Annunciare l'amore di Dio pagando di persona

Pubblicato: 24/06/2023
Annunciare l'amore di Dio pagando di persona

Il Vangelo di questa domenica ci ricorda che per essere cristiani bisogna essere disposti anche ad eventuali persecuzioni e che non è facile sopportare tutto questo.

Portare il Vangelo nel mondo, testimoniarlo con la propria vita senza mettere in conto questa possibilità di essere contrastati, perseguitati, dover pagare di persona significa scegliere solo un Vangelo che piace, cioè una Parola edulcorata e per niente sovversiva.

Gesù sottolinea quanto sia importante tutelarsi, ma non tanto per quel che concerne il corpo, perché può essere pure che venga ucciso questo corpo; "Possono uccidere il corpo" afferma Gesù "ma l'anima rimane" nella sua intensa integrità.
Quel che conta davvero è lo spirito e soprattutto è l'anima che vale, perché permane; l'anima che agisce e l'anima che va anche tutelata. Ha sete di Dio! Quella sete che è in ciascuno di noi, che è nella nostra anima e va appagata.
Uno dei modi per "soddisfare" la sete di Dio e' proprio nell'assolvimento di questo impegno di testimonianza, perché ognuno di noi è chiamato in virtù del battesimo, ad essere testimone del Vangelo. Questo non significa che non si debba andare incontro anche a delle difficoltà...

A riguardo Papa Francesco spesso suole dire - recentemente lo ha ribadito con più forza - che non è che essere cristiani significa assistere ad un concerto o "entrare in una sala da thè" a prendere dei biscottini con semplicità e tanta serenità senza pensieri e progetti, occorre, piuttosto, mettere in conto tutto questo scenario di persecuzioni e contrasti. Però, bisogna dire che se anche potessero ucciderci, anche se fossimo perseguitati e qualcuno ci facesse del male mai potranno intaccare quell'animo e quella determinazione di fede che il Signore ci ha posto nel cuore.

Si tratta di quel dono dello spirito che è in ciascuno di noi, quella capacità che ognuno di noi ha di rimanere vivo agli occhi di Dio e agli occhi degli altri; quella capacità, che ci viene data con il Battesimo essendo noi stati "illuminati" e abilitati anche a rischiarare le tenebre con cui ci imbattiamo ed essere luce e gli uni per gli altri.

A riguardo, Don Tonino Bello soleva dire: "il Signore verrà e verranno infrante quelle tombe nelle quali sono stati posti tutti coloro che, perseguitati, si sono ritrovati emarginati, vittime di violenza delle ingiustizie e dei soprusi dei più forti. Verranno liberati dalle loro tombe, dalle loro emarginazioni, perché il Signore agisce anche attraverso il nostro operato", la nostra azione, la nostra testimonianza, il nostro apostolato, quello che siamo chiamati a fare, appunto in quanto credenti.

È vero la paura ci invade, striscia in silenzio al fondo dell'anima e ci immobilizza, ci incatena, ci blocca.
Ma il Signore non si è ancora stancato di noi e ci ripete: “Non temete”. Più che un invito, sembra una parola certa! Perché Lui ci ama e siamo suoi. Nonostante le nostre debolezze e le nostre cadute, Lui non ci abbandona, anzi ci avverte: state attenti, perché "vi mando come pecore in mezzo ai lupi" (Mt 10,16).

Attenzione poi perché i lupi più feroci sono quelli che si travestono da pecorelle, che belano per attirare la nostra attenzione e poi ci divorano senza pietà. Per questo è necessario essere prudenti come serpenti, senza perdere la semplicità delle colombe (Mt 10,16).
Quel che è certo è che Il Signore ci vuole saldi nella fede (Col 2,7) e avvinghiati alla Parola di vita (Fil 2,16) per annunciare dai tetti quello che abbiamo ascoltato all'orecchio.

don Alfonso GIORGIO



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