Il nuovo volto della PATH: Pontificia Accademia di Teologia

Pubblicato: 15/11/2024
Il nuovo volto della PATH: Pontificia Accademia di Teologia

Cambia volto la Pontificia Accademia di Teologia; il volto classico della scientificità accademica, della “fatica del concetto” si completa con quello teologico sapienziale e solidale. Tre facce strettamente interconnesse in un circolare virtuosismo poliedrico.

Una solidarietà cristiana, caritatevole che si accompagna ad una intellettuale, scientifica che si esprime nella quotidianeità della gente comune.

Nelle austere stanze del Palazzo Maffei Marescotti, in Roma alla via della Pigna, alla presenza di teologi, docenti, membri di accademie e università pontificie, personalità del mondo della cultura, si è inaugurata la nuova sede della Pontificia Accademia di Teologia che, con questa operazione si è staccata dal Dicastero della Cultura in cui era ospitata conquistando la propria autonomia.

L’approvazione dei nuovi statuti avvenuta ad opera di Papa Francesco con Ad Theologiam promovendam, ha accresciuto nel numero (si è passati da 40 a 55 membri tra cui “interlocutori referenti”) e potenziato nell’organizzazione interna con il Consiglio di Alti Studi quel carattere di “transdisciplinarietà” che si legge in Praedicate Evangelium, documento pontificio di apertura ad ogni forma di evangelizzazione.

“Il sapere teologico deve essere un posto in cui si coltivano l’aspetto sapienziale, l’amore che non può mancare e Cristo che deve essere al centro come risposta alla realità dell’uomo di oggi e di domani” è con questa affermazione che l’arcivescovo Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato della Santa Sede ha aperto la cerimonia di inaugurazione della nuova PATH.

Alle parole di mons. Parra fanno eco quelle del presidente dell’accademia, mons. Antonio Staglianò che ha incentrato il suo intervento sul ruolo della teologia nel pontificato di Papa Francesco.

La teologia nella sua apertura al mondo deve non solo recuperare il più alto valore pubblico di “ripensare il pensiero” ma integrarsi con quella sapienza che diviene espressione della scienza e della virtù, della conoscenza e dell’etica, del sapere e dell’agire morale, della verità e della carità, dell’amore.  

“Papa Francesco ha chiesto all’accademia di diventare sapienziale nel senso di contribuire ad insegnare agli uomini ed alle donne la capacità di stare al mondo secondo il comportamento e gli insegnamenti di Cristo” afferma monsignor Cesare Pagazzi, segretario del dicastero per la cultura e l'educazione.

L’arcivescovo Peña Parra nel riprendere il pensiero dell’apostolo Giacomo per cui “la teologia si coniuga con la carità”, continua sostenendo che “una fede senza opere è una fede morta”.

Sinodalità sapienziale significa camminare insieme alla ricerca del volto di Cristo; “tutti gli esseri umani sono stati creati nell’immagine e nella somiglianza di Dio che è Gesù Cristo per cui anche chi non crede ha un rapporto creaturale con Cristo” prosegue mons. Staglianò.

Il volto solidale della nuova PATH è manifestazione di una teologia intesa come “sapienza, sapore di vita, gusto di esistenza che si esprimerà attraverso “i cenacoli teologici” diffusi dappertutto: potrebbero essere immaginati come luoghi-tempi-modalità-microstrutture dinamiche di Chiesa in cui praticare una fede pensata, vivendo il pensare la fede, cioè la “carità intellettuale "fides quarens intellectum" si incarna nella "fides quae per caritatem operatur".  

L’Intellectus fidei, l’intelligenza della rivelazione di Dio in Cristo Gesù che diventa opera della carità rivolta a tutti gli essere umani” uniti dall’unico legame indissolubile: l’amore.

Chi pensa che oggi sia peggio di ieri si legge nell’Antico Testamento non sta parlando con sapienza, riprende  monsignor Cesare Pagazzi, “per cui bisogna continuare a guardare avanti con speranza qui ed ora”.

Il volto sapienziale, è il volto di mezzo tra quello accademico e quello solidale, il “cuore” della nuova PATH.

“È una teologia "che sa di carne e di popolo", realizzata in stile sapienziale. È un entrare nel "novum" dell'Incarnazione abitando, e toccando per nuove melodie e per nuove musiche, le "corde" degli archi tesi tra "meccaniche celesti" (il cielo stellato sopra di me") e "la tragicità dell'esistere nella carne" (la legge morale dentro di me), da cui veniamo distratti dalla cultura materialista, come dallo scientismo tecnocratico con la sua salvezza allucinante, asservito al progetto nichilista della post-human condition.

Il beato Antonio Rosmini parla di carità intellettuale, come educazione delle coscienze alla conoscenza del vero Dio e della verità sull’uomo, sulla realtà, per animare la “carità reale” (la cura amorosa degli altri): la sintesi tra carità reale e carità intellettuale porta alla carità spirituale (morale, cioè ad un agire etico secondo il comandamento dell’amore di Gesù)” conclude il presidente Staglianò.

Le sfide dell’uomo di oggi e dell’uomo di domani sono le sfide dell’accademia e di una chiesa missionaria e sinodale.

Dr.ssa Mariagrazia MAZZARACO



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