10 anni di Unesco de “I Longobardi in Italia”

Pubblicato: 15/07/2021

Bagnati con i grandi vini del Sannio dalla fiorentina Elisabetta Rogai – EnoArte

10 anni di Unesco de “I Longobardi in Italia”

Su invito della Dr.ssa Rossella Del Prete, assessora alla cultura di Benevento, è arrivata a Benevento, da San Casciano dove risiede, l’Artista Elisabetta Rogai portando dalla Toscana la sua EnoArte per brindare e dipingere con i magnifici vini del Sannio i 10 anni di Unesco del sito “I Longobardi in Italia”.

Ne fanno parte l’area della Gastaldaga ed il complesso episcopale a Cividale del Friuli (UD), l’area monumentale con il Monastero di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum con la Torre di Torba e la Chiesa di Santa Maria Foris Portas a Torba e a Castelseprio (VA), la Basilica di San Salvatore a Spoleto (PG), il Tempietto del Clitunno a Campello sul Clitunno (PG), il Complesso di Santa Sofia a Benevento e il Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

Sono infatti trascorsi esattamente 10 anni da quel sabato 25 giugno 2011, quando da Parigi, l’UNESCO dichiarò Patrimonio Mondiale dell’Umanità il sito seriale “I Longobardi in Italia”, che divenne il 46esimo sito italiano iscritto e portando all’attenzione internazionale un popolo antico e spesso poco considerato.

Da allora, per i sette comuni coinvolti nel sito seriale, è iniziato un nuovo percorso che sarà celebrato nel corso di tutto quest’anno con una grande festa diffusa in tutto il territorio nazionale e celebrata nelle sette località accomunate dalla storia longobarda, attraverso un nutrito calendario di eventi organizzati a partire dal 25 giugno 2021.

Il sito seriale comprende le più importanti testimonianze monumentali longobarde esistenti sul territorio italiano, che si situano dal nord al sud della penisola, laddove si estendevano i domini dei più importanti Ducati Longobardi, che formarono quella che possiamo definire la prima «nazione» italiana.

I beni compresi nel Sito, rigorosamente selezionati, sono, ognuno per la propria tipologia, il modello più significativo o meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale e rispecchiano l’universalità della cultura longobarda nel momento del suo apice

E sarà proprio la fiorentina Elisabetta Rogai che affascinerà il pubblico con una sua performance live con l’Aglianico della Cooperativa agricola del Consorzio La Guardiense, davanti ad un parterre di ospiti e autorità, dall’assessore alla cultura Rossella Del Prete, al Sindaco di Benevento Clemente Mastella, Carlo Torlontano, Prefetto di Benevento; Antonio Di Maria, Presidente della Provincia di Benevento; don Mario Iadanza, Direttore Beni Culturali Arcidiocesi di Benevento; Laura Castelletti, vice sindaco di Brescia e Presidente Comitato Decennale Longobardo; Ugo Picarelli, Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico Paestum; Felice Casucci, Assessore al Turismo Regione Campania.

Con la stessa emozione provata per il Drappellone del Palio di Siena, per l’affresco alla Scuola di Guerra Aerea, per aver dipinto il ritratto di Giacomo Tachis, per le varie performace live in giro per il mondo in Grecia, a Los Angeles, a Hong Kong, all’ Interwine China, a Guangzhou, l’Artista omaggia una importante pagina culturale Italiana, riconosciuta dall’Unesco, e lo fa con la sua tecnica unica – EnoArte – e con un grande vino del Sannio.

Consorzio La Guardiense: 60 anni di cooperazione e di storia enologica,1.000 soci, 1.500 ettari di vigna, 200.000 quintali di uve; 5 linee di prodotto: janare, aicon, fremondo, classica e spumanti; 2 vitigni principe: falanghina ed aglianico; 1  enologo consulente d’eccezione - Riccardo Cotarella - egregiamente supportato dall’enologo aziendale Marco Giulioli.

La cooperativa agricola, una delle più grandi in Italia, è stata fondata nel 1960 da 33 soci lungimiranti e coraggiosi, oggi ne conta circa mille. Agricoltori che coltivano a conduzione diretta più di 1.500 ettari di vigneto situati in collina a un’altitudine di circa 350 metri sul livello del mare, dando vita mediamente ad una produzione annua di circa 200.000 quintali di uve.

Presta grande attenzione alla sostenibilità ambientale facendo uso per i suoi processi produttivi, di energia rinnovabile proveniente da un proprio innovativo impianto fotovoltaico.

Possiede uno tra i più importanti impianti di spumantizzazione del Mezzogiorno.

Ma non sono i numeri a dare senso alla Guardiense. La Cantina, guidata da soli tre presidenti in cinquant’anni, ha saputo adeguarsi ai tempi e al cambiare dei mercati, diventando simbolo del progresso tecnologico per l’intera provincia e riuscendo a coniugare esperienza e modernità.

IL VIANDANTE

 



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