Sì alla separazione delle carriere

Pubblicato: 08/07/2024

Meritocrazia Italia chiede doppio CSM e migliore regolazione del sistema delle correnti

Sì alla separazione delle carriere

Si dà il via alla trattazione del disegno di legge costituzionale per la riforma della magistratura.

Finalmente si parla in concreto anche di separazione delle carriere.

Come noto, attualmente i magistrati requirenti (p.m.) e i magistrati giudicanti (giudici di tribunale e corti) sono selezionati mediante un concorso comune e dei loro trasferimenti e dei loro procedimenti disciplinari si occupa il Consiglio superiore della magistratura.

Oggi la proposta di legge, che ricalca il progetto di iniziativa popolare presentato il 31 ottobre 2017 con 75.000 firme, intende rivedere l’assetto costituzionale delineato dalla I Sezione del Titolo IV della Costituzione, prevedendo due distinti organi di governo della magistratura: uno per la magistratura giudicante e uno per la magistratura requirente, senza alcuna subordinazione o dipendenza dal potere esecutivo.

La finalità è assicurare la piena autonomia della magistratura requirente, garantendo al contempo l’effettiva autonomia di quella giudicante, attraverso una sua separata e ben distinta collocazione ordinamentale.

Netta l’opposizione dei magistrati.

Eppure è evidente che l’appartenenza di giudice e p.m. allo stesso organo di autogoverno e allo stesso percorso formativo e di carriera, potrebbe compromette l’imparziale ed equilibrato svolgimento del processo penale, con rischio di condizionamento dei primi da parte dei secondi. Accade spesso, a guardare la prassi, che il p.m. sia, di fatto, il vero regista del processo e che il giudice finisca per seguire le posizioni dell’inquirente, prima ancora che il difensore dell’imputato abbia svolto la sua difesa.

Meritocrazia Italia chiede da sempre interventi di riforma volti ad assicurare realmente la terzietà del giudice, principale condizione di giustizia, con equilibrata suddivisione delle prerogative e dei poteri fra le parti processuali. I cittadini meritano un potere giurisdizionale che sia vero garante delle libertà. A questo fine siano rivolti l’autorità dello Stato, l’azione dei pubblici ministeri, gli atti investigativi della polizia giudiziaria.

Serve un modello di magistratura adeguato a una democrazia consolidata, nel rispetto delle garanzie fondamentali del giusto processo.

Meritocrazia mostra dunque adesione all’iniziativa di riforma, chiedendo determinazione e che si lavori, nella medesima direzione, all’istituzione di un doppio CSM, uno per la magistratura requirente e uno per quella giudicante, nonché a una adeguata gestione del meccanismo delle correnti.

Stop war.

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriello 



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