Interesse nazionale tra Alleanza atlantica e UE nelle sfide del metaverso

Pubblicato: 07/02/2022
Interesse nazionale tra Alleanza atlantica e UE nelle sfide del metaverso

Il dott. Politi ha introdotto il suo intervento affermando che il ciclo dell’intelligence non è lineare o vuoto come nei casi di scuola, perché vi sono molti cortocircuiti tra differenti fasi (decisione, direzione della ricerca, ricerca, analisi, preparazione del prodotto) e perché l’asse intorno al quale ruota è la decisione politica.

Ha infatti chiarito che il decisore politico non è un cliente che acquista un prodotto in serie, ma un committente che richiede e necessita di un prodotto su misura. Il professore, intervenuto al Master in Intelligence dell'Università della Calabria, ha parlato della figura del decisore politico come un incrocio tra interessi nazionali, personali, politici e di lungo termine tra i quali è necessario trovare un equilibrio, interrogandosi sui destinatari delle sue scelte.

Pertanto, alla luce di quanto descritto, l'intelligence potrebbe definirsi una “sfera del sapere ed un sottosistema di potere, il cui scopo è la ricerca, la raccolta e l’analisi di informazioni pertinenti per assistere il decisore”. È dunque un sapere, non un’opinione o una percezione, che deve essere realizzato nel risultato finale in un prodotto breve, chiaro e predittivo.

Interessante il rapporto fra politica ed intelligence, analizzato dal Politi: “la sospensione - ha affermato - di Trump da Twitter è un vulnus costituzionale molto grave a prescindere dai punti di vista sul singolo politico”.

Se, invece, guardiamo Facebook Protect ci accorgiamo che l'intenzione è proteggere, sebbene tale protezione non sia espressamente richiesta, gli attivisti e le figure pubbliche dalla penetrazione informatica che “può, sotto certi aspetti, rappresentare una forma di profilazione non commerciale e quindi di schedatura politica”.

Soffermandoci sui concetti di geopolitica e geoeconomia, si può affermare che la prima è “la proiezione consapevole di un progetto politico su uno spazio geografico”,  la seconda “proiezione consapevole di un progetto economico su uno spazio geografico”. A questi concetti si ricollegano quelli di interesse nazionale il cui processo di definizione è istituzionale ossia sono spesso i gruppi di pressione a determinare di fatto l’interesse nazionale, per cui più questi sono organizzati più sono in grado di definirlo.

“L’interesse nazionale  è difficile da dipanare in qualsiasi Paese. Non è vero che dalla fine della Seconda guerra mondiale l’Italia non abbia avuto un interesse nazionale. Ha seguito due linee strategiche molto chiare: l’ancoraggio atlantico ed europeo e la diversificazione delle fonti energetiche da cui approvvigionarsi, anticipando quello che sarebbe poi stato definito Neoatlantismo (essenzialmente la continuità dopo un’apparente parentesi meno allineata)”. 

Questo interesse ha avuto come terza componente e come pilastro portante il sistema delle partecipazioni statali, senza le quali il “miracolo italiano” sarebbe stato impossibile. Ma dove si ritrova questo interesse nazionale? E' necessario collegarlo con la qualità della formazione della classe dirigente e di chi la assiste. Tra gli interessi nazionali, quello europeo e della NATO vi sono aspetti convergenti e divergenti. Nelle crisi tradizionali esso è convergente, mentre nella gestione dell’economia e della concorrenza commerciale, spesso è divergente.

Il problema della Unione Europea è che manca di una forte linea politica, ha organi di peso diseguale (la Commissione ha perso molto potere e l’Europarlamento è meno rilevante di quanto desiderabile, mentre il livello intergovernativo è ormai dominante) e nella gestione delle crisi è relativamente modesta, anche se invece ha un peso massimo nel settore economico-commerciale.

La NATO è concentrata sulle sue missioni di sicurezza e difesa, ma rischia (come la Commissione) una forte burocratizzazione per mancanza di sufficiente impulso politico.

Di contro, l’interesse geoeconomico italiano con le sue eccellenze che si stanno sempre più affermando sul mercato globale, spesso senza intervento pubblico. Per fare un esempio il settore del digitale dove purtroppo l'Italia non è ancora capace di accettare le sfide delle grandi ditte transnazionali, nonostante i notevoli progressi in particolare come sicurezza nazionale informatica anche attraverso l'istituzione dell’Agenzia per la Cibersicurezza Nazionale. 

Oggi si parla tanto di metaverso, ossia di quell’integrazione totale del mondo virtuale con quello fisico. Ma, si interroga il Politi, chi gestirà tale metaverso che ora è controllato da chi realizza e amministra la piattaforma? Diventerà uno strumento di conoscenza o di condizionamento? E su questo tema l’interesse nazionale è ancora assai indefinito, mentre deve continuare non solo a  trovare un punto d’equilibrio fra Unione Europea e NATO, ma, altresì, aumentare il suo peso in queste due essenziali istituzioni.

Dott. Andrea SORRENTINO

 

 

 

 


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