L’Epifania tutte le feste porta via… con un tocco di malinconia

Pubblicato: 15/01/2021
L’Epifania tutte le feste porta via… con un tocco di malinconia

Sono tanti i proverbi e i modi di dire tramandati nel tempo e legati alla festa del 6 gennaio. Secondo la religione cristiana, l’Epifania è il giorno in cui i Re Magi, provenienti da Oriente, seguendo una stella riuscirono ad arrivare a Betlemme, nella mangiatoia in cui nacque Gesù per onorarlo con dei doni. 

La parola Epifania deriva dal greco “manifestazione, venuta” e il termine Befana non è altro che una corruzione lessicale di questo parola. In realtà il 6 gennaio è una data importante fin dai tempi dell’antichità pre-cristiana.

Gli antichi Romani, ad esempio, festeggiavano in questo giorno l’inizio dell’anno con delle celebrazioni dedicate al dio Giano e alla dea StreniaAi tempi dell’imperatore Aureliano il 25 dicembre fu proclamato “festa del sole” e per i dodici giorni successivi (cioè sino al 6 gennaio), un tronco di quercia doveva bruciare continuamente perché dal carbone prodotto si sarebbero potuti trarre auspici sulla fortuna dell’anno successivo. Sempre in epoca antica, si riteneva che nelle dodici notti precedenti al 6 gennaio la dea Diana, volando nel cielo insieme ad altre figure femminili, poteva rendere il terreno più fertile e più fecondo.

È evidente, dunque, che le origini di queste festività nascono da antiche pratiche che affondano la loro origine nelle culture arcaiche e nei riti legati all’inverno. In un assetto in cui l’uomo era fortemente legato alla natura e agli eventi climatici, i riti propiziatori assumevano un ruolo importantissimo, specialmente in vista del risveglio primaverile, e si realizzavano nei culti di matrice agraria.

Ma tutto ciò entrò in contrasto con quanto professato dalla chiesa romana che mal vedeva questi riti pagani. Ben presto dalle divinità si passò alle streghe e l’iconografia della Befana, cambiò velocemente: gonna lunga, grembiule con grandi tasche, scialle, scarpe consumate, fazzolettone in testa, aspetto fisico tutt’altro che gradevole e immancabile scopa, come la conosciamo oggi. La Befana diventa, quindi, nell’immaginario collettivo, un personaggio mitico con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio. Raffigurata come una vecchia per simboleggiare l’anno vecchio che se ne va, ma anche una figura che nasce da un’altra leggenda secondo cui i Re Magi avrebbero chiesto ad una vecchia di accompagnarli nella loro ricerca del Bambin Gesù. La donna però si rifiutò di aiutarli, pentendosene ben presto: il giorno dopo si rese conto dell’occasione persa per poter vedere Gesù.

La vecchietta, portando con sé una cesta di buoni dolci, provò a rintracciare i re Magi senza riuscirci. Non trovandoli, avrebbe avvicinato ogni bambino che incontrava, offrendo i propri dolci, e da allora non si sarebbe più fermata. I bambini, a loro volta, conoscendo l’errare della vecchietta, avrebbero preso l’abitudine di lasciare delle calze fuori dalla porta per permettere alla nonnina di indossarle, oppure se non ne avesse bisogno, di riempirle con i suoi dolci.

La Befana nel tempo è diventata una sorta di nonna che premia i bambini buoni con doni, caramelle e dolcetti (in passato anche mandarini e frutta) e punisce quelli cattivelli col carbone. Il temutissimo carbone che può anche diventare commestibile e un dolce molto semplice da preparare.

Ma quali i piatti legati a questa festività? Dal punto di vista gastronomico ci sono numerose usanze tramandate fino ai giorni nostri, specie se si parla di dolci piuttosto che di pietanze a base di legumi.

In Toscana si preparano i cavallucci di Siena, biscotti morbidi con acqua, zucchero, miele, canditi, anice, noci e lievito; in Versilia i cosiddetti befanini, deliziosi biscotti realizzati con un impasto aromatizzato al rum e decorati in superficie con le codette colorate. Per realizzare questi dolci biscotti vengono utilizzati stampini di varie forme a tema natalizio tra cui, nella versione tradizionale, la sagoma della Befana. Si narra che questi dolcetti nacquero nella zona di Viareggio e in passato fosse tradizione prepararli e scambiarseli come regalo fra le famiglie, insieme alle formine utilizzate per realizzarli.

In molte regioni del nord il 6 gennaio fa rima con pinsa, un dolce di pizza di polenta preparata con la farina gialla e la frutta secca, ma è usanza arricchirla anche con uva passa, semi di finocchio e fichi secchi. Immancabile è la torta dei Re Magi o Roscon de Reyes: una ciambella dolce tipica della tradizione spagnola, preparata per il 6 Gennaio.

El dia de los Reyes (il giorno dei Re Magi appunto) è una torta ricca e golosa decorata con frutta secca e canditi al cui interno di solito si nasconde una piccola sorpresa che porterà fortuna a chi la troverà nella sua fetta.

La fugassa della Befana, è caratteristica del Piemonte, un dolce tipico cunese dall’impasto morbido e dalla forma tondeggiante, che ricorda l’aspetto di una margherita. E come tutte le eredità antiche che si rispettino, la fugassa della Befana conserva un’originalissima tradizione: al suo interno venivano nascoste una fava bianca e una nera. Chi le trovava, non vinceva nulla, anzi finiva per pagare: chi trovava la fava bianca saldava le spese della focaccia, quello a cui toccava la fava nera, pagava il vino.

In Liguria ci sono gli anicini (biscotti con seme di anice). Nelle Marche potremo mangiare delle ottime Pecorelle di Genga, ripiene di marmellata e frutta secca.

In Abruzzo ed in Molise è tradizione realizzare i pepatelli, biscotti confezionati con farina, miele, mandorle, cacao e pepe macinato fresco da cui prendono il nome. A questi ingredienti si unisce un sentore delicato di arancia che si sposa benissimo con il carattere deciso del pepe nero per un sapore davvero unico.

La Puglia è povera di ricette tipiche di questo periodo ma è consuetudine consumare i classici dolci realizzati per le feste natalizie come le cartellate, i purcidduzzi e i torroni casalinghi.  La Befana porta anche la prima pastiera dell’anno, e anche se molti la conoscono come dolce pasquale, in realtà viene preparata il 6 Gennaio perché è il giorno in cui cade la prima Pasqua dell’anno, ovvero la prima importante solennità religiosa.

Questa tradizionale ricetta, realizzata con pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, frutta candita, zucchero, uova e grano bollito nel latte ha origini antichissime. La leggenda vuole che a crearla sia stata la sirena Partenope.

Diamo infine uno sguardo oltralpe, anche in Francia si preparano dei dolci particolari: le Galette des Rois, con cui si festeggia l’arrivo dei Re Magi. La ricetta conosce diverse varianti per ogni quartiere in cui è composto il paese. All’interno di ogni Galette des Rois, viene nascosto qualcosa: un piccolo oggetto, chiamato fève, fava, in ricordo dell’antica usanza per cui si nascondeva un legume e chi trovava la fava veniva eletto re o regina della festa. 

Prof. Paolo MICCOLIS



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