Il desiderio vero di Amore prega sempre

Pubblicato: 15/10/2022

Lc.18,1 -8​

Il desiderio vero di Amore prega sempre

Il Vangelo di Luca, che la liturgia ci propone in questa domenica del tempo ordinario, ci ricorda la necessità di pregare sempre. A riguardo sono in molti a sostenere che la preghiera è inutile: "perché dovremmo pregare?" - si chiedono -; "Perché dovremmo chiuderci in un monastero?". Soprattutto quando si parla di vita contemplativa, hanno sempre da ridire.

E' un interrogativo che riemerge sempre: "perché pregare quando,invece c'è tanto da fare nel mondo?" Beh, in realtà è la preghiera che cambia il cuore dell'uomo e agisce ancor piu di quanto noi possiamo fare cambiando il mondo stesso e rendendolo più vivibile, piu umano.

Una persona che prega, infatti mette al centro della sua vita Dio e ai margini il proprio 'io', le esigenze del proprio io.

Le esigenze di possesso che naturalmente vengono a galla, le esigenze personali, egoistiche, vengono, in qualche modo messe da parte, quasi in modo automatico, perché la preghiera decentra, anche se  talvolta, nella stessa preghiera siamo più propensi a chiedere qualcosa più per noi stessi che per gli altri.

A tal  proposito bisogna dire che dovremmo essere educati alla preghiera. L'episodio della vedova importuna, in specifico, ci ricorda la necessità di pregare e pregare incessantemente, insistentemente, senza mai scoraggiarsi, senza mai perdere la speranza. Il caso di questa donna, che si rivolge al giudice corrotto, avalla proprio questo: "non stancarsi mai di chiedere! Alla fine, colui che ascolta deve cedere"!    

Ecco l'insegnamento di Gesù: se questo giudice malvagio cede e ottempera alla richiesta della vedova, figuriamoci Dio che è misericordioso, buono e grande  nell'amore. Quanto potrà fare per noi se lo invocheremo, se pregheremo?

Molto spesso, però, noi facciamo l'esperienza di non essere accolti, non essere esauditi o addirittura di essere ignorati. Ci sentiamo ignorati anche nella preghiera,  e ci chiediamo: "perché non si attua ciò  per cui preghiamo"?.

A questo livello c'è da capire che la volontà di Dio può essere un'altra, cioe' può essere diversa dalla nostra. Bonhoeffer rispondeva agli scoraggiati: «Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì le sue promesse».
In ogni caso, va detto che quella preghiera, in qualche modo ci mette nella condizione di ritenere che Dio e' importante.  Non si tratta di un argomento periferico ma un fatto centrale. 

Del resto pregare è come voler bene. Quando si è innamorati, quando si vuole bene ad una persona, alla fine, nonostante gli impegni, c'è sempre tempo per dimostrarlo; se ami qualcuno veramente, lo ami sempre e comunque, qualsiasi cosa tu stia facendo e in qualsiasi momento della tua vita. S. Agostino affermava: "Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre".

Quando uno ha veramente "Dio nel cuore" non può  fare a meno di ascoltarlo, di incontrarlo nel Tempio, sulla strada, nel volto di un povero o di un reietto. Non occorre che stia sempre a pensarci o a programmarne gli incontri, si sente sempre unito a Lui. Il sacerdote - ad esempio - anche se il pensiero non va in continuazione a Gesù che vive in lui, lo ama sempre, e più lo ama più diventa, sempre più, egli stesso, espressione di quell'Amore ricambiato ad ogni battito del cuore, ad ogni gesto ministerisle compiuto.

Va precisato anche che davanti a Dio non conta la quantità delle preghiere ma la verità con cui sono vissute: il fariseo pregava sempre nel Tempio ed erano tante le preghiere, ma in realtà  il suo era un continuo autoelogio;  il pubblicano, invece, era cosciente della sua indegnità e per questo la sua preghiera nel Tempio,  risultava sincera, vera e gradita a Dio, perché dentro c'era tutto il suo dolore, e la sua speranza.

Quando la realtà di Dio e la Sua presenza nella nostra vita diventano  un argomento determinante, un fatto centrale per noi, allora la preghiera sta funzionando perché rimette Dio al centro, lì dove dovrebbe essere e poi così facendo ne viene alimentata la speranza, quella speranza di cui tanto ci parlava don Tonino Bello.

Il suo primo libro, una raccolta dei suoi primi scritti, il più famoso, ha proprio questo titolo: "Alla finestra la speranza". La speranza che non dovremmo mai perdere, per nessun motivo. A riguardo, don Tonino diceva che bisogna sempre "far prevalere la Speranza, sulla tristezza dei presagi". Alimentiamo dunque  la Speranza. 

Spesso noi siamo pronti a guardare con pessimismo al futuro e in maniera negativa, quando invece come credenti, dovremmo sempre nutrire la speranza, alimentare la speranza, "organizzare la speranza", questa è un'altra espressione tipica di don Tonino. La speranza, infatti può  essere organizzata con l'impegno personale e soprattutto con la preghiera.    
Preghiera e vita attiva quale conseguenza della preghiera, costiruiscono il segno inequivocabile che Dio è presente e opera in mezzo a noi.

 don Alfonso GIORGIO



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