Gli occhi nuovi della Fede

Pubblicato: 07/01/2024

Mc 1,7-1

Gli occhi nuovi della Fede

Questa domenica ricordiamo il Battesimo di Gesù, che poi, va precisato, non è da intendersi evidentemente come il nostro battesimo. Quello cui Gesù ha partecipato viene celebrato in pubblico, nel fiume Giordano ed è il Battista a conferirlo ma è il primo a stupirsi per quello che accadeva. Riconoscendo in quell’uomo “in fila” con gli altri il Messia che doveva venire, non si sente degno di Lui. anche perché quel battesimo era essenzialmente un atto penitenziale.

Gesù si mette vicino a noi penitenti per dimostrarci quanto voglia starci accanto, quanto voglia immedesimarsi in quelle che sono le nostre fatiche, le nostre fragilità, i nostri limiti. Lui che vive la perfezione di Dio è vicino a noi, è come noi in tutto, eccetto il peccato. Questo va sempre ricordato, però ci vuole stare accanto, vuole essere solidale con noi.

Lo immagino lì, Gesù, in coda, nel fiume e immagino pure lo stupore del Battista. Ma è stato necessario questo gesto perché, ancora una volta è il Signore, per primo, ad immergersi nelle acque della nostra povertà, della nostra miseria per rendersi solidale con noi.

Noi, invece, abbiamo ricevuto il Battesimo che ci ha resi figli di Dio perché, al contrario, siamo stati immersi nella vita di Dio. Il Sacramento ricevuto dobbiamo dire, che non ci fa diventare più bravi e migliori come poteva accadere per i contemporanei del Battista perché realmente con il battesimo istituito da Cristo riceviamo la Sua grazia.

E’ Lui ad immergerci nella Sua grazia. Questa è appunto la conseguenza del nostro battesimo, non semplicemente più bravi o migliori umanamente, ma figli di Dio. Don Tonino Bello e in questo senso affermava che con il Battesimo “diventiamo familiari di Dio e ci impegniamo ad avere occhi nuovi”.

C’è un testo, di don Tonino che approfondisce questo tema: “molte povertà sono provocate dalla carestia di occhi nuovi, gli occhi che abbiamo sono troppo vecchi, sono fuori uso, sono ormai abituati a scorrere indifferente sui problemi della gente. Ed ecco la solitudine, le frustrazioni di esaurimenti, in chi ci passa accanto, allora dovremmo riaprire gli occhi”.

Gli occhi lavati dal sangue di Cristo che ha dato la vita per noi e ci ha permesso di immergerci in questo percorso grande di salvezza instaurato da Lui sulla terra che si è offerto per noi, si è immolato per noi. Da quegli occhi abbiamo ricevuto in dono il battesimo affinché spiritualmente partecipiamo di questa sua offerta al Padre e con Lui diventiamo figli di Dio e con lui partecipiamo di questa divinità, quasi “divinizzati”: con il battesimo possiamo essere realmente segno di questa vicinanza.

Possiamo aprire gli occhi in un modo nuovo. Sul prossimo che c'è accanto e questa apertura degli occhi ci permetterà di andare oltre le nostre fragilità, oltre il nostro orgoglio, oltre i bisogni personali per apprendere e accogliere quelle che sono invece le povertà che ci sono accanto. Solo così riusciremo ad essere solidali; riusciremo a sollevare il povero dalla polvere; riusciremo a dare speranza ad infondere nei cuori speranza; riusciremo a testimoniare concretamente la nostra fede e il battesimo, allora ne risulterà costantemente rinnovato attraverso queste scelte che faremo con gli occhi nuovi del Vangelo.

don Alfonso GIORGIO



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