L’intelligence collettiva è una necessità

Pubblicato: 12/12/2022
L’intelligence collettiva è una necessità

Angelo Tofalo, Sottosegretario alla Difesa dal 2018 al 2021, ha tenuto una lezione sull’intelligence collettiva al Master di Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri. Tofalo, che l’anno scorso ha curato il volume “Intelligence collettiva. Appunti di un ingegnere rapito dai servizi segreti” che si affianca all’associazione “Intelligence collettiva” (https://www.intelligencecollettiva.com/), ha spiegato come si è maturato il concetto di intelligence collettiva.

“Nel 2013 – ha ricordato - quando sono entrato a far parte del COPASIR, la maggior parte dei soggetti istituzionali che avevano a che fare con i Servizi riteneva fosse opportuno non comunicare all’esterno. Invece, proprio in base alla L. n. 124/2007, come in più occasioni evidenziava  l’ambasciatore Massolo, si può raccontare quasi tutto delle attività dell’intelligence, in una percentuale anche superiore al 90 per cento. Ovviamente il tutto va fatto nei modi opportuni, nei luoghi e nei linguaggi istituzionali. È una materia molto delicata la cui norma di riferimento regola anche il segreto di Stato, per cui, nell’interesse nazionale, di alcune attività non si può parlare per ovvi motivi”. Da qui è partita l’idea della “Intelligence collettiva”.

“Quando concepii quest’idea constatai che anche l’intelligence aveva l’esigenza di comunicare sé stessa all’esterno. Così iniziò il percorso di diffusione della cultura della sicurezza nazionale denominato Intelligence collettiva”.

Per fare comprendere cosa debba intendersi per intelligence collettiva dal punto di vista pratico, ha fatto l’esempio dell’attentato verificatosi in Germania, nel luglio del 2016 in un centro commerciale di Monaco, durante il quale un ragazzo che si trovava sul luogo ha cominciato a filmare ciò che accadeva, postando in diretta le immagini su Internet, che sono state rilanciate in tempo reale dai media di tutto il mondo.

A quel punto è intervenuta la polizia tedesca facendo oscurare il video perché l’operazione era ancora in corso e dalle immagini si poteva capire quello che stava facendo la polizia.

“Intelligence collettiva – ha precisato - non vuol dire che tutti possano fare intelligence, ma significa che le istituzioni hanno il dovere di mettere nelle condizioni il cittadino di essere attivo, in modo informato e consapevole magari con soluzioni tecnologiche innovative. Quelle soluzioni che, nel caso dell’attentato in Germania sopra citato, avrebbe potuto vedere un cittadino fornire ulteriori informazioni utili al ciclo intelligence se trasmesse in un canale privilegiato. Per diffondere la cultura dell’intelligence - ha detto Tofaloè necessario intervenire nelle scuole e nelle università, partendo dal singolo cittadino che va responsabilizzato e coinvolto,

come, per esempio, si sta cercando di fare con il progetto IT-Alert, un sistema di messaggistica di emergenza multicanale per inviare in tempo reale avvisi ai cittadini su eventi sismici, attacchi terroristici ed altro. A riguardo, vanno anche sperimentate best practices, per rendere più sicuro l’ambiente in cui il cittadino trascorre il suo tempo”.

Tofalo ha poi proseguito sostenendo che “il metodo dell’intelligence non è un qualcosa di misterioso ma ad esempio significa verificare affidabilità delle fonti, sviluppare capacità di analisi e utilizzo adeguato delle informazioni”.

Il deputato ha poi affrontato il tema delle minacce cibernetiche, spiegando che “c’è una superficie di vulnerabilità enorme, in quanto è crescente la nostra interazione con internet”, così come ha approfondito il tema del cyber che la NATL, al summit di Varsavia nel 2016, ha definito come un dominio effettivo nel quale si possono combattere guerre cibernetiche.

Discorso diverso invece sul dominio spaziale dove le leggi internazionali ancora non consentono operazioni militari ma dove avvengono già operazioni di intelligence.

Tofalo infine ha concluso sull’importanza dei satelliti per garantire la sicurezza nazionale, ribadendo la definizione di una politica dello spazio all’altezza delle ambizioni del nostro Paese.

Dott. Paolo PINELLO



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