Scoprire chi siamo attraverso il cibo

Pubblicato: 01/11/2022

“uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”                                      

Virginia Woolf

Scoprire chi siamo attraverso il cibo

Il riferimento alla citazione di Wirginia Woolf non è casuale; esso vuole indirizzare verso l’assunto, ormai acclarato dagli studi scientifici, che quella del “mangiare” non sia un’esperienza legata alla bocca, come si è abituati a credere, piuttosto un’esperienza legata al cervello.

A spiegare tale considerazione interviene una nuova scienza la Gastrofisica. Questo termine unisce due vocaboli: gastronomia e psicofisica; mentre il primo enfatizza il “buono” dell’esperienza culinaria; il secondo si riferisce allo studio scientifico, meccanico e fisiologico della percezione umana, rispetto al cibo, i cui risultati derivano dalle indagini condotte grazie alle nuove tecniche e tecnologie applicate nelle neuroscienze come quella della neuroimmagine funzionale e della PET.

L’intento della gastrofisica è quello di osservare come le persone rispondono a una serie di input sensoriali per comprendere quali siano i fattori che influenzano il comportamento umano rispetto al cibo sostenendo l’assunto che il piacere della tavola e del cibo risiedono nella mente di chi consuma e non nella bocca; la bocca rappresenta solo un mezzo percettivo che si unisce a tutti gli altri sensi. 

Questa nuova scienza, la gastrofisica, racchiude in sé molte e svariate discipline come la psicologia sperimentale, le neuroscienze cognitive, le scienze sensoriali, la neurogastronomia, il marketing, l’economia comportamentale ed il design dei prodotti. Essa pone enfasi sull’intera esperienza gastronomica per spiegare come anche i fattori esterni quali le condizioni ambientali e le caratteristiche implicite che le definiscono, quali la musica, la luce, i colori, l’accoglienza, influenzino l’esperienza culinaria.

La ragione per cui “mangiare” è intesa come un’esperienza cerebrale è spiegata dal fatto che alcuni stimoli legati al cibo attivano la parte più antica del cervello, il sistema limbico, area che funziona in maniera automatizzata e involontaria. In questa parte del cervello risiedono le sedi delle emozioni (amigdala, insula, nucleus accumbens) negative (come paura, disgusto, ansia) o positive (come piacere e gusto) che si attivano prima di qualsiasi considerazione razionale. Quando il sistema limbico si attiva, in maniera molto veloce e involontaria, mette in moto delle reazioni istintive, emotive, che avvicinano o respingono determinando, dunque, specifiche reazioni comportamentali. 

Tra gli elementi che incidono sul sistema limbico, vi sono gli aspetti ambientali – luci, rumori, suono, folla, profumi o informazioni del prodotto come il suo design, la sua storia, il suo prezzo.

Dr.ssa Crescenza MAZZARACO

 



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