Farmaci dimagranti "aumentano il rischio di suicidio"

Pubblicato: 15/07/2023
Farmaci dimagranti "aumentano il rischio di suicidio"

È vero, talvolta affrontare una dieta può risultare complesso e faticoso.

Quale nutrizionista non si è mai trovato di fronte alla richiesta di scorciatoie per affrontare un percorso dimagrante? In particolare, da anni ormai, si moltiplicano le richieste di farmaci per dimagrire.

In questi casi, personalmente cerco sempre di far passare il messaggio che una terapia farmacologica che abbia come fine il dimagrimento ed il controllo delle malattie metaboliche, debba necessariamente essere associata ad una dieta corretta e, possibilmente, ad attività fisica. È altresì importante ricordare che ogni farmaco può avere effetti indesiderati e che certi medicinali devono essere assunti solo dietro prescrizione medica ed attenta valutazione delle necessità del paziente.

Solamente un mese fa, L'EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) ha richiesto un approfondimento sul rischio di cancro alla tiroide nei pazienti che assumono farmaci della classe Glp-1.

L'agenzia Ue ha spiegato che il suo comitato per la sicurezza e la farmacovigilanza (Prac) indagherà sul possibile collegamento con pensieri suicidari e autolesionismo esaminando i farmaci che contengono semaglutide o liraglutide cioè Wegovy, Saxenda e Ozempic evidenziati dall'Agenzia islandese per i farmaci.

L’ente regolatorio fa sapere che il riesame «è iniziato il 3 luglio ed è stato esteso per includere altri agonisti del recettore Glp-1; la revisione dovrebbe concludersi nel novembre 2023». Sarebbero «circa 150» le «segnalazioni di possibili casi di autolesionismo e pensieri suicidari» in persone che utilizzano medicinali a base di liraglutide e semaglutide - usati per la perdita di peso e il trattamento del diabete di tipo 2 - che «le autorità hanno recuperato e stanno analizzando».

Le aziende produttrici hanno reso noto di voler trattare molto seriamente tutte le segnalazioni di eventi avversi poiché la sicurezza del paziente è la loro massima prioritàLa Novo Nordisk, però, dichiara che non c’è alcuna "associazione causale" tra i pensieri autolesionisti e i due medicinali.

Infatti, i pensieri suicidari non sono elencati come effetto collaterale nelle informazioni sul prodotto dell'Ue per nessuno dei due farmaci studiati dal Prac ma, negli Stati Uniti, le istruzioni per la prescrizione di Wegovy (contenente sempre semaglutide) raccomandano che i pazienti siano monitorati per pensieri o comportamenti suicidari.

Secondo la Food and Drug Administration (il pannello pubblico di controllo del sistema di segnalazione degli eventi avversi), dal 2018 ci sono state almeno 60 segnalazioni di pensieri suicidi da parte di pazienti trattati con semaglutide. Il FAERS ha ricevuto almeno 70 segnalazioni di questo tipo dal 2010 da pazienti in cura con liraglutide.

La FDA precisa, tuttavia, che le informazioni in questi rapporti non sono state verificate e l'esistenza di un rapporto non è una prova del nesso di causalità.

Dott. Francesco DE SANTIS 

Biologo Nutrizionista



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