Corpo a corpo con Gesù

Pubblicato: 24/08/2024
Corpo a corpo con Gesù

In questa domenica d'estate il racconto sul Pane si fa interessante e diventa sempre più profondo, esigente, tant'e' che coloro che sono con Gesù, mentre parla di se come "pane vivo, disceso dal cielo", come pane da mangiare per avere la vita eterna trovano difficoltà a capire.

Giusto per precisare meglio la profondità del tema, guardando al testo greco originale con il quale vengono riportati questi discorsi di Gesù, va sottolineato il fatto che il verbo usato non e' al futuro ma al presente: "chi mangia di questo pane ha la vita eterna", il che significa davvero che è un dono riservato a coloro che credono in Lui e che vivono di Lui, però i presenti non lo comprendono, trovano difficoltà ad accettare tutto questo, a loro sembra troppo.

Questo mistero è troppo profondo, troppo difficile da "digerire", e per questa ragione se ne vanno. Se ne vanno un po' tutti, perché non accettano, questa realtà, e poi Gesù che non è interessato all'"audience", ai "followers", cosi come potremmo dire noi oggi, con un linguaggio attuale, sembra rincarare la dose quando si rivolge ai più stretti collaboratori, ai dodici, e dice loro: "volete andarvene anche voi?" Perché se volete andarvene anche voi, sempre per quel gioco di grazia e libertà, siete liberi anche di andarvene.

E noi? Come reagiamo? Si, questa Parola sicuramente è rivolta anche a noi, è per noi e di fronte a questa domanda, siamo liberi, infatti, di accettare o non accettare, accogliere, credere o non credere.
Dopo un po' di minuti, evidentemente, dopo una breve riflessione, Pietro prende la parola e si rivolge a Lui e dice: "Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna".

Probabilmente fino a quel momento non doveva aver capito fino in fondo il mistero che veniva annunciato da Gesù, il mistero della Sua presenza viva nel Pane che è il Suo Corpo, però avendo fatto l'esperienza di essere amato, di stare bene con Gesù, di vivere la gioia dell'incontro, della comunione, della fraternità ed è per questo che sente di dover compiere uno stupendo atto di Fede: "Signore da chi andremo tu solo hai parole di vita eterna".

Se ci pensiamo anche noi, cristiani del XXI secolo non sempre riusciamo a capire fino in fondo e sopratutto in pienezza quello che ci accade in termini spirituali, non sempre siamo in grado di dare una lettura spirituale e comprensibile alle cose che ci accadono nella vita, ai misteri in cui, a volte, ci imbattiamo, però una cosa è certa, che con Gesù si sta bene, con Gesù si vive bene, se lo accogli veramente hai un animo pacificato, riesci a perdonare, riesci ad amare tutti.
Allora il Mistero è riconducibile ad un fatto che fa bene alle nostre anime: si tratta di amare come Lui, di perdonare come Lui, di vivere come Lui, di fare i gesti che Lui fa, la Sua vicinanza ai poveri, agli umili e ai reietti del mondo.

Non è facile credere in questo Pane che salva. La Fede è un dono ma va costantemente alimentato con la preghiera, ecco perché dobbiamo costantemente chiedere al Signore che aumenti la nostra Fede.

Le parole di Don Tonino Bello, che in questo contesto faccio mie, ci possono aiutare: "Salvaci Signore dalla presunzione di sapere tutto, di chi non ammette i dubbi, dalla durezza, di chi non tollera i ritardi, dal rigore, di chi non perdona le debolezze, dall'ipocrisia, di chi salva i principi e uccide le persone. Toccami il cuore, rendimi trasparente la vita, perché le parole quando veicolano la tua non suonino false sulle mie labbra". E la falsità, - aggiungo - , la si coglie quando le parole dette sono belle e intense, cariche di amore, di spiritualità evangelica, ma i gesti non corrispondono alle parole pronunciate.

Proprio di questo, molto spesso ci accusano i non credenti, ci vedono incoerenti e lontani dal Vangelo. Ed è vero molti cristiani battezzati vivono la fede come "Religione", come un insieme di regole da osservare o riti e procedure rituali da attuare, di tanto in tanto con tanta superficialità e mediocrità.
Chiediamo al Signore che ci aiuti ad essere particolarmente attenti ai più poveri e sfortunati del mondo, come quelli che incontriamo ogni giorno nelle nostre città o sono chiusi nelle proprie case, inchiodati su una sedia a rotelle o immersi nel buio della propria cecità e del proprio dolore.

Accogliere il Pane di vita significa anche condividerlo, essere solidali con chi e' in difficoltà, con chi è emarginato, con chi si trova fuori dal cerchio delle persone privilegiate da questo mondo..
"Signore da chi andremo?" È un interrogativo profondo che dice anche il nostro sbandamento ma contiene in se anche la risposta piu esaustiva.

Di fronte al Sacramento vivente della presenza eucaristica di Gesù si può scegliere: rimanere o andarsene cosi come di fronte al corpo sofferente di un fratello o una sorella che ci sta dinanzi e ci tende la mano, possiamo occuparcene o ignorarlo.

Alla fine non è piu una questione di procedure rituali-religiose ma un incontro "corpo a corpo" con Gesù e davanti a Lui non si può che essere veri, perché Lui mette a nudo ogni menzogna e falsità.

La verità ci farà liberi e la libertà ci solleva dai macigni delle nostre superficialità predisponendoci a vivere felici per sempre.

Con Gesù è tutto piu bello, senza di Lui tutto perde significato, anche la stessa nostra vita potrebbe non avere piu senso.

don Alfonso GIORGIO



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