Credere è condividere il Sogno di Dio

Pubblicato: 17/12/2022

Mt 1,18-24 

Credere è condividere il Sogno di Dio

E' la quarta domenica di Avvento! Ormai manca una sola settimana al Natale e la liturgia ci mette di fronte ad un personaggio molto conosciuto ma del quale non abbiamo discorsi e parole da lui pronunciate ma solo tanta testimonianza di Fede e arrendevolezza alla volontà di Dio. Si tratta di Giuseppe della stirpe di Davide, lo sposo che diverrà il “custode” del Redentore pur non essendo il padre. 

Nel tempo del seminario mi colpì molto uno scritto che don Tonino Bello dedicò al padre putativo di Gesù:  Lettera a San Giuseppe”. Mi ricordo che lo scelsi come meditazione natalizia per vivere bene il Santo Natale. Il venerabile vescovo di Molfetta si rivolgeva al Santo come a Colui che, in quanto “sognatore”, poteva capire fino in fondo il Sogno di Dio e la particolare e delicata situazione di Maria: “Ti ha parlato di Yahweh. di un Angelo del Signore, di un mistero nascosto nei secoli, ora nascosto nel suo grembo; di un progetto più grande dell'universo e più alto del firmamento che vi sovrasta. Poi ti ha chiesto di uscire dalla sua vita, di dirle Addio e di dimenticarla per sempre. Fu allora che la stringessi per la prima volta al cuore e le dicesti tremando per me, rinuncio volentieri ai miei piani, voglio condividere i tuoi Maria, purché mi faccia stare con te. Lei ti rispose di sì. E tu le sfiorasti il grembo con una carezza, era la tua prima benedizione sulla chiesa nascente”

Molto bella e soprattutto molto intensa questa immagine di Giuseppe che acconsente. E ritengo con non poche difficoltà, con non pochi dubbi. E’ per questo che nel sogno l’angelo gli si rivela e gli schiarisce le idee e lui comprende fino in fondo. 

Un sognatore! solo un sognatore, - come afferma don Tonino - può capire il mistero. Solo chi sa sognare come San Giuseppe riesce a vedere le cose che iniziano, i segni di speranza che emergono e non le cose che falliscono. Ed è proprio vero perché, proprio in quel contesto culturale poteva farsi strada l’idea del fallimento, il rovescio della medaglia poteva essere questo, un fallimento, una tragedia in un ambiente famigliare caratterizzato da precetti e norme molto restrittive come quello in cui vivevano i promessi sposi e invece Giuseppe aiuta Maria nel suo progetto, nel suo sì incondizionato a Dio. 

Tutti e due aderiscono con generosità e piena adesione del cuore pur non avendo grandi riscontri perché Dio, per quello che sappiamo dalla storia biblica, non parla mai a chi pianifica, non interagisce con chi è portato a progettare tutto, a pianificare tutto, a chi organizza la sua vita in maniera precisa, meticolosa se non ossessiva. Ma parla a colui che mantiene sempre la porta aperta al mistero, che è sempre pronto a mettersi in discussione, a rivedere, ad accogliere l’inedito del Signore.  

Bisogna anche precisare che Dio non interviene a risolvere i problemi dell’uomo in un istante, non ci  libera dai conflitti e dai guai ma è con noi, dentro i nostri problemi, e opera in sinergia con noi senza annullarci ma accompagnandoci, con l’intelligenza e l’empatia, oltre che attraverso la stessa nostra capacità di immaginare e di ipotizzare e sognare soluzioni nuove. 
E’ l’arte divina della presenza costante e silenziosa di Dio nella nostra storia, di un Dio che cammina al passo con noi, come aveva già cominciato a fare nell’Eden. Ci protegge! Protegge le nostre vite con la Sua vita. E’ il Signore del Sabato che ribalta le leggi e mette in primo piano la persona, l’amore prima di tutto. Così ha fatto Giuseppe con Maria: proteggendola dalla legge ha imitato la paternità e la sponsalità di Dio.

Maria e Giuseppe, poveri di tutto, ma ricchi della Grazia di Dio perché disposti a cambiare ad affidarsi alla Sua volontà. Dio se lo aspetta anche da noi. Ci chiede sempre di cambiare, cambiare lo sguardo, di volgere lo sguardo verso di Lui e di guardare la realtà in modo diverso, cioè nell’ottica della fede. 

Dobbiamo essere sicuri e tranquilli perché il Signore non ci chiede mai l’impossibile, anzi, ci dona la capacità di leggere la realtà - come ha saputo fare San Giuseppe – nell’ottica dei sognatori e di coloro che non smettono mai di sognare, sperare e attendere le soprese di Dio.  

Questa dinamica di Dio diventa oggi, in modo particolare, un augurio per tutti, specialmente per i nostri giovani, affinché non si lascino prendere dallo sconforto, in tante situazioni difficili che si ritrovano a vivere: mancanza di lavoro, senso di frustrazione per non riuscire a realizzarsi, difficoltà di dialogo con gli adulti, ecc. Essi vivono in questo mondo distratto e a volte disinteressato alle istanze.

Progettino pure, ma mettano sempre tutto nelle mani di Dio. 
L’ultima “Parola” sia la Sua se faremo così, per tutti noi sarà veramente un bel Natale, sarà per tutti noi un’ occasione nuova per cambiare, fidandoci di Dio, affidandoci a Lui e alla Sua volontà  e alla preghiera di Giuseppe.

don Alfonso GIORGIO

 



Ultimi Video


Vedi tutti i video »

Clicca sul Banner in basso e guarda il video

Inquadra il codice qr e sostienici!

Oltre le barriere - 2k24 -

è un progetto de

L'Albero Verde della Vita

_____________________________

 

_______________________

DOMUS SAPIENTIAE - Collana Testi

(Liber I)

(Liber II)

(Liber III)

______________________