A immagine di Cristo buon pastore

Pubblicato: 20/04/2024
A immagine di Cristo buon pastore

Questa di oggi è una domenica speciale dedicata al Buon Pastore. Si tratta di una bellissima immagine che ha ispirato tantissimi artisti, e sin dal primo secolo d.C..

Con varie e belle imnagini di Gesù che porta sulle spalle un agnellino e conduce le pecore madri ci è stata cosegnata una immagine efficace di un Messia pieno di tenerezza e amore per la gente.
In realtà, stando alla lingua originale, letteralmente andrebbe tradotto "il pastore bello", più che "pastore buono".

Il pastore bello è quel pastore per il quale non viene evidenziata la bellezza esteriore, perché non è questo che interessa, ma piuttosto la bellezza interiore, la grandezza di Gesù, la bontà di questo Dio che conduce il Suo gregge che prende per mano, che reca sul petto gli agnellini, che si prende cura delle pecorelle più deboli.

È un'immagine tratta sicuramente dal mondo agricolo, bucolico, del tempo ma noi possiamo comunque comprenderla perché i pastori ci saranno sempre, e sarà sempre possibile vederle.

Mentre scrivo questa breve riflessione mi viene in mente quello che era il programma formativo del tempo in cui sono stato seminarista a Molfetta, nella diocesi di don Tonino Bello: "A immagine di Cristo Buon Pastore". Noi seminaristi eravamo così toccati dalla testimonianza di don Tonino che, a nostro avviso, piu di ogni altro, proprio lui, si presentava a noi davvero come un "buon pastore", un "bel pastore", umile, con quei gesti e segni umili che non lasciavano indifferenti a quei tempi; un umile che recava con sé i segni episcopali realizzati in legno. Spesso afffermava che non vanno ostentati i segni del potere, non dobbiamo arrogarci un potere, "non i segni del potere ma il potete dei segni". Non dobbiamo recarci agli altri con i segni del potere, ma piuttosto dobbiamo dare uno spessore, un valore, una forza e un potere ai segni. E un segno che sicuramente evidenzia tutto questo interesse per i piu poveri e reietti del mondo lo era diventato proprio lui, pastore attento e prossimo alla gente e ai poveri, soprattutto.

Don Lorenzo Milani, nel suo originale lavoro educativo aveva coniato uno slogan: "I care": " mi interessa" Ecco, io penso che ognuno di noi, ciascuno nella sua vocazione è chiamato ad essere, in qualche, modo pastore del "gregge" che gli viene affidato: forse un figlio, una famiglia, un gruppo di amici, dei colleghi di lavoro o di studio, una comunità ecclesiale ecc.

Io credo che ogni persona e ancor più ogni credente, ogni cristiano, non può non interessarsi alle persone che gli sono accanto specie a quelle che soffrono.
Come si fa a rimanere indiffferenti dinanzi a quelle folle che fuggono dalla guerra e dalla fame e cercano conforto, pane e speranza approdando sulle sponde dei nostri mari? Sono come pecore smarrite, provate dal dolore del cammino e abbandonate a se stesse, come "pecore senza pastore", ma è Gesù il loro pastore perche è proprio Lui a dichiararlo: "sono mie pecore anche quelle che non sono in questo ovile" anche loro - o forse più di ogni altro - meritano l'attenzione del Signore.

E' proprio di queste persone, di questi poveri, di questi sofferenti che Gesù si interessa e che ogni credente dovrebbe pure interessarsi.
Non dovremmo vivere l'indifferenza dei "mercenari", che fanno tutto solo per interesse. Questa è la differenza sostanziale: il Buon Pastore non è il mercenario che abbandona le pecore alla loro sorte, al pericolo, ai lupi, ma è colui che invece se ne prende cura, sta sempre con loro anche a rischio della vita, cone realmente ha fatto Gesu donando tutto se stesso per noi.

Amo pensare, nella mia pochezza, ma soprattutto nel mio cuore di piccolo collaboratore del Grande Pastore che ci guida da sempre, ad una Chiesa sempre più prossima, sempre più vicina ai poveri, agli ultimi; a successori degli apostoli, ministri del Vangelo, attenti umili e vicini alle pecore piu fragili dell'ovile di Cristo.

Penso pure a noi sacerdoti che dovremmo, in qualche modo, riflettere, anche se in maniera opaca, questa immagine di Gesù buon pastore vicino ai sofferenti, ai depressi, ai frustrati, vicino a tutti coloro che ormai hanno gettato la spugna e pensano che non ci sia più nulla da fare ma, in realtà, è proprio lì che noi dobbiamo avvicinarci, è lì che dobbiamo essere buoni pastori, bei pastori che si prendono cura di questi fratelli, di queste sorelle guidandole e incoraggiandole sempre più fornendo loro abbondanti scorte di speranza e fiducia nel futuro.

don Alfonso GIORGIO



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