"DIO è relazione"

Pubblicato: 11/06/2022

Domenica 12 giugno 2022: SS Trinità

"DIO è relazione"
Con la Pentecoste, celebrata domenica scorsa, si è chiuso il ciclo delle celebrazioni del tempo di Pasqua e, a partire da lunedi siamo entrati  già nel tempo ordinario, però la Chiesa ci invita a riflettere sul mistero della santissima Trinità. 
 
Si tratta del nostro Dio e come ben sappiamo, parlandone anche da un punto di vista teoretico, si tratta delle tre Persone Divine e nel contempo dell'unico Dio in tre. Certo davanti al Mistero non si può  che andare per approcci ed è  per questo che la teologia ricorre all"uso di terminologie, per così dire artificiose, un linguaggio che  ci vorrebbe aiutare a comprendere la grandezza di questa realtà  Divina, ma si tratta pur sempre di un Mistero, per cui alla fine ci si deve abbandonare nella fede. 
 
Questo Mistero ci rimanda all'unicità di Dio, l'unico Dio per cui la denoninazione "Trinità" non deve confonderci;  il fatto delle tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, potremmo dire, che ci aiuta a condiderare la specificità di ognuno, il Volto di ognuno, per cui noi possiamo dire di avere dei volti, o meglio di dare un volto al Padre che senza dubbio è il Creatore;  potremmo attribuire un volto al Figlio che è il Redentore e attribuire un volto anche allo Spirito che e' il Consolatore, colui che viene in mezzo a noi, che anima costantemente ognuno di noi all'Amore di Dio che è vivo e opera in mezzo a noi.      
 
Sono tre volti ma si tratta sempre dell'unico Dio!  A riguardo don Tonino Bello affermava: "io non farei 1+1+1 ma piuttosto farei 1×1×1 cioè non sommerei le Persone ma le moltiplicherei perché una si moltiplica insieme all'altra, uno guarda all'altra e divenendo sempre l'unica Persona Divina".
 
Sant’ Agostino affermava con forza che questo Dio che “E’ colui che è”, è fondamentalmente Trinità. Dio in senso assoluto è sia il Padre, sia il Figlio sia lo Spirito Santo, essi sono inseparabili nell’Essere ma operano inseparabilmente, non essendoci differenza né funzionale né gerarchica, essi sono perfettamente uguali. Ma il fatto misterioso è che ciò nonostante  queste tre persone sono distinte da Agostino, non dal punto di vista della sostanza ma da quello relazionale: per cui il Padre ha il Figlio ma non è il Figlio, che ha sua volta ha il Padre ma non è il Padre, entrambi hanno lo Spirito Santo ma non sono lo Spirito Santo e viceversa. Ciò significa che ciascuna delle tre persone è distinta dalle altre ma non diversa nell’essere.
 
Tutto questo ci rimanda ad una dinamica, che per noi è determinante: la relazionalità, la necessità di essere in relazione gli uni gli altri. 
 
La relazione del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre nello Spirito Santo ci fa comprendere quanto importante sia la dinamica delle relazioni, quanto la grandezza e potenza di Dio possa passare da una Persona all'altra. Ne viene un quadro teologico inequivocabile: è una Divinità che non sta lì da sola, nel Suo limbo, ma piuttosto un Dio che si relaziona in se stesso, in una circolarità di amore espansiva e avvolgente che, in qualche modo, promuove a sua volta relazione e  inclusione. 
 
Oggi si parla tanto di inclusione....be'  il primo ad includere è Dio. La santissima Trinità include tutti e tutti spinge a fare altrettanto: a includere e ad accogliere sempre e chiunque si avvicini a noi. È una dinamica teologica che dovrebbe procurare felicità  e gioia pura in chi la mette in atto. 
 
Per noi che, in genere, pensiamo che essere felici significa, stare bene economicamente e bastare a se stessi, affermare che Dio è Trinità significa dire che Dio pur essendo l'Onnipotente che, da solo riempie tutto l’universo, per rendersi vicono a noi e farci comprendere la grandezza di questo mistero ci rivela che è Padre, Figlio e Spirito Santo, cioè dice che è relazione! 
 
Allora ogni qualvolta che noi vogliamo puntare in alto, vogliamo puntare al meglio di noi stessi, alla felicità più piena, non possiamo mai farlo senza l’altro, non possiamo mai escludere gli altri, dobbiamo sempre includere perché partecipino della nostra gioia, della nostra realizzazione.
   
Tutti noi credenti dovremmo testimoniare la gioia e la grazia di questo incontro con la SS Trinità, con un "Dio Amore" che nel momento in cui viene accolto, a Sua volta accoglie e riempie la vita di senso.
 
don Alfonso GIORGIO


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