Restituiteci la Forestale

Pubblicato: 01/04/2021
Restituiteci la Forestale

E’ di pochi giorni or sono l’esito di un sondaggio della FERFA (Associazione nata con lo scopo di rifondare il Corpo Forestale dello Stato) il quale, contrariamente a quanto dichiarato in ambito di Audizioni presso il Senato, relative alle proposte di legge per la ricostituzione di una Polizia Forestale, ha plebiscitariamente raccolto il malcontento di gran parte degli appartenenti al disciolto Corpo Forestale, militarizzati a forza a seguito della riforma Madia.

Dal 1 gennaio 2017, gli uomini e le donne in servizio nel glorioso Corpo Forestale dello Stato, fondato quasi duecento anni fa, vennero infatti dispersi in varie amministrazioni dello Stato (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco), in nome di una ventilata spending review ed annullamento di sovrapposizioni di compiti tra Enti Statali. Il tutto, nonostante la contrarietà già espressa dai Forestali, che non erano il doppione di nessuno in Italia, anzi vantavano numerosi tentativi di emulazione. In barba agli innumerevoli ricorsi ai TAR di tutta Italia, sino a quella della Corte di Giustizia Europea che in verità ha accolto alcune doglianze, passando da ultimo per quello avanzato presso Corte delle leggi che ritenne legittimo l’atto di soppressione con una sentenza che rimarrà per sempre impressa nella mente dei Forestali; non fosse altro per una lapidaria espressione  ivi contenuta che giustificava lo scioglimento del Corpo, mediante quell’atto di legge, anche grazie ad un …“non  implausibile bilanciamento di interessi….”

La vicenda è complessa in quanto riguarda principi di rango costituzionale, come la libertà di autodeterminazione, il lavoro, i diritti civili e sindacali.

Ma è soprattutto la devastazione del territorio boschivo e montano degli ultimi anni ad essere evidente, insieme alla mancanza di quel presidio garantito da una polizia di prossimità che riscuoteva i più alti indici di gradimento tra la popolazione, com’era la Forestale. Non sono solo i suoi ex dipendenti a denunciarlo, molti se ne sono accorti, anche tra le associazioni ambientalistiche, gli amministratori pubblici, gli agricoltori e persino alcuni parlamentari. Una rinascita green del nostro Paese, secondo il parere da ultimo espresso in Commissione Affari Costituzionali, passerà anche per la rifondazione della Polizia Forestale, in tema di attuazione del Recovery Plan.

Ma è sugli aspetti umani di questa storia tutta italiana che vogliamo soffermarci. Generazioni di Forestali hanno svolto encomiabilmente il proprio servizio di cura, tutela delle bellezze del Creato di questa nostra meravigliosa Nazione. La divisa è come la bandiera, tutti coloro che ne hanno indossato una, sanno che significa. Non esistono graduatorie di prestigio, la migliore è quella che ognuno si è scelta per sempre. Vedersela strappare di dosso con un atto di legge, di dubbia legittimità, in un paese democratico, senza poter far niente, significa obbiettivamente privare, da un giorno all’altro, persone della propria identità umana, professionale e culturale, senza alcun plausibile indoramento di pillole.

Se ne sono occupati anche esperti di benessere del lavoro, i quali concordano sul danno morale e psico-fisico che questo ha comportato sulle donne e gli uomini del Corpo Forestale, eppure qualcuno osa ancora affermare che le nuove collocazioni lavorative sarebbero in alcuni casi, quasi un premio.

Non è così!!! Il sogno, il premio nella vita per i Forestali erano quella giubba, il berretto con il fregio dell’aquila, lo stesso che magari avevano indossato i padri, in servizio in mezzo alle foreste, opera che con orgoglio si voleva soltanto continuare a fare.

Molto si potrebbe ancora dire sulla insipienza di questa riforma, i cui effetti anche sul patrimonio naturalistico, si vedranno meglio in futuro, a cominciare dal dissesto idrogeologico incalzante e dalle perdite di superficie boschiva a causa degli incendi, ma ragioni di spazio e di opportunità non lo consentono.

Concludiamo sostenendo che forse non tutto è perduto e che la restituzione di dignità e riconoscenza a coloro che operavano da secoli tra i boschi ed i monti d’Italia, animati da un credo, piuttosto che da obblighi professionali, ridia nuovo slancio ed entusiasmo nel servire la Natura e le Istituzioni.

QUERCUS



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