S. Giovanni Gualberto Patrono dei Forestali d’Italia

Pubblicato: 15/07/2021
S. Giovanni Gualberto Patrono dei Forestali d’Italia

Il 12 luglio si è festeggiata la Festa di S. Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali d’Italia. L’origine di questo patrocinio risiede nelle vicende della vita del Santo, poco conosciuto ma fondamentale per la storia della Chiesa del suo tempo.

Giovanni, figlio di Gualberto, nacque in Toscana intorno all’anno Mille, forse a Firenze, appartenente ad una famiglia nobile del posto, in quanto primogenito, la sorte affidò a lui il compito di vendicare l’assassinio di suo fratello.

Al momento di sferrare il colpo finale contro il responsabile della morte del congiunto, Giovanni concesse il perdono e si ritirò a vita monastica, dopo che il Crocifisso di S. Miniato, con un cenno del capo, approvò la sua decisione.

Scelta una vita di nascondimento e preghiera tra i boschi, fondò l’abbazia di Vallombrosa in comune di Reggello (FI), da dove i pochi monaci ancora rimasti diffondono la spiritualità vallombrosana, nata per combattere la simonia (tratta delle cariche ecclesiastiche in cambio di denaro) e diffondere i primordi della cultura forestale italiana.

Già, perché esiste una cultura forestale in questo Paese, nata sotto l’aspetto scientifico proprio tra quei poggi e tramandata per secoli, fino allo scempio dello scioglimento del Corpo Forestale dello Stato, erede ed attuatore di quei disegni.

Vallombrosa si pensi era il luogo dove Lorenzo il Magnifico, con la sua corte, si ritirava per prendere le decisioni più importanti: il destino beffardo ha voluto che un ex sindaco di Firenze, intanto per avventura diventato premier, partorisse la soppressione dei Forestali.

Ma veniamo alla decretazione Papale, fu Pio XII infatti che, nel gennaio 1951, elesse ufficialmente S. Giovanni Gualberto a patrono dei Forestali, da questi di fatto nel tempo già venerato come protettore del proprio Servizio d’Istituto, quali custodi dei boschi, delle montagne, delle acque e della fauna selvatica d’Italia.

La vicinanza dei Vallombrosani ai Forestali consisteva da sempre nella comune vocazione, quella per cui i monaci, con un sacchetto di terra sulle spalle ed un abetino in mano, raggiungevano i luoghi più brulli intorno a Vallombrosa per imboschirli; ed i Forestali, dal canto loro, nel 1962, erano insigniti della medaglia d’oro al merito silvano.

Questa è la storia, ai Forestali della propria identità è rimasto solo il culto del Patrono, per questo sono in tanti ad invocare di poter continuare ad onorarlo, magari ritornando ad indossare la loro gloriosa giubba.

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