Il Corpo Risorto del Signore nella Sua Chiesa e nel mondo

Pubblicato: 03/08/2022
Il Corpo Risorto del Signore nella Sua Chiesa e nel mondo

La fede cristiana si regge sulla Rivelazione di Dio e la Risurrezione del crocifisso Gesù è l’atto decisivo che, non solo ha rivelato, in modo definitivo e insuperabile, il Dio trinitario, ma ha anche inaugurato la conclusione della storia e la pienezza della nostra salvezza.

Spesso ci chiediamo, presi dallo smarrimento e forse anche dal dubbio: Perché  Gesù è risorto dai morti? Che significa Risurrezione? E’ legittimo chiederselo, è naturale riflettere su questo tema così centrale. Le risposte non sono mai perfette, né di tipo razionale, perché noi  non abbiamo la possibilità di entrare in modo razionalistico-scientifico nel mistero. Infatti, se riuscissimo a farne un’analisi scientifica non si tratterebbe più di Mistero ma di evidenza empirica. La trasmissione del Mistero, infatti, non si basa su argomenti che la ragione possa riconoscere come persuasivi, mediante cioè una deduzione razionale, a partire da concetti o categorie che prescindano da quanto Dio stesso voglia rivelare; si basa invece su una logica donata dallo Spirito e compresa con l’aiuto dello Spirito. Ciò nonostante si tratta di un linguaggio del quale si può parlare, perché la sapienza di Dio che ci trascende, può essere annunciata e tale linguaggio è insegnato proprio dallo Spirito e l’uomo può accedervi solo se si lascia informare dallo Spirito.

Il Mistero, per se stesso, nasconde e rivela al tempo stesso il contenuto della Rivelazione, che può essere accolto dalla ragione e dalla Fede. Quindi si può sempre entrare nel Mistero, ma “in punta di piedi” per capire e credere ancora di più in Colui che ha dato se stesso per noi.

Una risposta, ai nostri interrogativi, ci viene dal Concilio: Gesù è Risorto, perché  “ha voluto rivelarci che Dio era con noi, per liberarci dalle tenebre del peccato e della morte e per risuscitarci alla vita eterna” (Dei Verbum n. 4).

Gesù è stato visto, vivo, nel Suo corpo, dopo la morte, dai suoi apostoli e da numerose persone: “Dio lo ha risuscitato da morte e di questo noi siamo testimoni” (Atti degli Apostoli 3,15). Tutti i testi biblici si riferiscono ad apparizioni. Gesù “si è fatto vedere”, “è apparso”. Il verbo originale, in greco, che designa queste apparizioni è ofthe. Lo troviamo in 1Corinzi 15, 5.6.7.8., in Atti degli Apostoli 13, 31 e in Luca 24, 34. Viene sottolineata però, la percezione visiva, per evidenziare che non si tratta di una visione spirituale, ma di una concreta verifica dei sensi e della vista, in particolare. Tutto avviene per mezzo degli occhi, nel senso che l’esperienza è quella  che si fa  con una realtà che è distinta da noi e che si impone dal di fuori.

Gesù è Risorto nel Suo vero corpo! Il problema della realtà del corpo risorto del Signore è forse uno dei più difficili problemi tra quelli affrontati dalla teologia. Cosa hanno visto i testimoni? Perché, a volte i dati biblici ci dicono che non lo hanno riconosciuto subito? Gli evangelisti ci danno una descrizione di quegli episodi in modo da farci comprendere che se, da un lato, essi sanno bene che il Signore si è manifestato ai suoi, in una maniera analoga a quella con cui era presente ogni giorno, dall’altra, vogliono esprimere che, sotto altri punti di vista, la cosa era del tutto diversa. Si può supporre che Gesù, con il Suo corpo glorioso si è reso visibile e percepibile, e per questo hanno potuto abbracciarlo, toccarlo, perché Lui si è voluto adattare alle condizioni terrestri. Egli compie un miracolo  per “contenere” la Sua Gloria e per dare apparenza e consistenza al Suo  corpo spirituale (cfr. H. Haag, J. Radermakers ). Ci sarebbero tante altre ipotesi ma, come già precisato, si tratta di un Mistero e comunque, circa il corpo, alla luce dei dati biblici, vi è continuità tra il corpo sepolto e quello risuscitato: si tratta, infatti,  del medesimo corpo.

Sicuramente,  sul piano dei fenomeni, è difficile precisare la natura delle apparizioni, ma non si può trascurare il fatto che esse sono un’esperienza certa, tale cioè da convincere i discepoli, che non hanno predicato un’idea, un’astrazione, (“l’opera di Cristo non muore”, “continua nei nostri cuori”, ecc.), bensì l’inizio della glorificazione del nostro mondo.  La percezione che gli apostoli hanno avuto, allora, è reale, non immaginaria, e il corpo di Gesù, - anche se in maniera misteriosa -  può agire sulla nostra realtà, sui nostri occhi  e sui nostri sensi. Si può dire che, del corpo, Cristo ha le qualità attive, perché può agire nel cosmo, ma non quelle passive, in quanto la Sua azione - nella linea della continuità- discontinuità tra il corpo oggetto dei nostri ragionamenti e il corpo dei Risorti  -  non è circoscrivibile, cioè  non può essere afferrato e chiuso nello spazio e nel tempo. E’ per questo motivo che oggi tutti possono fare l’esperienza del Risorto, proprio perché il Corpo glorioso di Cristo è entrato nell’eternità, e, in ogni tempo e in ogni spazio, noi possiamo  incontrarLo. Lo possiamo “vedere” nel Mistero e  non necessariamente con gli occhi della carne, perché quello che è fondamentale, in un’ottica di fede, è il vedere con il cuore.

Mi rendo conto che per entrare in questo argomento, così delicato e complesso, ho dovuto usare un linguaggio piuttosto tecnico se non ostico; i lettori mi perdoneranno, ma trattandosi di argomentazioni difficili in se stesse, non si è potuto ovviare a questo. Ci sarebbe altresì molto da precisare e approfondire e per questo rimandiamo ai più accreditati studi biblici.

In conclusione possiamo affermare che “il «modo con cui avviene la risurrezione » supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all’Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo: «Come il pane che è frutto della terra, dopo che è stata invocata su di esso la benedizione divina, non è più pane comune, ma Eucaristia, composta di due realtà, una terrena, l’altra celeste, così i nostri corpi che ricevono l’Eucaristia non sono più corruttibili, dal momento che portano in sé il germe della risurrezione» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1000). 

Per questa Santa Pasqua del Signore, cosa possiamo affermare nella Fede? Noi crediamo in Gesù Risorto dai morti. Gesù ha vinto la morte e ci invita a considerare la nostra stessa morte non come la fine dell’esistenza, ma l’inizio di una vita nuova nel Suo nome, perché con la morte “la vita non è tolta ma trasformata” (Prefazio dei Defunti, Messale Romano).

don Alfonso GIORGIO



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