Un libro per raccontare la nostra meravigliosa Calabria

Pubblicato: 09/02/2021
Un libro per raccontare la nostra meravigliosa Calabria

NICOLA .....

ma anche Filippo, Don Edoardo, Don Gigi, Franco, Celeste, Phil, Enzo......

In realtà, è tutta colpa di don Gigi. Perché lui ha sempre un bisogno interiore fortissimo di aiutare il mondo. E dove trova uno spiraglietto per esserci… si infila. Così ha fatto con la Calabria. C’è rimasto malissimo, quando è stata “condannata” a “zona rossa”.

E ha deciso di dovere dare il suo contributo Sì, perché don Gigi è il presidente di Fondazione Santina, un ente che si occupa, secondo le sue possibilità, di aiutare persone – in tutto il mondo e per qualsiasi necessità …

E così incomincia ad esplorare il mondo calabrese. E incappa, prima di tutto, in un calabrese doc, don Edoardo Varano, che sulla scia di profonde riflessioni sulla sua vita di sacerdote, prende coscienza – oltre mezzo secolo fa – del fatto che la sua attività accademica è sì utile, ma lo tiene lontano dalla vita vissuta, la vita reale. Scende con i piedi per terra e si accorge della “terribile solitudine dei vecchi”, e contro ogni più pessimistica previsione riesce alla fine a fondare “Villa della Fraternità”, “una casa grande e comoda, e soprattutto calda d’affetto”. Questo risale al 1957.

Don Gigi ci racconta la storia di un altro illustre calabrese, il prof. Franco Romeo, cardiologo, sicuramente tra i più conosciuti in Italia, e di fama internazionale. Franco Romeo è un medico che esercita la sua professione come una missione. In lui don Gigi riconosce uno dei “volti della speranza” della Calabria, perché raccoglie in sé le caratteristiche che si vogliono abitualmente attribuire a un calabrese: la caparbietà e la razionalità.

Le sue considerazioni sulla “zona rossa” attribuita alla Calabria sono una sorpresa – non sono quelle che sentiamo nei notiziari e dai politici, e quindi fanno veramente riflettere. Nella veste di medico, poi, veramente è portatore di speranza e Luigi, uno dei suoi pazienti, lo sa bene …

Con l’aiuto di un altro calabrese, omonimo del primo, il vaticanista Enzo Romeo, abbiamo raccolto tre storie di calabresi “doc”: Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro, si presenta da solo. Ha istruito uno dei più grandi processi contro la ‘Ndrangheta degli ultimi anni, vive sotto scorta da 30. Originario di Gerace, tra i borghi medievali più belli d’Italia con origini antichissime, non ha mai voluto lasciare la sua terra, fin dall’inizio della sua carriera.

Sua la richiesta di rimanere, da sostituto procuratore, a lavorare a Locri – la Calabria come “scelta” precisa. Quella scelta di rimanere con la speranza che, alla fine, riescano a prevalere gli antichi sani veri valori di quella terra e delle persone “per bene” che ci vivono …

Altro personaggio del territorio è Celeste Logiacco, giovane sindacalista di Piana di Gioia Tauro, impegnata a trasferire la sua “speranza” nella possibilità di aiutare i rifugiati che vivono in quella terra a raggiungere una vita dignitosa e tutelata, nella consapevolezza che per fare questo è necessario abbinare la tutela dei diritti allo sviluppo integrale della persona.

E ancora, Filippo che gestisce un ristorante sul lungomare di Reggio Calabria. Nel 2008 si è opposto alla richiesta del “pizzo”, sostenuto e spalleggiato dai fratelli, memori tutti degli insegnamenti del padre, a sua volta vittima di una rappresaglia per essersi rifiutato di pagare “la protezione” della mafia: “Mai piegarsi a queste richieste. Prima si prendono i tuoi soldi, poi la tua azienda”.

Filippo non tiene per sé il suo benessere, ma condivide: prima con i poveri, per i quali organizza una volta al mese il “pranzo solidale” nel suo ristorante, poi decide di assumere, tra le dieci persone che lavorano per lui, anche sei immigrati provenienti da Gambia, Senegal, Iraq e Moldavia; di questi, due hanno ricevuto la casacca di chef … che soddisfazione!

Filippo è anche molto attento alle materie prime che utilizza per i suoi clienti: prodotti rigorosamente della sua terra, che portano nei cibi i profumi e i sapori della Calabria, rifornendosi da piccole aziende “sane”, anche a costo di pagare qualche euro in più ma nella certezza che i soldi andranno a produttori e commercianti onesti, e non al racket.

Ma – last but not least – apre questa piccola ma significativa rassegna un calabrese “di ritorno”, Phil Pulella. Oggi è senior correspondent dell’agenzia di informazioni Reuters, vaticanista giramondo, con il maggior numero di viaggi compiuti su un aereo papale, al seguito di ben tre papi.

Da bambino dovette seguire i genitori che, come tanti ancora oggi, furono costretti, per garantire la sopravvivenza alla famiglia, ad emigrare. Ma da grande è voluto tornare in Italia e torna sempre con nostalgia nella sua terra: è infatti originario di Soriano Calabro, un paese di montagna a soli 80 km da Gerace – la città d’origine di Nicola Gratteri.

“La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”, è inciso nel marmo del monumento che a Reggio Calabria ricorda Corrado Alvaro, il più importante scrittore calabrese degli ultimi secoli.

Sembra che questi rappresentanti della sua terra vivano tutti secondo questo “motto”, tesi a restituire alla Calabria quella speranza che da troppo tempo le è negata.

IL VIANDANTE

 



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