“L’olio che le fa risplendere il volto”

Pubblicato: 15/02/2021
“L’olio che le fa risplendere il volto”

Nell’immaginario comune il territorio in cui vivo, il Salento, fino a qualche anno fa era sinonimo di spiagge incontaminate, di sabbie bianchissime, di bellissime donne che ballano la taranta e di immense distese di uliveti.

Nella realtà le cose sono molto differenti, purtroppo: se le spiagge sono ancora la più grossa attrattiva turistica, i campi sterminati di ulivi ormai sono solo un monumento all’incapacità dell’uomo di confrontarsi con la natura. Riguardo le donne salentine… questa che vi racconterò è la storia proprio di tre generazioni di Donne salentine e del loro lavoro, della loro passione.

Abbiamo incontrato Jolanda de Nola, responsabile dell'azienda “Tenuta Bianco”, azienda di famiglia produttrice di olio biologico; una famiglia tutta al femminile: prima gestiva la mamma e ancor prima la nonna.

Abbiamo chiesto a Jolanda di raccontarci la sua storia, la sua splendida scelta di giovane imprenditrice di investire nel territorio:

“La nostra azienda agricola si occupa di agricoltura naturale. Eravamo principalmente olivicoltori, ora stiamo ampliando l'offerta e diversificandola con l'inserimento della coltivazione di legumi, mandorle e frutta antica. La mia è stata una scelta consapevole e fortemente desiderata. Ho studiato, lavorato e vissuto a Milano per molti anni, anni bellissimi, ma desideravo tornare nella mia terra per realizzare la mia attività proseguendo quella di famiglia. Nel mio percorso imprenditoriale e di riscoperta della mia terra ho avuto la fortuna di incontrare persone molto interessanti, colleghi talentuosi, grandi professionisti e profondi conoscitori del settore. Sono stata fortunata ma anche, come dire, oculata, ho sempre cercato di entrare in contatto con i migliori professionisti del settore per imparare da loro e migliorarmi e molto di questi sono diventati cari amici.”

Eppure per i giovani, specialmente nell’ambito agricolo, proporsi alle precedenti generazioni anche con idee innovative spesso crea attriti ed inutili nervosismi. Anche tu, Jolanda, hai dovuto affrontare questo scetticismo?

“Ogni situazione è sempre unica. Nel mio caso lavorare in famiglia è molto stimolante, ci si confronta, a volte si litiga, ma si finisce sempre per ritrovare l'armonia tutti intorno ad un tavolo pranzando insieme.”

Parlando di ulivi, purtroppo, la prima parola che viene in mente è “Xilella”: anche nella vostra azienda vi sarete dovuti confrontare con questo problema, come l’avete affrontato e come ha cambiato la vostra attività?

“Come per tutti, all'inizio ci ha sconvolto, eravamo increduli, delusi, arrabbiati e ci sentivamo impotenti. Siamo stati tutti abbandonati a noi stessi. Ma dopo l'elaborazione del lutto, bisogna sempre ripartire, la vita continua, e abbiamo fiducia nella terra e nella correttezza del nostro lavoro, orientato dal rispetto della natura e delle persone.

Come tutte le tragedie, anche questa in realtà ha un lato positivo: ci sta portando a rivedere completamente il nostro territorio, valorizzando la biodiversità. Abbiamo capito che la monocoltura non è mai un bene e che bisogna diversificare, per il bene della natura, delle persone e del business delle nostre aziende.

Per questo pianteremo nuovi olivi, sicuramente, ma non solo. Abbiamo recuperato un antico mandorleto, coltiviamo legumi e stiamo progettando un frutteto di frutti antichi e autoctoni grazie all'aiuto e al supporto dell'amico Francesco Minonne.”

La cosa che affascina maggiormente chi ti conosce è il fatto che la tua energia traspare in ogni attività: la tua passione va oltre la semplice vendita dell’olio tanto da organizzare corsi su tutto il territorio.

“Informare prima di vendere. Questo è il mio motto. Infatti per questo realizzo molti corsi di assaggio dell'olio sia per bambini che per adulti per fornire le poche facili regole di base per riconoscere un olio di qualità e soprattutto un olio cattivo. E' importante che i consumatori abbiano consapevolezza e conoscenza di quello che acquistano e che il cibo buono e pulito è anche una medicina, nel senso che ci può aiutare a prevenire tanti malanni.”

Un’ ultima domanda relativa a questo periodo di pandemia che tutti stiamo affrontando, com’è cambiato il vostro mercato?

“Le restrizioni causate dalla pandemia hanno determinato un aumento degli acquisti on line e dell’e-commerce, e questo sta stimolando tutti noi anche piccoli imprenditori artigiani del food a migliorare le nostre piattaforme di vendita. Un bel passo avanti! anche in questo caso non tutti i mali vengono per nuocere.”

Proprio in questo momento di pandemia molti di noi si sono riscoperti eccellenti pasticceri, quindi per i più golosi una ricetta di biscottini al cioccolato con mandorle e naturalmente olio extra vergine d’oliva.

Ingredienti:

100 g di farina di mandorle

100 g di farina di riso finissima

100 g di amido di mais

100 g di zucchero di canna

100 g di mandorle tritate grossolanamente

80 g di olio extravergine di oliva

40 g di cacao amaro

100 g di gocce di cioccolato fondente

140 ml di latte di soia

Procedimento:

In una ciotola miscelate le farine con il cacao, unite lo zucchero e le mandorle. Aggiungete l'olio d'oliva e le gocce di cioccolato, mescolando fino a ottenere un composto granuloso. Continuate a lavorare il composto aggiungendo il latte. Dovrete ottenere una massa omogenea e abbastanza soda, della consistenza di una pasta frolla. Stendete l'impasto con il mattarello in uno spessore di circa 5 mm e ricavate i biscotti con l'aiuto di uno stampino tondo da 6 cm di diametro. Cuocete a 170° per 15 minuti circa.

Chef Agnese CIMINO



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