Gesù si spezza per noi

Pubblicato: 18/06/2022
Gesù si spezza per noi

È la domenica del "Corpus Domini", un'antica festa istituita centinaia di anni fa, a partire dal famoso miracolo di Bolsena.
Viene messa al centro l'Eucaristia! Mi pare giusto dopo il tempo di Pasqua fermare l'attenzione su questo grande Mistero che è il dono di Cristo Gesù con il suo Corpo e il suo Sangue.   

Questo dono però non ci deve distrarre da quelle che sono le necessità dei più poveri, perché Gesù lo si riconosce soprattutto nell'atto dello spezzare il pane, cioè quando Egli stesso si spezza per noi, si rende cibo da manducare, si umilia si dona, si fa a pezzi per noi.
         
Potremmo dire che, anche noi, in un certo senso, dovremmo "farci a pezzi", dovremmo donarci agli altri insieme a quel Pane Santo, in quel mare di cui noi stessi ci nutriamo in quanto credenti. Tutto ciò significa che dobbiamo esporci, dobbiamo cambiare, dobbiamo essere disposti a rimetterci di persona. Eppure  questa pagina del vangelo ci presenta dei discepoli che, al contrario, si vogliono, per così  dire, chiamare fuori.
    
Dopo aver ascoltato Gesù ci sono cinquemila persone da sfamare, ma è ormai sera.
Come si fa?

Queste persone hanno fame, ma i discepoli vorrebbero tenersene fuori: "mandale via così ognuno va a casa e può procurarsi il cibo per conto proprio"!

Il fatto è che Gesù  non ha mai mandato  nessuno indietro. Anzi  lì dove c’è aridità e povertà porta sempre speranza con quel profumo di pane fresco che  riempie i cuori di pace e di gioia famigliare. Lui sa che la fame e la sete di Dio che è in ogni persona vanno condivise per questo rimane con il popolo e avvia un immediato cambio di prospettiva: “Voi stessi darete loro da mangiare”. Si tratta del verbo dare, si perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere e perché Gesù per primo ha dato tutto se stesso! Questa è la logica del Vangelo: condividere quel poco che si ha e donare! Dare la vita per i propri amici….
Sembra una richiesta impossibile che si può fare con cinque pani e due pesci?

Questo ci fa capire che bisogna fidarsi di Dio e che è davvero necessario prendersi carico dell'altro.
Prima o poi se con l'altro ti trovi a condividere il Vangelo, se lo testimoni veramente, se lo proponi come stile di vita, poi devi anche essere disposto a prenderti cura di lui, ad accogliere le sue istanze, ad ascoltarlo; devi essere disposto alla solidarietà, all'aiuto.
Questo è proprio il Mistero del Pane Eucaristico donato: Cristo nel pane che si spezza per noi. A riguardo don Tonino Bello diceva che non ci può essere festa nel Corpus Domini finché un uomo dorme nel porto della città "sotto il tabernacolo di una barca rovesciata".

Riadattando alle nostre situazioni e città potremmo dire come nel caso di Piazza San Pietro, dove si affaccia il mio ufficio: "finché un uomo dorme, avvolto in un cartone, finché c'è una persona che con i propri figli passa la notte in macchina o, potremmo aggiungere, finché ci sono dei bambini che soffrono la fame nei paesi in via di sviluppo, abbandonati a se stessi a causa della propria  disabilità, finché ci sono dei bambini vittime della guerra, finché ci sono bambini morti che non ce l'hanno fatta, riversi sulle spiagge delle nostre città, profughi che si ritrovano lì col corpo esangue, bambini e adulti morti in mare o sofferenti,  finché ci sono persone che soffrono in ogni parte del mondo, non vi può essere festa piena, non possiamo, come nulla fosse  portare solennemente Gesù in processione, finché non ci prendiamo carico di tutto questo anche se da soli potremmo scoraggiarci saremmo chiamati a fare quello che è nelle nostre possibilità, al nostro livello"!

Certo non possiamo salvare tutti, però possiamo essere vicini a coloro che incontriamo sul nostro cammino!

don Alfonso GIORGIO



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