Dies Natalis Solis Invicti – Natali Deus Universi: ovvero, l’epifania cristiana

Pubblicato: 01/01/2024

E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. (Gv. 1,14)

Dies Natalis Solis Invicti – Natali Deus Universi: ovvero, l’epifania cristiana

Il 25 dicembre, quando a Roma si tenevano le feste in onore del Sol Invictus, si ricordava il giorno di nascita del dio Sole, ossia il giorno in cui le giornate riprendevano ad allungarsi con la vittoria della luce sulle tenebre, dopo i 3 giorni di solstizio. Tant’è che, anche il solstizio d’inverno nordico, il giorno di Yule, uno dei 4 sabbat propiziatori del paganesimo Celto-norreno, eleggeva tra l’altro, in questo giorno sacro, proprio la fecondità materna; la festa della 'luce'. La sua rappresentazione iconografica infatti, è la figurazione di una donna che tiene tra le braccia un bambino.

La festa del Sol Invictus, era stata istituita nel 273 d.C. dall'imperatore Aureliano. Ma prima di lui, l'imperatore Eliogabalo aveva introdotto questo culto nel 218 e ancora prima, nel 198, esistevano già delle monete celebrative al dio sole.

La prima data liturgica mai prima scritta del Natale Cristiano però, si registra solo nel Calendario Filocaliano del 354, perché il primo a porre la nascita di Cristo al 25 dicembre, fu Ippolito da Roma nel 204 d.C., il quale scrisse: ‘…Egli nacque a 8 giorni dalle calende di Gennaio, nel 42mo anno del regno di Augusto’ e precisamente di mercoledì.

E' quindi palese, che Ippolito, in modo arbitrario, andò a sovrapporre la natalità alle date solstiziali, per farle coincidere; così come, nel 221 d.C., Giuliano l'Africano, decise arbitrariamente, che il 25 marzo era la data del ‘divino’ concepimento, cosicché la Chiesa avrebbe potuto giustificare la natività del Cristo, in coincidenza del 25 dicembre pagano.

Ma se la mossa di Ippolito fu ‘diplomatica’, quella di Giuliano fu ‘strategica’. Infatti, il 25 di marzo, è il terzo giorno a venire dall’equinozio di primavera.

Nell’Antica Roma si celebrava questa festa pagana dell’equinozio di primavera, unitamente l’Aequinoctium Vernum e il ritorno di Proserpina tra le braccia della madre Cerere, dea della vegetazione e antico archetipo della Dea Madre, che chiamata Demetra nel mito greco all’origine dei Misteri Eleusini, insegnava agli Iniziati la conoscenza della vita dopo la morte sulla base dei ritmi della natura, ...e 'la primavera che succedeva sempre all’inverno, indicava la rinascita, la rigenerazione, la vittoria della vita sulla morte’.

Durante i Piccoli Misteri di primavera infatti, i partecipanti si purificavano ritualmente in un fiume (a mò battesimo ebraico) prima di assistere al rituale religioso, durante il quale, rivolgendosi al cielo, urlavano: ‘Piove e concepisci’! Questo, per invitare il principio della vita, il seme divino, ad entrare nel grembo della terra, renderla feconda e assicurare raccolti abbondanti; cosi come, le popolazioni germaniche celebravano una festività simile col nome di Ostara, in onore della dea Eostre, padrona del rinnovamento della vita che governava la fertilità e il risveglio della natura. Spiccava tra gli animali totemici di questo periodo la lepre, conosciuta per la sua grande prolificità e proprio da questa festività, nacque l’immagine della lepre marzolina che deponeva le uova, simbolo di vita e che ritroveremo poi nella festa pasquale. Tutte solo Coincidenze? - Non credo.

La festività della Pasqua cristiana infatti, è l’evento religioso più importante e secondo a nessuno. Il Suo valore salvifico, contemplato nel mistero della morte e resurrezione di Gesù, che anche in questo caso, come per il solstizio pagano, si realizza in tre giorni, è certamente più importante della natività, in quanto il Cristo, il giorno della pasqua, del resurgat: ‘trasmuta simbolicamente da figlio dell’uomo, in figlio di Dio’. Anche questa una coincidenza?

Questa lettura simbolica delle due festività però, non può essere veramente compresa se non si conclude con l’accezione profonda di una terza: ‘l’epifania’. Epifania, è un termine greco che significa ‘manifestazione’. Nell'antica Grecia, le epifanie erano le feste dedicate a una particolare divinità durante le quali essa si manifestava. Nel contesto cristiano, l'epifania è una festa che si celebra dodici giorni dopo Natale, ovvero il 6 gennaio. L’epifania pertanto, indicava il momento in cui gli Dèi manifestavano la propria presenza attraverso un segno di qualsiasi genere ed in quella cristiana, attraverso la manifestazione di Gesù ai Magi. Fosse quindi questa rappresentazione religiosa a velare un significato ed una verità più profonda? Fosse Gesù, nato proprio in quel giorno?

Le uniche fonti storiche che si riferiscano alla nascita di Gesù sono i racconti di Luca e Matteo. Sebbene questi non indichino con precisione l'anno di nascita, esso può essere ristretto con un livello relativamente alto di verosimiglianza al periodo immediatamente seguente al censimento di Augusto dell'8 a.C. e di alcuni anni precedenti la morte di Erode (4 a.C.); dunque, attorno al 7-6 a.C. Questa data trova ulteriore conferma se si assume il valore storico dell'indicazione evangelica circa ‘il suo astro’ (la stella di Betlemme) indentificandola con la triplice congiunzione di Giove e Saturno del 7 a.C. Anche perché, è da sottolineare che l'opinione comune secondo cui l'anno di nascita di Gesù sarebbe l'anno zero è errata, in quanto lo zero non era conosciuto in Europa a quell'epoca. Dionigi, infatti, fece precedere immediatamente l'anno 1 'dopo Cristo' dall'1 'avanti Cristo' , saltando quello 'zero'. Il problema si intreccia poi, anche con quello dello stile di datazione, cioè della scelta del giorno in cui inizia l'anno; infatti, solo con la riforma gregoriana si è gradualmente affermata la scelta del primo gennaio come capodanno.

E su quale sia il giorno della Sua Nascita? Come per l'anno, anche il giorno preciso della data di nascita di Gesù non è esplicitamente riportato nelle fonti evangeliche o bibliche. Assumendone però, la storicità delle narrazioni, alcune indicazioni indirette, nel tempo, sono state esaminate dagli studiosi, seppure non hanno portato a conclusioni univoche e condivise. Nel 1603 però, Keplero rimase ammaliato da una congiunzione tra Giove e Saturno, un fenomeno noto come Grande Congiunzione, in cui i due pianeti si avvicinarono a meno di un grado d’arco (appena il doppio del diametro della Luna). Keplero, incuriosito, calcolò che un tale evento, dovuto all'allineamento in prospettiva dei due pianeti, si sarebbe presentato anche tra il 7 e il 6 a.C. In quel caso Giove e Saturno si sarebbero avvicinati per ben tre volte in otto mesi, tra l’aprile del 7 a.C. e il gennaio del 6 a.C., un periodo adatto per percorrere il tragitto dalla Persia alla Giudea e per tanto, si potrebbe ipotizzare che la presunta data di nascita del 'Bambinello di Betlemme' possa essere avvenuta proprio tra il 5 ed il 7 di gennaio dell'anno 7 o 6 a.C.

Anche perché, i magi erano certamente degli esperti astrologi, propensi a tenere ben sotto controllo i moti del cielo cercandovi segni e interpretazioni, e la congiunzione di Giove e Saturno avvenne nella costellazione dei Pesci, spesso collegata al popolo ebraico ed al Cristo stesso.

Se si aggiunge poi, che Giove simboleggiava la regalità (in fondo Gesù sarebbe stato il re degli dèi) e che si credeva che prima o poi sarebbe arrivato un messia ebraico, i magi potrebbero aver letto fra le stelle: ‘il segno della nascita del figlio benedetto dai cieli’?

…e Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: 'Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita'. (Gv. 8,12).

Emilio FERRARA



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