Accogliere Gesù per volare alto

Pubblicato: 27/01/2024

Mc 1, 21-28

Accogliere Gesù per volare alto

E’ la quarta domenica del tempo ordinario e continua il nostro percorso di “lectio” del vangelo di Marco. Gesù è in Sinagoga, si tratta del luogo deputato alla preghiera, dove la comunità si raccoglie, il luogo per eccellenza ove ci si incontra per entrare in dialogo con Dio e vivere con intensità la dimensione spirituale e attuare ed ascoltare la predicazione dei rabbini e di coloro che sono preposti a questo.

Gesù, così come annota l’evangelista, predicava “come uno che ha autorità” e non come gli scribi.

Il mondo, specialmente oggi, ha un disperato bisogno di maestri autorevoli.

Ma noi alla fine chi ascoltiamo?

Gli influencers?

Quante delusioni.

Tanti followers e poi? Ti accorgi che spesso è solo opportunismo e che non hanno a cuore la tua persona ma solo i loro reconditi interessi personali.

Bisogna sceglierli attentamente i nostri maestri e con tanta umiltà sforzarsi di camminare al passo con chi è andato più avanti.

Da chi dobbiamo imparare?

Da chi ci aiuta a discernere e a crescere in sapienza e grazia, cioè in quella capacità tanto dimenticata che è lo stupore e la gratitudine per quello che Dio ci dona. In estrema sintesi dovremmo scegliere chi ci fa volare alto, chi ci rende liberi.

I veri maestri non sono quelli che metteranno ulteriori “pesanti fardelli” alla nostra vita o nuovi ostacoli, ma quelli che ci daranno un’ala e magari ci aiuteranno a volare con quell’“ala di riserva”. Come diceva don Tonino Bello in  quella famosissima sua composizione: “Noi siamo angeli con un’ala sola. Per volare, abbiamo bisogno di restare abbracciati al fratello, cui prestiamo la nostra ala e da cui prendiamo l’altra ala, necessaria per volare”. Nessuno si salva da solo. Abbiamo bisogno dell’altro, abbiamo bisogno di “maestri” attenti e solidali con noi.

L’autorità di Gesù, quindi, rinviene dal fatto che quello che dice lo attua e il modo con cui dice le cose rivela questa verità e la sua piena coerenza. 

Tante volte si dicono giuste, correte da un punto di vista dottrinale o evangelico ma il modo con cui le diciamo magari non convince perché vengono comunicate in modo asettico e si percepisce una distanza tra “il detto” e “il vissuto”. Facilmente formuliamo regole o programmi di vita ma difficilmente li viviamo. Riusciamo ad offrire dei principi, che magari sono giusti in se stessi ma, talvolta, il modo con cui vengono esternati rivela distacco, perché quello che convince di più non è una bella lettera o un bel discorso ma la nostra vita, la testimonianza della nostra vita.

La fede non è sapere bene delle cose, ma farle diventare sangue che scorre nelle vene e vita che avanza. Ritengo che questo sia un aspetto importante per la diffusione della “Buona Notizia” nel mondo.

L’autorità che Gesù manifesta nel Suo parlare e nel Suo agire si estende anche al combattimento contro Satana, così come diceva don Tonino Bello, facendo riferimento ai fatti dell'Eden in Genesi: “Gesù è venuto sulla terra a prendersi la rivincita su Satana”. Questa rivincita, in specifico, avviene concretamente nei confronti di un uomo: proprio colui che nella sinagoga si espone e interloquisce con Gesù gridandogli addosso disperato: “sei venuto a rovinarci”.

Va notato che quella voce disperata che viene fuori da un corpo usa il plurale, con questo si vuole fare intendere che lo spirito di Satana, lo spirito di questo demonio è presente nel corpo, nella vita di questa persona e vorrebbe falsamente esprimere solidarietà con lui, come se a rischiare la “rovina” siano in due lo stesso spirito immondo e la persona che lo abita.

In realtà come sappiamo Satana è l’ingannatore, colui che tenta di confondere e sempre ci inganna,  non  vuole assolutamente la salvezza, nè tantomeno il bene di quella vittima, ma, al contrario la vorrebbe rovinare. E’ lui che vuole rovinare così come ha fatto nell’Eden perché è lui ad alimentare l’iniquità. Gesù lo sa molto bene ed è per questo che scaccia questo spirito immondo con autorità e lo fa davanti a tutti, perché questa del resto è fondamentalmente la missione di Gesù: liberaci dal male e renderci creature libere e beate.

don Alfonso GIORGIO

 



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