancora vivibile per le nuove generazioni.

QUERCUS



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