La gnosi: un cristianesimo prima del cristianesimo (3 di 4)

Pubblicato: 01/07/2023
La gnosi: un cristianesimo prima del cristianesimo (3 di 4)

Anche la figura dell’apostolo Paolo, vissuto in un periodo precedente la redazione dei vangeli canonici, è probabilmente stata fraintesa dalla storia e dalla letteratura neo-testamentaria; Egli stesso si riferiva a Gesù come ad un mistero, una metafora, a quella voce immateriale che parla dentro di noi. Paolo parla dell’immortalità dell’anima, così come è espresso nei primi culti misterici del passato. Lo stesso padre della chiesa Tertulliano, definiva San Paolo: ‘l’apostolo degli eretici’; e Paolo storicamente, è vissuto in un periodo dove la scissione della chiesa ‘letteralista’ con lo gnosticismo, ancora non era avvenuta perché questa non era ancora nata come tale. Quindi, è solo dopo la redazione dei quattro vangeli canonici, che la figura del Gesù quale figlio di Dio, diventa preponderante; il messaggero diventa al ciò, più importante del messaggio stesso.

Lo gnosticismo, riferisce lo storico della Chiesa Prof. Gilles Quispet, ‘quasi probabilmente è nato ad Alessandria d’Egitto, dove una corposa quantità ebrei esuli, alla ricerca di una loro identità, avevano trovato lì, questo ‘dio’ sconosciuto nei loro cuori, Geova; un ‘dio’ che non poteva essere lo stesso dio che aveva formato un mondo pieno di malvagità, un dio tribale; e quindi, supponevano che questo ‘presente’ lo avesse costruito un dio minore, un demiurgo che chiamarono Yaldabaoth, identificato in yahweh, il dio biblico dell’antico testamento’. Un dio che gli gnostici definivano tale; poiché un dio perfetto, non avrebbe mai permesso la creazione di un mondo sorretto sulla regola del: ‘occhio per occhio, per dente’. Per tanto si allontanarono da questa deità, che divenne l’anti-dio gnostico.

Un demiurgo arrogante, che tiene l'uomo prigioniero di proposito o accidentalmente; una divinità espulsa dal Pleroma. Il Pleroma, è la totalità di tutto ciò che consideriamo "divino", emanato da Dio, l'Eterno Principio Divino. Il Pleroma è spesso indicato come la Luce che esiste "al di sopra" (non in senso spaziale) del nostro mondo, occupata da esseri divini che sono auto-emanati dal Pleroma stesso. Questi esseri vengono a volte descritti come eoni, a volte come arconti. Gesù viene considerato come un eone intermedio che fu inviato, insieme alla sua controparte Sophia, dal Pleroma per aiutare l'umanità a recuperare la conoscenza perduta delle sue origini divine e riportarla all'unità col Pleroma. Il Pleroma è così, un elemento centrale della cosmologia religiosa gnostica. Ad ogni Eone viene dato un nome (a volte molti) ed una controparte femminile (gli gnostici vedevano la Divinità e la Completezza in termini di unione maschio/femmina). Il Mito gnostico prosegue dicendo come la controparte femminile dell'eone Saggezza, Sophia si separò dal Pleroma per generare il Demiurgo, partorendo così il mondo materiale. Yaldabaoth, è l'equivalente del diavolo cattolico, nel senso che è il capo degli spiriti inferi; con la sostanziale differenza che, non è il corruttore della creazione, ma il suo artefice, causa cioè solo il mondo materiale e non già quello spirituale che è emanazione del Re della Luce, o Ineffabile o Dio trascendente. (fonte Wikipedia)

Il termine Pleroma, viene usato anche nella lingua greca e dalla Chiesa greco-ortodossa poiché la parola compare nella Lettera ai Colossesi. Coloro che sostengono che San Paolo fosse uno gnostico, come Elaine Pagels dell'Università di Princeton, vedono il riferimento in (Colossesi 2,9): ‘poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità’, come un chiaro riferimento da interpretare in senso gnostico. La Pagels infatti, spiega nei suoi libri ‘The Gnostic Paul’ ed  ‘Beyond Belief: The Secret Gospel of Thomas’, che i contesti del credo gnostico contenuti nelle lettere di San Paolo, e nei detti di Giuda Tommaso, siano in netta contrapposizione al cristianesimo neoplatonico e fortemente ellenizzato dalla cultura greca; focalizzandosi negli stessi, sulla pretesa delle religioni di possedere l'unica e autentica verità. Confrontando il Vangelo secondo Giovanni con il Vangelo di Tommaso, la Pagels rileva come, mentre Giovanni sostiene che Gesù sia la «luce del mondo», Tommaso insegna che «vi è una luce entro ogni persona che illumina l'universo intero. Se non brilla, c'è la tenebra». Tommaso condivide con altri cosiddetti insegnamenti segreti, la convinzione che Gesù non sia Dio, ma un maestro che cerca di scoprire la luce divina in ogni essere umano.

  

La Pagels, afferma che il vangelo secondo Giovanni, sia stato scritto in confutazione di quello di Tommaso: ‘Giovanni considera Tommaso un discepolo di poca fede che non riesce a credere senza vedere ed enfatizza molto il ruolo di Gesù come centro della fede, che è la base della maggior parte della tradizione del moderno cristianesimo. Al tempo delle persecuzioni, i padri della Chiesa costituirono il canone, il credo e la gerarchia ecclesiastica, sopprimendo in questo processo diverse fonti di spiritualità al fine di evitare ogni motivo di conflitto con la legge e la religione romana’.

Ma qual è il vero punto di scissione tra il cristianesimo e lo gnosticismo? Innanzitutto, dice si deve puntare l’attenzione sul grande ‘avvilimento’ che i primi gnostici provavano nel vivere questa materialità, questo mondo sbagliato, frutto di un amore empio tra la vera figlia di dio, Sophia, la saggezza, e suo padre; e dalla frustrazione di questo amore illecito, Ella auto-procreò, abortendo, questo figlio illegittimo e deforme dalle fattezze leonine, Yaldabaoth, re del caos, che supponendo arrogantemente di essere stato cacciato dal paradiso per essere  l’unico dio, creò questo mondo, il mondo fisico; un mondo creato da una passione illecita, nella sofferenza, che ha imprigionato l’essere umano nella materia, ed avvolto la sua anima divina, eterna, in un corpo mortale. Egli creando quindi il mondo della materia, ha creato l’uomo a sua propria immagine per sempre schiavo della materia. Un arconte, che erroneamente i cristiani venerano come il loro unico dio. Invece, il vero dio, il dio buono, il dio misericordioso, ha inviato sulla terra Gesù, per redimere l’umanità dalle idee sbagliate di Yaldabaoth/Yahweh.

Quando quegli ebrei alessandrini si sono convertirti al cristianesimo, Gesù ha parlato ai loro cuori, al loro io più profondo (chi conosce se stesso, conosce dio). Tutto questo, ha quindi acceso tra le comunità religiose, un centenario (oggi millenario) dibattito sulla figura stessa del Cristo. La frattura mai più sanata fra i due pensieri infatti, fu centrata sul ‘perché Gesù avesse dovuto subire una morte così plateale’, cruenta, dolorosa; e tra le comunità ortodosse, l’unico modo per cui riuscirono a darne un senso religioso, fu quello del sacrificio di redenzione. Attraverso la Sua crocifissione, il Cristo aveva espiato i peccati dell’umanità intera. Ma se questo così era, per i primi ebrei e cristiani gnostici invece, questo sacrificio di Gesù, non poteva aver avuto questo valore di salvezza, perché ciò avrebbe indicato che ogni uomo si fosse reso colpevole di peccati così indicibili, oltre ogni possibilità di perdono; e per tanto, non poteva essere questo il messaggio religioso della crocifissione (Elain Pagels).

Fine parte terza

Emilio FERRARA



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