La Festa Liturgica della Sindone: 4 maggio 2021

Pubblicato: 01/06/2021
La Festa Liturgica della Sindone: 4 maggio 2021

Promossa dal Centro Diocesano di Sindonologia “Giulio Ricci”, in collaborazione con il “Centro Internazionale di Studi sulla Sindone” di Torino e l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, con la partecipazione degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, il 4 maggio si è celebrata la Festa Liturgica della Sindone a Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

La Festa Liturgica della Sindone risale al 1506 quando il Papa Giulio II, accogliendo la richiesta del Duca Carlo II di Savoia, il 9 maggio approvava con la bolla “Salubria vota” il culto pubblico della Sindone, istituendone la festa, con Santa Messa ed ufficio liturgico propri, fissandone la data il 4 maggio, il giorno successivo a quello in cui la Chiesa ricordava il ritrovamento della Croce, avvenuto a Gerusalemme l’anno 320 per opera di S. Elena Augusta Imperatrice, madre dell’Imperatore Costantino.

La solenne Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Enrico Feroci e concelebrata dai diversi sacerdoti convenuti. Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi dei Legionari di Cristo.

Alla cerimonia hanno partecipato, oltre ai numerosi fedeli, gli studenti, i diplomati ed i docenti del Diploma di Specializzazione in Studi Sindonici dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.

Come è ormai tradizione, per la plurisecolare storia che ha visto la Real Casa di Savoia impegnata nella difesa, nella cura e nella devozione della Sindone, una delegazione di Cavalieri e di Dame dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell’Ordine al Merito Civile di Savoia, Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, ha partecipato alla Cerimonia portando, in processione all’altare, una copia della Sindone.

Al termine della celebrazione l’Avv. Alfonso Marini Dettina, Delegato per il Lazio degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, ha dichiarato quanto segue:

“Sono molto contento della solenne celebrazione della festa liturgica della Sacra Sindone avvenuta nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, sia per aver pregato per la fine della pandemia, sia per aver portato processionalmente all'altare e mostrato ai fedeli, assieme agli altri cavalieri sabaudi, la fedele riproduzione del sacro telo per la “Preghiera davanti alla Sindone” pronunciata da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Enrico Feroci, rivivendo in tal modo la tradizione delle antiche ostensioni curate dai Cavalieri dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro” .

Venerando l’immagine impressa sulla Santa Sindone siamo ispirati a meditare sull’amore di Cristo, crocefisso e risorto per la nostra salvezza.

Ricordando gli insegnamenti di Mons. Giulio Ricci, indimenticabile apostolo della Sindone, credo che per il cristiano la disposizione migliore per accostarsi al sacro lino sia l’umiltà e la preghiera. Solo così la Sindone dispiegherà per noi tutte le sue pieghe mostrandosi nello splendore del messaggio teologico.

In questi lunghi mesi che vedono l’umanità piegata e sofferente, sperduta davanti al dilagare del virus ed al venire meno di tante certezze, recuperiamo allora i valori sopiti: la solidarietà, la condivisione, il rispetto per le persone e per la natura.

In questo tempo che sembra ricordare, per chi ha fede, il silenzio e l’attesa del Sabato Santo, torniamo a contemplare l’immagine del Signore impressa sulla Sindone lasciandoci guardare da Lui con la fiducia e la speranza per il nostro futuro.

Prestiamo ascolto all’insegnamento di Papa Francesco:Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore.

Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte. Attraverso la Sacra Sindone ci giunge la Parola unica ed ultima di Dio: l'Amore fatto uomo, incarnato nella nostra storia; l'Amore misericordioso di Dio che ha preso su di sé tutto il male del mondo per liberarci dal suo dominio.

Questo Volto sfigurato assomiglia a tanti volti di uomini e donne feriti da una vita non rispettosa della loro dignità, da guerre e violenze che colpiscono i più deboli… Eppure il Volto della Sindone comunica una grande pace; questo Corpo torturato esprime una sovrana maestà.

È come se lasciasse trasparire un’energia contenuta ma potente, è come se ci dicesse, oggi e a noi: abbi fiducia, non perdere la speranza; la forza dell'amore di Dio, la forza del Risorto vince tutto”. 

LA SINDONE

Nel Duomo di Torino, gelosamente custodita da più di quattro secoli, è venerata la Santa Sindone; dal greco σινδών, la Sindone è un lenzuolo mortuario in fibra di lino, tessuto a spina di pesce, delle dimensioni di circa m. 4,41x1,13. In quel lenzuolo la tradizione millenaria riconosce il sudario di Gesù. Anche se la scienza, possibilista, non può ancora compiutamente provarlo.

Su di essa, oltre ad una serie di macchie riconosciute come ematiche ed a segni riconducibili a bruciature, è impressa l’immagine anteriore e posteriore di un uomo morto dopo lunghe e terribili sofferenze.

Se studiamo attentamente questo corpo, se ne contempliamo l’ineguagliabile volto, se ne confrontiamo i segni, le ferite, le percosse subite, al racconto dei Vangeli, restiamo attoniti: tutto coincide.

Si osservano segni di flagellazione sopra il corpo, piccole ferite da punta sul cuoio capelluto, due aree escoriate nella zona scapolare sinistra e soprascapolare destra, fori ai polsi ed ai piedi riferibili alla penetrazione di chiodi, un’ampia ferita da “arma bianca” all’emicostato destro.

Per il cristiano la disposizione migliore per accostarsi alla Sindone è l’umiltà e la preghiera perché, contemplandola possiamo avvicinarci a Gesù, ripercorrere la sua Passione e comprendere meglio il suo amore immenso per noi.

“Dio ha tanto amato il mondo da dare il Suo Figlio Unigenito, perché chiunque creda in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv.3,16).

PREGHIERA DAVANTI ALLA SINDONE

Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché il Padre vedendo Te in me ripeta: "Tu sei il figlio che amo".

E perché chiunque mi incontra veda una scintilla del Padre.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché possa essere testimone della tua luce e della tua bontà, e dell'infinita bontà che hai per ogni creatura.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché io possa essere un segno del tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi.
Imprimi il tuo volto in me, Signore, perché sia io una Sindone vivente che porta in sé i segni della tua morte e Risurrezione.

Prof. Antonio CASSANELLI

 



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