Le sfide geopolitiche nel Mediterraneo Allargato

Pubblicato: 01/11/2021
Le sfide geopolitiche nel Mediterraneo Allargato

Chiamato in epoca romana Mare Nostrum il Mediterraneo è storicamente uno spazio a cavallo di tre continenti, ognuno con le proprie peculiarità, caratterizzato dalle dinamiche degli spazi limitrofi: dal Mashreq, al Sahel, al Corno d’Africa ed ai Paesi del Golfo Arabico, del Golfo di Guinea, del Golfo di Aden e dei settori occidentali dell’Oceano Indiano. Il Mediterraneo si configura come un mare di incontro fra culture, religioni e società differenti, scenario di migrazioni irregolari e teatro di conflitti, universo delle differenze che, invece di essere apprezzate come ricchezza, vengono addotte a pretesto per rivendicare identità radicali e supremazie politiche, economiche e religiose.

Pur rappresentando un crocevia economico importante dal punto di vista economico, risulta uno spazio complesso, disomogeneo in termini di sistemi politici, sociali, economici, culturali e religiosi, soggetto peraltro alle influenze esterne ed a molteplici sfide contemporanee sia di natura tradizionale che ibrida.

Guardando alla storia degli ultimi decenni, non si può non evidenziare come un gran numero delle recenti crisi e instabilità regionali, abbiano avuto origine nel Mediterraneo influenzando negativamente il fragile equilibrio tra la sicurezza interna ed esterna degli europei e della NATO, nel cosiddetto “Fianco Sud”.

A partire dalle conseguenze derivanti dalle primavere arabe, abbiamo assistito ad una instabilità generalizzata con la diffusione della piaga del terrorismo, delle migrazioni e dei traffici illegali, del Da’esh, dei contractors e dei foreign terrorist fighters, dalla guerra siriana alla perdurante e sempre più grave crisi politica ed economica del Libano e, relativamente alla regione dei Balcani, al mancato compimento del processo di integrazione dei Paesi dei Balcani occidentali nell’Unione Europea e nella NATO.

Tutti elementi che, dando vita a diverse linee di faglia, devono essere affrontate con un approccio propriamente olistico e condiviso.

Nel quadrante del Mediterraneo orientale, inoltre, abbiamo assistito ad una escalation dovuta alle competizioni marittime ed energetiche. Il fenomeno della territorializzazione del mare e la ricerca di risorse attraverso l’istituzione di Zone Economiche Esclusive (ZEE), è ormai diventato uno dei motivi di maggiore competizione nel Mediterraneo e non solo.

Infine, l’instabilità e le incognite della transizione politica in Libia hanno fatto emergere in un’area così cruciale come quella del Mediterraneo Centrale, un livello di competizione regionale, sotto forma di guerra ibrida, senza precedenti nella storia. Ciò è emerso in maniera evidente con la internazionalizzazione del conflitto libico, caratterizzato sia da elementi di conflittualità convenzionalesia da privatizzazione della guerra attraverso contractors, Private Military Company (PMC) e la presenza di milizie provenienti da altri paesi.

È in questo contesto che si riverbera la competizione globale tra Stati Uniti, Russia e Repubblica Popolare Cinese oltre che attori emergenti e sempre più assertivi quali la Turchia, l’Egitto ed alcuni Paesi del Golfo Persico o Arabico che dir si voglia [1].

Fabio AGOSTINI


[1] Nell'agosto 1958 il governo dell'‛Irāq ha deciso di sostituire ufficialmente il termine "Golfo Persico" con quello di "Golfo Arabico".



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