Il re dei poveri e degli ultimi

Pubblicato: 23/11/2024
Il re dei poveri e degli ultimi

Cristo è il Re! La Chiesa ci invita a considerare questa verità teologica, non dobbiamo dimenticarcelo, è Lui il Re dell'universo.

Siamo alla fine dell'anno liturgico e la liturgia, ancora una volta, ci invita a riflettere su questo tema importante ma piuttosto problematico. Però va detto che il problema lo vedeva soprattutto Pilato quando si trovò dinanzi a quest'Uomo mite, umile, sopraffatto dalla violenza dei colpi del flagello, pieno di sangue sul corpo ma con un volto pacifico e amorevole, con uno sguardo dolce e misericordioso.

Dinanzi a questa immagine: "ecce homo" Pilato si chiedeva: "Come può essere re, proprio quest'uomo cosi buono, disarmato e disarmante?". Allora sarà proprio Gesù a dilatare il cuore di Pilato: "Non sono re, secondo la logica di questo mondo, non sono re di questo mondo, il mio Regno non è in questo mondo". Dunque è re, certamente, ma di un altro Regno. La sua regalità è la manifestazione di un Dio che ci ama fino a dare tutto se stesso.

Mi piace ricordare il cartello che Sant'Alfonso pose su un crucifisso da lui realizzato, - oltre ad essere teologo era musicista, pittore e scultore e realizzò un bellissimo crucifisso, - lo rappresentò tutto piagato, intriso di sangue, e poi mise un cartello, sul quale scrisse: "così si ama"! Così dovremmo amare noi. Ed è per amore nostro che Gesù si fa Re dilatando quelle braccia sulla croce, in segno di amore per tutti.

Il Suo è un abbraccio nel dolore, un abbraccio nel sacrificio di sé, la regalità sta proprio qui: mentre soffre pensa a chi soffre come Lui ed offre; il Signore che invece pensa sempre slle nostre sofferenze non dimentica. Non ci aspetteremmo da Gesù una regalità rovesciata.
Non è un re che schiaccia i suoi sudditi, ma un re che serve, un re che si umilia per amore dei suoi, per amore di ciascuno di noi.

... Questa è la regalità di Cristo, una regalità sicuramente problematica, se colta secondo la di questo mondo.
Il Regno che si attua in Cristo vuole comunicare qualcosa di antico ma per dirla con le parole di Don Tonino Bello, che cito ancora una volta, "dire che Cristo è Re significa dire che viene sopraffatta, dalla logica del sopruso dei più forti sui più deboli, dire che Cristo è Re vuol dire che viene sopraffatta la logica del potere e del denaro e che il Signore ci invita a rifiutare questi idoli, dire che Cristo è re significa andare controcorrente, contro le "nuove divinità di oggi", che purtroppo, se usate male o impropriamente - come ad esempio le tecnologie - finiscono davvero per isolare ed emarginare gli altri o mettetli in una condizione di sentirsi emarginati.

Quando c'è un cattivo uso delle moderne tecnologie tutto questo può accadere. A riguardo pensavo ad un giovane che sfogandosi qualche tempo fa mi diceva; "io, e' vero, vorrei tutto, magari dai miei, ma, in fondo, non so che farmene di tutto quello che mi danno o darebbero. Vorrei piuttosto che mi amassero di più.
Vorrei che i miei genitori amassero me, almeno quanto amano il loro proprio smartphone, giacché quando sono con me non fanno altro che guardare al proprio cellulare, rispondere alle chiamate e non hanno alcuna attenzione nei miei confronti, non mi ascoltano mai e quando mi ascoltano sono distratti perché sono presi dallo smartphone"
.

Un'affermazione paradossale, ma è stato proprio questo giovane a raccontarmi queste cose. Rimasi sconvolto ma commosso per lui. Si tratterebbe di una "nuova divinità? Se è colta così, se è usata in questo modo, davvero abbiamo una nuova divinità della quale bisogna liberarsi. Significa dichiarare che Gesù è Re, significa dichiarare che siamo salvi, che siamo stati liberati da questo Re, che ci ama e ci invita ad amare altrettanto il nostro prossimo... "regnando" in mezzo a loro. Cristo è il re!"

"Gesù Cristo Re, facci comprendere fino in fondo questa verità così grande che i nostri balbettamenti non sanno oggi percepire in tutta la sua interezza. Facci capire che davvero tu solo sei il Santo, tu solo sei il Signore, tu solo l’Altissimo.Facci capire che tutta la storia converge verso di te, tutto questo tumulto delle nazioni, tutto questo sospiro di poveri converge verso di te. Facci capire fino in fondo che queste alluvionalità delle spinte della storia convergono verso quest’unico letto del fiume che sei tu, Signore Gesù.E allora forse sarà più facile, anche per noi, polarizzare tutta la nostra vita attorno a te". (+ don Tonino Bello)

don Alfonso GIORGIO



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