Gesù Re degli Ultimi è all'ultimo posto

Pubblicato: 19/11/2022

SOLENNITA’ DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO

Gesù Re degli Ultimi è all'ultimo posto

L'ultima domenica dell'anno liturgico è denominata Solennità di Cristo Re. Anche se la denominazione “Re” ci rimanda ad immagini di gloria e di potere non dobbiamo farci ingannare perché non si tratta di questo. Il Suo è un “trono” scomodo anche se è l’unico a custodire la vera regalità universale e tutta la Chiesa può guardare solo a questo grande Re immolato per noi.

Questa festa liturgica mi fa venire in mente il testo di un famoso cartone animato: “la storia del Re Leone”. Tra i personaggi c'è il piccolo Simba, che compiaciuto rivela a tutta la foresta il suo futuro urlando: “sarò un grande re e potrò fare quello che voglio”. Beh, bisogna dire che proprio a questo tipo di re fiabesco noi siamo abituati; un re che spadroneggia, che ha uno scettro, che ha un trono prezioso e comodo ed è ricco, con un grande potere sul suo regno.

Qualche tempo fa è venuta a mancare la famosa Regina Elisabetta d’Inghilterra e un po' tutti ci siamo dispiaciuti, considerando anche la sua veneranda età e il suo trascorso di vita, però si trattava di un regalità mondana ereditata dal passato; un tipo di regno contrassegnato dal potere monarchico che se pure in una forma molto mitigata e ridotta quasi solo ad un simbolo,  ci rimanda sempre a quel tipo di regalità che manifesta i segni del potere, non certo l’amore per il servizio umile e nascosto. In ogni caso anche questo genere di regni è destinato a finire, perché tutto finisce e comunque quel che più ci preme dire è che non possiamo certo usare questa analogia per parlare di Gesù. Siamo in tutt’altra direzione. Piuttosto potremmo osservare che rimanendo fermi a questo schema mondano di regno, guardando a Gesù si potrebbe parlare di ironia della regalità.

Questa pagina del vangelo che presenta a noi Gesù Re, se letta secondo una prospettiva mondana potrebbe indurci solo a cogliere una sorta di ridicolizzazione della persona stessa del Signore, soprattutto quando vien apostrofato come “re dei Giudei” su quel cartello posto sulla croce. Un Re che ha come trono la stessa croce e come corona un intreccio di spine schiacciato sul capo allo scopo di causare ferite e fuoriuscita di sangue.

C'è dell'ironia in questo racconto e, in qualche modo, tutte le provocazioni indirizzate al Crocifisso: “salva te stesso”; “tu che hai salvato gli altri, salva te stesso, scendi dalla croce” ecc. persino le parole indirizzate da uno dei ladroni che gli è accanto sono intrise di ironia e hanno lo scopo di umiliare la persona di Gesù.

Lo provocano tutti perché si aspettano da Lui quel tipo di regalità, suprema espressione proprio di quel potere che Gesù non vuole assolutamente sprigionare. Vorrebbero, in un certo senso, fargli imboccare una strada che Lui non vuole assolutamente percorrere, perché, come abbiamo capito dai Vangeli,  la Sua strada è nei cuori dei poveri e degli umili; il Suo vangelo è annuncio di salvezza delle anime; la Sua predicazione è scuola di umiltà e povertà nello spirito, perché è nella debolezza che vuole manifestarci la Sua grandezza e soprattutto vuole far leva sulla nostra libertà affinché aderiamo a lui liberamente, non perché ci sia da aderire per forza o perché si tratta di allearsi con un potere assoluto.

Ecco, per capire, Gesù Re, noi dobbiamo porre attenzione proprio a quella scena del calvario quando in mezzo al chiasso di tante voci blasfeme e provocatorie si fa strada la voce flebile del buon ladrone ed è a quella professione di Fede che dovremmo fare attenzione per capire la regalità di Cristo.

Proprio nel momento della crocifissione e morte di Gesù, una voce tra le altre si distingue e forse potrebbe rappresentare tutti i veri i credenti: “noi abbiamo sbagliato, ma lui non ha colpa” perché si immola per noi e manifesta così il Suo amore divino.

Quel crocifisso al lato di Gesù lo riconosce come Re dell’universo nel momento in cui dice: “Quando sarai nel tuo Regno, ricordati di me”. Forse questa è la più bella preghiera, la più intensa, la più vera preghiera indirizzata a Gesù Cristo Re. E’ il riconoscimento di una regalità diversa da quelle del mondo.

Quel ladrone aveva capito e si era rivolto a Gesù, per porgergli il suo cuore. Certo non ha fatto genuflessioni, inchini come si fanno dinanzi ai re di questo mondo, ma ha sottomesso il suo cuore, ha aperto il suo cuore a Cristo e Cristo gli ha letto dentro e l'ha trovato degno: “oggi sarai con me in paradiso”.

Per coloro che vivono in pienezza la fede, Gesù promette “oggi” la vita che non finisce mai, quel paradiso così tanto desiderato e trasforma la realtà. Allora capiamo che il nostro Re paradossalmente occupa l'ultimo posto e così come diceva, Charles de Foucauld anche noi potremmo ambire a questo: ”occuperò l'ultimo posto, quello che nessuno potrà mai togliermi, che è però il posto occupato dal Signore. Ho questa gioia di poterlo occupare”.

Don Tonino Bello a riguardo si interrogava: che significa celebrare la solennità di Cristo Re? Significa affermare la supremazia dell'uomo, significa ripartire proprio dalla idea della povertà per rifiutare gli idoli del potere, rifiutare le superstizioni e le suggestioni del denaro, il fascino delle ideologie; significa andare controcorrente; significa non lasciarsi coinvolgere da quegli idoli che il mondo a volte ci propone, come divinità da adorare; significa liberarsi da tutto questo; significa vivere la regalità di Cristo, partecipando della sua regalità perché noi pure in virtù del battesimo ricevuto siamo sacerdoti, re e profeti e partecipiamo pienamente della regalità di Cristo soprattutto quando sposiamo la Sua causa e la viviamo in pienezza.

don Alfonso GIORGIO



Ultimi Video


Vedi tutti i video »

Clicca sul Banner in basso e guarda il video

Inquadra il codice qr e sostienici!

Oltre le barriere - 2k24 -

è un progetto de

L'Albero Verde della Vita

_____________________________

 

_______________________

DOMUS SAPIENTIAE - Collana Testi

(Liber I)

(Liber II)

(Liber III)

______________________