Fede falsa e Fede vera

Pubblicato: 01/09/2024
Fede falsa e Fede vera

Il Vangelo di questa domenica ci dona un profondo messaggio perché, in qualche modo ci istruisce sul "come" dobbiamo credere cioè come deve essere vissuta la fede in Gesù. Ed è Lui stesso a dircelo con espressioni inequivocabili. La sostanza del discorso e' che per credere in Lui non è sufficiente fare o partecipare a dei riti.

La fede è più esigente! Credere non significa vivere dei riti o rifarsi costantemente e solamente a delle liturgie perché se "religione" e rito si richiamano l'uno l'altro è soltanto perché la vita diventa: "rivelazione", "epifania" cioè espressione piena di quella fede pregata nei riti. Se questo non accade è perché evidentemente la fede o la "presunta" fede in Dio non coinvolge la vita e la vita non e' "in-formata" dalla stessa fede.

Il buon padre Mariano Magrassi, compianto arcivescovo di Bari soleva affermare: "se la preghiera non diventa vita e la vita non diventa preghiera allora c'è qualcosa che non va nel cammino di fede".

Tutto ciò non vuol dire che non abbiamo bisogno dei riti anche perché son proprio i riti a metterci nella condizione di concentrarci, di vivere assieme le liturgie e quindi di rivolgerci a Dio come sua famiglia, Abbiamo bisogno anche di prendere delle buone abitudini, delle sane abitudini.

"Abitudine" significa assumere un "habitus", cioè procurarci un abito a misura della nostra persona. Il rischio sempre impellente però, specialmente in questi nostri tempi, è quello di vivere tutto da un punto di vista soltanto esteriore. E Gesù questo lo sa molto bene, conosce le derive del cuore umano e il rischio che si può correre di cadere nell'ipocrisia, tanto da vivere anche la stessa fede in maniera così ipocrita da diventare falsi seriali e per nulla credibili.

Quello che Gesù non tollera davvero è una religiosità, per cosi dire, di facciata, ove non vi è un vero coinvolgimento del cuore. Ma "Fede e cuore" cosi come "fede e pregiera" sono alla base di una vera relazione con Dio.

E' il cuore che dice che cosa dobbiamo fare e rivela cosa siamo o facciamo. E' nel cuore che si decide. Da un punto di vista biblico. Il "cuore" è proprio questo: la sede nella quale si prendono le decisioni, le più profonde, quelle attraverso le quali si decide per il proprio futuro. Il cuore è pure la sede ove si esamina il proprio passato.

"Vi darò un cuore nuovo. Metterò dentro di voi un cuore di carne, toglierò da voi il cuore di pietra...". Cosi ci ricorda già l'Antico Testamento con il profeta Ezechiele. Questo cuore biblico evidentemente non è quello anatomico, ma quello spirituale secondo quella che è la spiritualità della persona. Tutto ciò che c'è nel cuore vale!

Secondo la cultura semitica antica il cuore è la sede della coscienza, dell'intelligenza, della volontà e della memoria.
È nel cuore che si decide di amare.
E' nel cuore che si decide di accogliere e di credere.

Quindi la "religione" di Gesù si contrappone ad un certo modo di "praticare" dei farisei, perché è veramente una religione dell'amore. Una religione della pratica, dei riti della irrinunciabilita' a praticare perche è una questione di amore che non può fare a meno di essere proteso verso Dio che è Amore.
Si tratta di amore che chiama amore e tutto si può fare per amore, anche sacrificare il proprio tempo nel Rito.
.... solo per amore.
. .....E' questo l'amore al quale dobbiamo rivolgerci.

In questo senso, don Tonino Bello ci ricordava la necessità di guardarsi dentro perché è nel "deserto" che il Signore attira la sua Chiesa ed è lì che "parla al suo cuore". Lui può parlare,' così come dice la Bibbia, al cuore di una persona anche se fosse pieno di avidità, pieno di odio verso gli altri, pieno di invidia.e tante altre ose cattive.

Solo Lui che è Dio può trasformare i cuori. In.questa pericope evangelica Gesù fa un elenco di tante altre cose cattive, arriva ad elencarne 12. Sono le brutture che possono ingombrare il cuore di una persona che non ama Dio e il prossimo.

Chiediamo con la "preghiera che diventa vita" che queste cose cosi orrende non ingombrino mai il nostro cuore perché se siamo protesi verso Dio nella vita e nel culto la nostra vita sarà felice e le avremo dato veramente un senso. Perché non è dall'esterno che pervengono tutte queste brutture ma dall'interno di noi stessi.

don Alfonso GIORGIO



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