Il calvario scrigno prezioso dell’Amore di Dio

Pubblicato: 11/09/2021

(Marco 8,27-35)

Il calvario scrigno prezioso dell’Amore di Dio

“Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente” questa è la risposta di Pietro a Gesù che chiede: “chi sono io per voi?”  Gesù rivolge l'interrogativo ai discepoli cominciando dai più esterni al gruppo: “la gente chi dice che io sia?” Poi, stringendo il campo, si rivolge a loro, ai suoi prossimi, interpellandoli in prima persona: “voi chi dite che io sia?” Ma oggi la rivolge anche a noi questa domanda, a me che scrivo, a ciascuno di noi: “chi sono io per te?  Cosa rappresento? La mia vita ha un valore nella tua e per la tua vita? Chi sono io? Tu credi nel figlio del Dio vivente?”  Questo credo che sia l’intento di Gesù: suscitare in noi una risposta libera, una risposta di fede.

Pietro ancora una volta, a nome di tutti, esprime il suo affetto più profondo per Gesù e fa la professione di fede: “Tu sei il Cristo”. Bisogna dire a riguardo che per Pietro non basta appartenere al collegio apostolico, non basta limitarsi a questo impegno di gruppo; non basta per noi conoscere Gesù, sapere chi è e che cosa rappresenta in maniera teorica, occorre seguirlo. Mettersi alla sua sequela e soprattutto considerare il percorso importante da fare insieme a Lui: il percorso della croce, sposando la logica della croce.

La croce non può essere disgiunta dalla professione della fede. Se io credo in Gesù devo anche credere che è fondamentale, percorrere con Lui, la via del calvario. Infatti Gesù rimprovera aspramente Pietro quando insieme agli altri vorrebbe fermarLo: “lungi da me Satana”. Addirittura Gesù si rivolge così a Pietro e gli spiega “tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”.

Si può essere discepoli non quando si forniscono le credenziali giuste su Cristo, ma quando si comincia a ragionare secondo la sua mentalità, con il suo modo stesso di pensare e non secondo la logica del mondo. Infatti il mondo concepisce l'amore non come un “dare” incondizionato e generoso ma come un “prendere”.

E’ facile, oggi, che ci si rivolga ad un altro, ci si rapporti a lui solo per ricavarci qualcosa, per prendere appunto, in maniera narcisistica ed egoista. Gesù, al contrario, ci esorta a donare e ci dà l’esempio donandoci tutto se stesso.  Ha dato la vita per noi. Ecco che quando si è capaci di arrivare a tanto, a dare la vita, nelle piccole cose di ogni giorno e nelle grandi scelte fondamentali, allora si è realmente discepoli di Cristo.  

La storia della Chiesa è piena di tanti credenti che nel tempo hanno fatto la propria professione di fede di Pietro e non hanno esitato a donare la vita. E noi ne saremmo capaci? Nelle sue catechesi don Tonino Bello confermava che per seguire Gesù è necessario andare al calvario e “il calvario è lo scrigno nel quale si è concentrato tutto l'amore di Dio”, poi aggiungeva nel tempo ultimo della sua malattia: “adesso che sono ammalato lo dico con gioia”. Lo diceva con gioia perché è con gioia che bisogna percorrere questa via di salvezza. 

Con le parole di don Tonino affidiamoci a colei che piu di tutti e pur madre del Signore si è fatta sua discepola fino in fondo: "Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio".

don Alfonso GIORGIO



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