Allattamento e psiche, un binomio possibile

Pubblicato: 15/02/2021
Allattamento e psiche, un binomio possibile

A partire dai principi esposti nel precedente lavoro sul rapporto tra psicologia e alimentazione in cui si elaborava una visione del processo di maturazione fetale fino alla fase di allattamento del neonato, è possibile spiegare meglio le ragioni per cui la fase di allattamento costituisce un elemento fondamentale per favorire la strutturazione “sana” dei processi psichici.

L’allattamento in sé, che sia naturale o che sia artificiale, assume un’importanza fondamentale per lo sviluppo psicologico del bambino poiché è attraverso la danza della reciprocità tra madre-bambino che quest’ultimo svilupperà la conoscenza di sé. Quello che di straordinario accade durante la fase dell’allattamento è lo scambio di contatti attraverso le diverse modalità percettive attive tra madre bambino; l’accarezzamento, i rumorini di suzione e di respirazione, gli odori, l’intercettazione dello sguardo in un ritmo costante, rappresentano aspetti preliminari essenziali per favorire la sincronizzazione dei reciproci ritmi di richiesta di cure e di accudimento della diade.

Queste condizioni mettono il bambino in grado di “lasciarsi guidare” dalla disponibilità dell’adulto e di sintonizzarsi con la propria figura di accudimento così da identificarsi in essa, prima, e imparare a distinguere i propri ritmi in un momento successivo; questa oscillazione graduale di processi che nel tempo si consolideranno sempre più, consentiranno al bambino di rafforzare sempre più il proprio processo di maturazione psicologica e avviare i processi di costruzione e organizzazione interna del proprio sé.

In virtù di quanto sostenuto fin a questo momento, è doveroso ricordare quanto il momento dell’allattamento sia un momento di estrema intimità che dovrebbe avvenire in luoghi privati e tutelanti per la madre e il bambino tali da favorire la pienezza di questo momento di grande nutrimento psico-emotivo. Per queste ragioni, durante questi momenti, sarebbe importante non includere elementi distrattori quali telefoni cellulari, televisori; sarebbe utile non far combaciare questi momenti con l’accoglienza di ospiti in visita  presso la propria abitazione o se tali condizioni dovessero verificarsi, concedersi di allontanarsi in un luogo della propria abitazione più intimo e appartato così da “dedicarsi” all’allattamento e chiedere agli ospiti di poter attendere o lasciare ad altri membri della famiglia il compito di occuparsi degli ospiti; non è un caso che oggi anche molti servizi pubblici, abbiano strutturato dei “punti allattamento” allestiti in angoli di facile accesso ma appartati all’interno delle proprie strutture per l’accoglienza di madri in allattamento.

Questi accorgimenti che, possono sembrare banali e poco accoglienti, rappresentano, in realtà, la garanzia ad un allattamento sicuro che non può realizzarsi nella fretta, nell’improvvisazione o nell’ansia del giudizio come spesso avviene alla madri primipare per fare un esempio; piuttosto una madre tranquilla, attenta alle necessità del bambino,  che impara a conoscere il proprio figlio, è una madre che acquista sicurezza e, come tale, dona e garantisce tranquillità al proprio piccolo; il legame che ne deriva non potrà che delinearsi come un legame che si starà strutturando in sicurezza.

Dr.ssa Ezia MAZZARACO



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