U.A.P. Fenomeni celesti, simboli terrestri: 2° parte

Pubblicato: 28/01/2023

CULTURA DEL DUBBIO

U.A.P. Fenomeni celesti, simboli terrestri: 2° parte

SULL’EVOLUZIONE

Sir Alfred Russell Wallace, naturalista, padre della bio-geografia e co-autore della selezione naturale insieme a Darwin; poco prima di interrompere la collaborazione con lo stesso, durante lo studio sull’Orangutan, palesò apertamente in una delle epistole intercorse: ‘…pare tale come impossibile, che l’homo-sapiens, si sia così profondamente e spontaneamente evoluto dai bipedi senza peli sulle mani, senza qualche forma di intervento esterno’.

DIO CREATORE?

- OPPURE –

DIO E CREATORE?

DIO CREATORE

CHI E’ DIO?

Nessuno, ancora oggi, potrebbe esaustivamente riferire su ‘dio’; né tanto meno, esser certo di conoscerne la ‘reale’ natura. D-o, è un insieme di idee. Noi tutti, i credenti quantomeno, abbiamo una o più idee su chi sia D-o. Più precisamente potremmo dire, che le sacre scritture (che dovrebbero spiegarcelo chi egli sia), ci forniscono solo delle indicazioni su ‘cosa’ sia, e quali siano le sue peculiari caratteristiche; perché di più non si conosce.

COM’E’ FATTO DIO?

Giovanni l’evangelista dice che, "Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio [cioè il Figlio Gesù Cristo], che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere" (vedi anche 1Tim 1:17; 6:16). Mosè vide Dio da dietro, proprio perché non si poteva guardare il suo volto (Es 33:21-23). Similmente a Mosè, alcuni anziani "videro" Dio in Es 24:9-11. Sembra che anche qui ci fosse una visione limitata di Dio, dei suoi piedi e il pavimento; così come, Dt 4:15 è scritto che gli Israeliti non videro nessuna figura di Dio a Sinai. Nello stesso modo, alcuni profeti videro solo il "bordo" di Dio, con qualche idea della sua grandezza (Is 6:1-5; Ez 1:26-28; Dan 7:9-10); anche se Spesso videro Dio in visione, non in realtà: ‘Dio mandò una rappresentazione visiva di se stesso’. Similmente in Giudici 13:22 Manoà pensava di aver visto Dio, ma in realtà era un angelo del Signore. In Es 33:20 invece, e dio stesso a dire: "l'uomo non può vedermi e vivere".

NOTA IN ESCURSUS

Nel libro dei Salmi 82, ai versetti 6 e 7, (escluse le versioni rivisitate e successive, in cui i traduttori sostituiranno il termine ‘Elohim’ con ‘Giudici’), leggiamo: ‘Voi siete Elohim. Siete figli dell’Altissimo (l’Altissimo è Elyon ‘primo tra gli uguali; primo tra gli Elohim’). Eppure morirete come ogni uomo. Cadrete come tutti i potenti’.

COMMENTO ALLA NOTA

Se rifletteste attentamente, sulla domanda ‘chi sia dio’, capireste che questa, è stata lo incipit che ha generato, tentandone di darne risposta; a quelle correnti di pensiero che oggi chiamiamo ‘religioni’. – Per assurdo, se noi avessimo la risposta a questa domanda; presumibilmente, oggi non avremmo parlato di ‘religioni’.

RITORNANDO ALLA CORPOREITA’ DI D-O.

Però, alcuni indizi sulla corporeità di d-o forse l’abbiamo. I medi e gli orientali, l’hanno giustificata con la reincarnazione dei ‘profeti’ e degli ‘eletti’ di d-o; i cristiani, in quella di Yeshouà (Gesù) – suo unigenito figlio.

Ma perché tutto ciò? –

Perché delle surroghe? –

Perché D-o non si è mai mostrato fisicamente in modo inconfutabile?

NOTA IN ESCURSUS

La risposta è semplice; qualcosa che non si può concepire ‘a fondo’, ne vedere, si può temere. Altresì, sarebbe venuta meno, quella che è la ‘spontanea’ sottomissione ad un credo religioso. Rammentate il concetto di ‘libera scelta’. La religione, è il più grande strumento di controllo delle masse, alla quale non si è obbligati da nessuno a sottomettersi; ma alla quale tutti lo siamo, solo perché non concepiamo come potercene difendere per sopravvivere ad un futuro che possa riservarci (oltre) la morte, anche sofferenza eterna. ‘Egoismo dell’auto-conservazione’. Alle dittature militari, politiche, economiche, ci si ribella – perché conosciamo i nostri avversari -; a D-o ed alle religioni, non ci si ribella – perché se ne disconosce l’avversario. Ecco generato ‘il timor di dio’.  

COMMENTO ALLA NOTA

Quindi, i teologi e gli esegeti fondamentalmente, attraverso le sacre scritture, non fanno altro da millenni, che cercare di formulare ipotesi ed interpretare ciò che loro stessi, ci hanno propinato come idea di ciò che voglia significare ‘D-O’, e su ciò che possa (verosimilmente) essere.

Prima, vi ho riportato la traduzione di quanto riportato nel testo canonico del libro dei salmi, nel quale ‘82’ – ai versi 6 e 7; si scrive della mortalità degli Elohim. Termine quest’ultimo, che c’è tradotto come ‘dio’; ma che, oggettivamente, ed alla luce di questa traduzione, non potrebbe ‘significarlo’, poiché verrebbe meno – la principale caratteristica – che deve avere un D-O per essere tale: ‘la Sua eternità’. La sua immortalità.

 Ecco del perché, i redattori delle sacre scritture hanno ‘surrogato’ l’immortalità di D-O attraverso le figure profetiche e degli eletti. Noi Cristiani, siamo anche andati oltre, abbiamo incarnato in un uomo ‘D-o stesso’.

CHI E’ IL NOSTRO CREATORE?

Non possiamo avere certezza di chi lo sia; ecco perché esiste il dogma della fede. Però, attraverso l’interpretazione delle Sacre Scritture, dei testi apocrifi e di scritti che, seppur non canonici, sono considerati attendibili storicamente, potremmo ben ipotizzare che la nostra, sia stata una creazione mediata.

Le culture sumero-babilonesi, nel loro libro della creazione (l’enuma elish), narrano, similarmente a quanto contenuto nei nostri protovangeli e testi sacri (bibbia compresa); che ad un certo punto, gli dei (e non al singolare), siano intervenuti geneticamente su delle razze primitive già esistenti sulla nostra terra, ed attraverso l’innesto genetico del loro dna, abbiano dato inizio ad una nuova fase evolutiva, che dall’herectus ci ha portati al sapiens sapiens moderno.

NOTA IN ESCURSUS

Un esempio esemplificativo su tutti, riguarda proprio il nostro teoretico primo creato, Adamo. Adamah in ebraico biblico, non vuol indicare il suo nome proprio, ne ‘uomo’ in senso letterale; perché il termine ebraico per definirlo è ish, bensì ‘terra rossa’, più genericamente ‘terrestre’ o più largamente oggi, ‘genere umano’. Ma se lo interpretiamo esotericamente, potremmo attribuirgli il significato ‘fatto dalla terra’, creato come un golem e ‘vitalizzato’ dall’alito della vita. L’alito della vita che in ebraico biblico, non essendoci la concezione espressa dell’anima, viene tradotto con il termine nephesh, rappresenta antropologicamente il sangue. Il sangue è vita; e per tanto, il concetto di alito vitale (inteso come anima) viene concepito come il vitalizzante che era contenuto nel sangue stesso. Quindi se quel termine, ‘terra rossa’, allegoricamente viene inteso: ‘creato da l’innesto del sangue (dna) di dio, con un genere di ominide già presente sulla terra’… ecco creato il parallelismo con l’Adapa sumero, figlio del dio Enki - (L’Ea babilonese).

QUALI GLI INTERROGATIVI?

Cerchi nel grano quale mezzo di comunicazione di massa utilizzato dai nostri creatori?

Cosa vogliono comunicarci attraverso delle geometrie così complesse?

Perché proprio nei campi di grano?

Il frumento, è un alimento derivante da un cereale selvatico, che ancora oggi è alla base della nostra alimentazione, perché super energetico. I campioni, risalenti al periodo mesopotamico, e ritrovati per esempio nella grotta di Shanidar, ai piedi del monte Zagros, nella zona del Kurdistan, oppure i resti di semi carbonizzati trovati negli scavi dei villaggi agricoli di Cafer Hoyuk, Nevali Cori e Canyonu, nel nord della mezzaluna fertile; appaiono già perfettamente evoluti e dotati di tutte quelle caratteristiche speciali che hanno oggi. Non vi è traccia di passaggi intermedi e risulta evidente, anche alla più superficiale delle analisi, che Madre Natura avrebbe bisogno di migliaia e migliaia di generazioni di selezione naturale per raggiungere un simile grado di sofisticatezza. Tra l’altro, mentre risulta evidente il vantaggio per l’uomo, di questa evoluzione del frumento, non è chiaro quale sarebbe invece, quella per il vegetale stesso.

Per tanto: […] Risulta inspiegabile la rapidità con cui le varie specie di cereali, ortaggi e frutta sono cominciate ad apparire, tutti nello stesso periodo e nella stessa regione.

NOTA CONCLUSIVA

Il Prof. Dario Bressanini in suo articolo (Un mostro chiamato frumento, Le Scienze, n. 32, agosto 2014), pubblicato da Zanichelli e poi sul numero di agosto 2014 di “Le scienze”, definisce il frumento: ‘un mostro genetico che non esiste allo stato selvatico’. Afferma nell’articolo, che tra il Triticum Urartu, un cereale selvatico e il Triticum Aestivum, il grano tenero, intercorrono ben due incroci dove, inspiegabilmente e in maniera del tutto innaturale, il genoma completo di due erbacce è stato fuso con quello del cereale, per ottenere per ibridazione una nuova specie che, per giunta, è risultata essere non sterile. È significativo che l’esperto parli esplicitamente di “rottura della naturale barriera tra specie diverse” e di organismi geneticamente modificati, quindi non si tratta di una sorta di “miracolo” della botanica, ma piuttosto d’ingegneria genetica. Queste scoperte trovano un’incredibile analogia con quella del 2001 del Dott. Steven Scherer, del Baylor College of Medicine’s Human Genome Center of Huston, Texas, che ha pubblicato i risultati delle sue ricerche in cui risulta che ci sono oltre duecento geni nel DNA umano che sono estranei al patrimonio genetico dei vertebrati. Come siano finiti nel nostro DNA è inspiegabile, così come inspiegabili sono le acquisizioni genetiche del moderno “grano”.

[…] Chiunque abbia compiuto un tale prodigio aveva, a buon senso, un evidente motivo di farlo: ‘permettere all’Homo Sapiens che viveva in Mesopotamia di sfamarsi agevolmente con l’agricoltura e di creare una società civile, stanziale e moderna’. […] Il miracolo evolutivo rappresentato dal frumento, perfettamente coincidente con quello dell’evoluzione del sapiens, non sono gli unici che sembrano essere accaduti in un passato non tanto remoto e che piano piano vengono portati in evidenza dai moderni studi sulla genetica degli esseri viventi.

POST-CREDIT

ALTRI INDIZI SULLA CORPOREITA’ DI D-O

LIBRO DELLA GENESI – CAP. 1 (…); Il sesto e ultimo, Dio ordina che la terra produca gli altri animali e lui stesso li “fece” (‘āsāh) (1.24-25); poi annuncia di “fare” anche l’uomo “a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” e così “lo creò (bārā’) a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina” (1.26-27).

NOTA IN ESCURSUS

Se partiamo dal presupposto che Noi, siamo alla Sua immagine ed alla Sua somiglianza, la risposta dovrebbe essere certa; Dio ha la corporeità di un essere umano.

COMMENTO ALLA NOTA

Ma allora; perché in Esodo, Deuteronomio, Isaia, così come in Giudici, in Giovanni e Daniele, abbiamo letto che nessuno ha mai visto realmente la fisicità di Dio?

Perché queste palesi contraddizioni?

Forse perché… Non siamo stati Noi fatti a Sua immagine ed alla Sua Somiglianza, ma siamo stati Noi, a crearci un dio nostro simile per sentirlo più reale e più vicino alla nostra di Somiglianza?

Oppure, perché… Abbiamo visto una corporeità simile alla Nostra, ma che non apparteneva a Dio, bensì al Creatore?

Alcuni indizi, di questa costruzione ad hoc, la possiamo trovare proprio lì, dove non la ricercheremmo mai…NEL SUO NOME

Se gli ideogrammi del tetragramma, li scriviamo in forma verticale, non possiamo fare altro che riconoscere nelle sue forme, l’immagine iconica o simbolica di un uomo. (Genesi 1:26). Per tanto, logica soggiunge l’astrazione che, YHWH è a nostra immagine.

Concludo questo mio articolo, con una massima di Jean Cocteau a me molto cara; speranzoso che l’opera di divulgazione sapienziale sia sempre più libera e scevra da ogni forma di classismo e classicismo.

‘La verità, non va confusa con l’opinione della maggioranza’.

Jean Cocteau

Emilio FERRARA



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