Era la vigilia di Natale 1818…

Pubblicato: 24/12/2023

Nasceva il canto di Natale più famoso del mondo: "Stille Nacht! Heilige Nacht!" la difficile epoca in cui nacque il nuovo canto

Era la vigilia di Natale 1818…

Guerra, catastrofi naturali, fame, miseria ed epidemie: “Stille Nacht! Heilige Nacht!” nasce in tempi duri. Anche Joseph Mohr e Franz Xaver Gruber, i due autori, trascorrono infanzia e gioventù in circostanze davvero infauste: le truppe francesi occupano il paese, i soprusi e gli atti di violenza sono all’ordine del giorno. I genitori temono di non poter sfamare i propri figli e non si fidano a farli uscire di casa. La desolante situazione politica ed economica offre poche prospettive per il futuro. La popolazione è esposta a circostanze arbitrarie senza alcuna tutela. Chi è sorretto da una salda fede in Dio, ad essa si affida. Tutti gli altri vivono nella sfiducia e nella disperazione. Forse è proprio questa situazione traumatica che rende gli uomini più recettivi nei confronti di una nuova canzone. Come un piccolo lume nella notte scura, il canto diffonde una scintilla di speranza e di calore umano.

1792 – 1815, la Francia e l’Europa: le guerre napoleoniche (guerre della coalizione) inaugurano in Austria e in Baviera un ventennio di violenza, fame e privazioni.  

18.10.1813, Ried im Innkreis: con il Trattato di Ried, il regno di Baviera si unisce agli alleati antinapoleonici.   

18.09.1814 – 09.06.1815: dopo la sconfitta di Napoleone, dal 1814 il Congresso di Vienna determina un riordinamento dell’Europa che coinvolge anche il Salisburghese, il Tirolo e l’Alta Austria. Dopo tanti anni di guerra e carestia, la popolazione è stremata, immane il desiderio di pace.  

Aprile 1815, Indonesia: sull’isola di Sumbawa esplode il vulcano Tambora. Una catastrofe naturale che porta gravi conseguenze a livello planetario, anche per la Baviera e l’Austria. Il freddo straordinario della primavera 1816 provoca enormi perdite nei raccolti aumentando la fame tra la gente. Si diffondono epidemie mortali e l’Europa vive una delle prime grandi ondate di emigrazione. 

18.06.1815, Waterloo (Belgio): dal suo esilio sull’isola d’Elba, Napoleone ritorna al potere per 100 giorni. Ma la battaglia di Waterloo sancisce la sua definitiva sconfitta. 

14.04.1816, Monaco di Baviera: il Trattato di Monaco mette fine alle tensioni tra il regno di Baviera e l’impero austriaco, ma comporta significative perdite di territorio per entrambi gli Stati: la Baviera restituisce all’Austria l’Innviertel, l’Hausruckviertel e il distretto di Vils in Tirolo. I territori della ex Prepositura di Berchtesgaden e del Rupertiwinkel restano invece bavaresi. Questa situazione colpisce duramente il Salisburghese, per esempio con la perdita di Laufen, benestante città di battellieri: Laufen e la sua intera amministrazione rimangono alla Baviera mentre il sobborgo di Oberndorf (oltre il fiume Salzach) diventano austriaci. Il 1 maggio 1816 a Salisburgo, l’emblema bavarese sulla residenza dei principi vescovi viene sostituito dall’aquila bicipite dell’impero austriaco. Dopo anni di alterno dominio, il Salisburghese non appartiene più al regno di Baviera. 

1816, Mariapfarr: Joseph Mohr, giovane prete ausiliario di Salisburgo, scrive una poesia di sei strofe dal titolo “Stille Nacht! Heilige Nacht!” (Notte silenziosa! Notte santa!). 

24.12.1818, Oberndorf: Joseph Mohr, che ora è sacerdote ausiliario a Oberndorf, affida la poesia al suo amico Franz Xaver Gruber, maestro di scuola nel vicino paese di Arnsdorf e organista a Oberndorf. In seguito alle guerre napoleoniche e all’imposizione della nuova frontiera con la Baviera, in questo paese la situazione è desolante: gli abitanti sono indebitati, non hanno più reddito e soffrono la fame.

Joseph Mohr prega Franz Xaver Gruber di mettere in musica la sua poesia. Quest’ultimo scriverà per l’occasione una melodia in re maggiore a cui in seguito non attribuirà molta importanza. La sera stessa, il canto verrà eseguito per la prima volta dai due amici al termine della Santa Messa di Natale, nella sua scrittura originale per due voci con accompagnamento di una chitarra. 

GLI SCRITTI AUTOGRAFI 

Esiste una sola versione autografa del canto scritta a mano da Joseph Mohr, mentre Franz Xaver Gruber ne ha lasciate quattro. I testi originali sono conservati a Salisburgo, al Salzburg Museum e al museo Stille-Nacht di Hallein.

Dalla strada di Arnsdorf, coperta di neve, un uomo arriva ansimando sul sagrato della chiesa di S. Nikola, si scuote la neve di dosso, entra, si fa il segno della croce e si affretta verso la sagrestia.   

“Maestro Gruber!” – un giovane curato gli si fa incontro – “Ha fatto in tempo? Mi ha portato la musica?” 

“Certo padre Mohr, però la prossima volta che le vengono di queste idee, mi dia almeno qualche giorno in più.” Lo rimprovera sorridendo il maestro. Poi dalla tasca interna del cappotto tira fuori un foglio piegato in quattro e lo consegna al curato.

Padre Mohr lo legge attentamente, canticchiando le note fra sé. 

“Padre, – lo anticipa Gruber – lo so, è una ninna nanna, non un canto di chiesa. Ma è il Suo testo che la suggerisce già con la prima strofa. Ascolti: 

Notte silenziosa! Notte santa!

Tutto dorme; solitaria veglia solo l’intima, santissima coppia. 

Grazioso bimbo dai capelli ricci, dormi in pace celeste! Dormi in pace celeste!

Si sarà pur addormentato anche Gesù Bambino, fra le braccia di Maria. Quasi lo vedo dormire come tutti i bambini, anche se è il Figlio di Dio.”

Padre Mohr solleva lo sguardo dal foglio e fissa l’amico Gruber, sorridendo soddisfatto. “È bellissima maestro, ma come Le è venuta?”

“Ho avuto due bambini, padre. – risponde Gruber abbassando le palpebre sugli occhi lucidi – Mia moglie Maria ed io ne abbiamo cantate di ninne nanne… per farli addormentare, sa. E l’abbiamo fatto anche quando abbiamo chiuso i loro occhi per l’ultima volta.

Questa musica mi è sgorgata così, dall’anima, pensando a Gesù Bambino, pensando ai miei due piccoli, e confidando che ora siano insieme e forse possano ascoltarci anche da lassù, nella pace celeste.”

Con un gesto un po’ goffo nella sua tonaca nera, padre Mohr abbraccia il maestro: “Certo che è così, sicuramente anche loro dormono con Gesù nella pace celeste, nell’amore infinito di Dio.”

Poi si gira verso la porta della sagrestia: “Venga maestro, proviamola subito. L’organo fa un po’ le bizze ma la mia chitarra è perfetta! La canteremo dopo la Messa di Natale, davanti al presepe. E la canteremo per l’arrivo di Gesù Bambino, per i suoi figlioli, per la povera gente di Oberndorf, per noi e per il mondo intero, che con l’aiuto del Signore, abbia finalmente pace.” 

Questo dialogo immaginario racconta come nacque il canto di Natale più famoso del mondo, da una melodia composta in tutta fretta dal maestro e musicista Franz Xaver Gruber, per una poesia scritta nel 1816 dal curato Josef Mohr.

Due persone umili e buone che più di 200 anni fa quasi per caso accesero insieme una scintilla d’armonia. Dal Salisburghese questa scintilla si diffuse in tutto il mondo, tradotta in 300 lingue diverse, e tuttora brilla vivida nel periodo natalizio.

Fonte: https://www.salzburgerland.com/it/era-la-vigilia-di-natale-1818/



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