Altro successo per la 3^ edizione de “I Sapori del Grano”

Pubblicato: 01/10/2021
Altro successo per la 3^ edizione de “I Sapori del Grano”

Si è conclusa la manifestazione d’interscambio culturale a carattere internazionale e diffusione nazionale organizzata dall’associazione L’Albero Verde della Vita. Ad ospitare “I Sapori del Grano”, per il secondo anno consecutivo, il Castello Caracciolo di Sammichele di Bari, sede della civiltà contadina.

Una location tanto rustica quanto elegante, accogliente, storica che ben si sposa con la cultura, le tradizioni, lo sviluppo sostenibile e la resilienza alimentare, tematiche già inserite nell’Agenda 2030 dell’Onu che l’Albero Verde della Vita ha fatto proprie nell’attività convegnistica di apertura venerdì 17 settembre scorso.

La tavola rotonda ha visto la partecipazione di illustri relatori: dalla prof.ssa Filomena Maggino - Coordinatore del dipartimento “Benessere Integrale” - Pontificia Accademia Mariana internationalis, già Presidente della Cabina di Regia “Benessere Italia” - Presidenza del Consiglio dei Ministri – al dott. Gianluigi Cardone - Scientific Administrator, Sustainable agriculture, agri-food systems and rural development CIHEAM Bari – per concludere con il dott. Giovanni Tamburini - Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli  Alimenti (Di.S.S.P.A.) dell'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari.

Il file rouge che ha accomunato i citati interventi è stata “La sicurezza alimentare, la salute delle popolazioni specie di quelle rurali più marginali, sempre più in difficoltà per condizioni pedoclimatiche sfavorevoli e per redditi spesso al disotto della soglia di povertà. In questi territori rurali, la cronica mancanza di cibo non permette di assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni primari nutrizionali a tutta la popolazione. Le diete non sono equilibrate e salutari anche per la mancanza di una sufficiente diversità di prodotti agricoli” ha sottolineato il dott. Cardone nell’illustrare il caso dell’Etiopia discutendo sulla valorizzazione dei grani antichi nella filiera agroalimentare sostenibile della pasta.

Di qualità della vita, biodiversità, resilienza alimentare dovuta principalmente al cambiamento climatico, agli stili di vita più frenetici e sempre meno attenti ad un’alimentazione sana, corretta, alla riscoperta delle antiche ricette della “nonna”, ad una filiera alimentare virtuosa ed ecosostenibile se ne è discusso con la prof.ssa Filomena Maggino specie in decenni in cui si è registrato un incremento delle malattie cardiovascolari e di altrettante trasmissibili e non nelle popolazioni locali.

Il dott. Tamburini si è concentrato sugli impatti della gestione agricola sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici attirando l’attenzione del numeroso pubblico intervenuto sull’ecologia degli insetti degli insetti utili e dannosi in agricoltura e le loro interazioni con le colture ed il paesaggio rurale.

Alla presenza del prorettore dell’Università degli Studi di Bari – Aldo Moro – prof.ssa Anna Maria Candela, il Tamburini, ricercatore presso l’Università degli Studi di Bari ha presentato il progetto scientifico “Pollin-Actor” “evidenziando l’importanza degli impollinatori in agricoltura, il loro contributo alla produzione di cibo, i principali gruppi di interesse ed i fattori che ne mettono a rischio la sopravvivenza”.

Di altrettanto spessore culturale la seconda giornata di studio intitolata Salute e lotta agli sprechi: stili di vita sani ed equilibrati”. “Negli ultimi anni, nell’ambito del dibattito internazionale sulla sostenibilità dei sistemi alimentari, la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta come esempio di dieta sostenibile. La Dieta Mediterranea, inserita nel 2010 nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO, è un complesso sistema di conoscenze e condivise sugli alimenti e sulle persone, la risultante delle molteplici sfaccettature storiche, culturali ed ambientali della regione mediterranea. Questo modello di alimentazione, grazie alla varietà di prodotti ed alla possibilità di abbinare un’infinità di sapori che incontrano il gusto di milioni di consumatori, non è solo un modo di cibarsi ma l‘espressione di un intero sistema culturale improntato alla convivialità, alla salubrità e qualità degli alimenti ed alla specificità territoriale”.

A quanto ricordato dal dott. Giovanni Ottomano Palmisano - Consulente e Ricercatore presso il CIHEAM Bari – ha fatto eco l’analisi, sapientemente condotta dal dott. Paolo Leoci - Cultore di Gastronomia tipica, Direttore   de l'Accademia dei tipici: e oli evo di qualitàcontro gli sprechi alimentari.

“La tradizione gastronomica pugliese quale modello esemplare di lotta agli sprechi alimentari, ispirata alla "dieta mediterranea" in abbinamento alle  produzioni locali che spesso rappresentano l'emblema della "cucina povera e/o di recupero" e vantano importanti qualità "nutraceutiche".

I prodotti da forno, i primi piatti, i grani antichi, i legumi, le erbe spontanee edibili, l'olio d'oliva e l'insieme delle produzioni tipiche locali”.

Una gastronomia tipica pugliese che riprende e ben si ispira agli attuali indirizzi della FAO – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ente patrocinatore della manifestazione “I Sapori del Grano”.

Patrizio Del CANE



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