Giornalismo, inchieste e cronaca: il nuovo mercato dei ‘like’

Pubblicato: 12/12/2023

La nuova fonte di potere non è il denaro nelle mani di pochi, ma l'informazione nelle mani di molti.

John Naisbitt

Giornalismo, inchieste e cronaca: il nuovo mercato dei ‘like’

Con la massiva opera di informatizzazione ‘new millenial’ dei mezzi di comunicazione e stampa, le grandi multinazionali proprietarie dei servizi di messaggistica istantanea e delle piattaforme social media, con un astuto piano di meta-marketing e sotto le mentite spoglie del social networking, sono riuscite a divenire oggi la primaria fonte di informazione ‘a costo zero’ fruibile e disponibile a tutti.

L’informazione ‘tech a porter’: bastano pochi click ed il giornalismo ‘tutto’ è offerto al mondo intero.

Seppur lodevole e certamente ‘in buona fede’, questo fiume di informazioni, veicolate in una rete digitale senza dighe ed argini saldi, ha generato lo sviluppo e la consuetudine di ‘condividere’, senza nemmeno, in molti casi, accertarsene della veridicità o attendibilità delle fonti, quelli che sono fatti di cronaca ed articoli giornalistici pur di mercanteggiarne la visibilità. Viviamo nel secolo dei like e dei visual ranking dove la ricerca forzata del tassello mancante di un’inchiesta, piuttosto che la soggettiva analisi del giornalista in erba, deve velare l’oggettività del contenuto pur di rendere accattivante l’insinuarsi del dubbio di cronaca, arzigogolando, spesso, una vicenda dalla palese ‘verità istruttoria’, confondendo il lettore ma guadagnando migliaia di visualizzazioni.

Ma questo ‘modus operandi’, per fortuna, con la libera circolazione di altrettanti rapporti ed inchieste redatte e pubblicate da chi eticamente ‘a lunga strenua’, fa del giornalismo etico una professione, onorando le notizie e rispettando i canoni filosofici di una trattazione seria, attinente ai fatti ed alla giusta privacy dei suoi attori, ha generato l’incalzante proliferare delle così dette ‘fake news’.

Il contrasto agli effetti negativi di informazioni false e tendenziose, ex adverso, ha rispolverato nei servizi di stampa e nei lettori quel senso morale e civico, teso alla ricerca, anche personale, della ‘giusta’ verità con la giusta scelta di non confondersi con la massa ‘internauta dei non pensanti’.

Ogni popolo socialmente evoluto, nel corso dei secoli ha mirato al proprio progresso socio-economico, non solo puntando sulla sovranità culturale, economica e territoriale, bensì sull’istruzione ed affermazione di uno stato di diritto, regolamentato e normato da leggi che ne sviluppassero il livello di civilizzazione ed equità di genere.

Purtroppo la storia ci ha lasciato un monito che non sempre siamo stati in grado di seguire; un monito che abbiamo pagato e di cui tutt’ora ne paghiamo lo scotto: ‘la parità di genere e l’equità sociale’.

Non è semplice per un giornalista quando, oggi più che mai, in un contesto dove l’uguaglianza sociale e l’elevato grado di scolarizzazione dovrebbero essere ‘figlie dei nostri tempi’ e non di un ‘tempo passato’, si trovi a scrivere e descrivere dei disagi sociali e di una ‘parità sessuale’ che più che raggiunta, sembra essere il miraggio irraggiungibile di un’oasi nel deserto. Non è concepibile nel 2023, in una società di diritto, in pieno sviluppo sociale ed economico, doversi ancora chinare su di una macchina per scrivere o una tastiera di pc, per raccontare di disuguaglianze di genere, povertà, malasanità, guerre sante e atti estremi contro le donne.

Fare ‘giornalismo’ oggi, non è semplice; ci vogliono coraggio e cuore. Coraggio di non fermarsi dietro le apparenze, ma ricercare la verità, senza paura, difendendo il diritto alla giusta informazione, quella vera, seppure scomoda; risvegliare le coscienze dei lettori, portare sotto i riflettori i problemi e le realtà che nessuno vuole vedere scritte, lasciate al buio dell’indifferenza.

Cuore di non fermarsi alle apparenze, di non scrivere per una corsa ai ’like’ ma per il senso di responsabilità più alta e nobile, di scrivere, con sentimento, parole che arrivino ai lettori, scevre da ogni convincimento personale, smuovendone le coscienze, verso un unico scopo: ‘la giustizia sociale ed equa per tutti, senza nessuna manipolazione emotiva’; la grandezza del cuore umano, che nessuna barriera cancella.

Dr.ssa Mariagrazia MAZZARACO



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