Il Corpo di Cristo vivente nell'Eucarestia e nel cuore dei poveri e degli abbandonati

Pubblicato: 10/06/2023
Il Corpo di Cristo vivente nell'Eucarestia e nel cuore dei poveri e degli abbandonati

Riguardo alla bellissima Solennità del Corpus Domini, istituita in tempi molto lontani, mi vengono in mente sempre, le parole di don Tonino Bello, il quale a proposito affermava che sarebbe contraddittorio, se non assurdo, avere una fede profonda in Cristo Gesù e nella Sua presenza reale nell’Eucarestia, inginocchiarsi dinanzi al Santissimo Sacramento, dinanzi al Suo Corpo e al suo Sangue e poi disconoscere il corpo di Cristo presente nei disagiati, nei poveri ed emarginati che sono accanto a noi.

E’ importante, fondamentale riconoscere quei corpi piagati e spezzati dal dolore delle guerre e della fame, quel corpo esangue che “giace nel tabernacolo, -  usava questa espressione - di una barca rovesciata nel porto”, cioè non avere considerazione per i poveri, per le persone più fragili e bisognose. Dovremmo includere in questi corpi viventi, immagine di Gesù Cristo: le persone con disabilità che talvolta vengono discriminate dalla società, le persone che si sono ridotte in povertà in questi ultimi tempi, le tante famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e a quadrare i conti per avere almeno quel necessario e minimo  sostentamento.

Bisogna ammettere con don Tonino che questa difficoltà c’è, davvero. C’è quella che potremmo chiamare una sorta di schizofrenia spirituale: riconoscere Gesù nel Santissimo Sacramento, riconoscerlo nel suo mistero, mentre ci chiede, addirittura di essere mangiato: “Mangiate il mio pane”, “se mangerete questo pane avrete la vita eterna”,” questo pane che è il mio corpo, “se berrete il mio sangue” avrete parte con me.

Sono parole meravigliose, anche se, da un punto di vista teologico, risultano  molto dure, molto forti e difficili da comprendere. Ma  Gesù le rivolge ai suoi, ai presenti, ai giudei che trovano difficoltà a capire, ma anche noi, in questo momento. Anche noi troviamo difficoltà a comprendere il senso profondo di questo suo dono, ma seppure riuscissimo a trovare il coraggio e la pienezza della fede per riconoscerLo in questa presenza reale che l'Eucaristia, ciò non sarebbe ancora sufficiente, perché, finchè  non riconosciamo la presenza reale di chi ci sta accanto e di chi ha bisogno di essere trovato e amato, - non certo  di essere mangiato o sopraffatto da noi, ma piuttosto di entrare in relazione con noi -  noi non avremo mai completato il cammino di Amore per Gesù e non saremo mai entrati in relazione con Lui, intimamente e gioiosamente.

Gesù mangiato nella Santa Eucarestia diventa parte di noi, cellula del nostro corpo, parte della nostra persona, parte della nostra vita, ma anche gli altri devono poter entrare in relazione con noi e noi dobbiamo poter essere, dinanzi a  loro  autentici nostra fede, perché quando ci prendiamo cura di questi corpi affranti che sono i corpi di Cristo viventi e presenti stiamo accogliendo Gesù nella nostra vita e siamo davvero felici.

Chiediamo  a Dio padre che, mediante la nostra comunione con il corpo e il sangue di Cristo, impariamo a mettere al centro della nostra vita quotidiana quella che è la vita secondo lo Spirito Santo, perché  forte deve essere in noi il desiderio di "essere risuscitati nell'ultimo giorno" nella nostra vita e nella storia umana per permettere che Cristo rimanga in noi e noi  in Lui.

don Alfonso GIORGIO



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