Il regno di Dio nel cuore di ogni persona che ama

Pubblicato: 25/11/2023
Il regno di Dio nel cuore di ogni persona che ama

È l'ultima domenica dell'anno liturgico, solennità di Cristo Re e veniamo messi di fronte a questo Re, molto particolare. È strano, infatti che quando si parla di Gesù Re dell'universo, poi l'immagine che il Vangelo ci propone e' quella di un Re indifeso, vilipeso, che soccombe, quasi sottomesso agli altri.

Un Re che si dichiara tale dinanzi a Pilato, ma col corpo piagato e percosso dai soldati. Egli dice di essere Re, certamente, ma non di questo mondo. Il mondo, infatti, quando pensa ad un Re, pensa subito alla potenza delle armi, dei doldi dello sfarzo, ecc.

Uno che ha la capacità di sottomettere gli altri. In Gesù invece la regalità è qualcosa di diverso. Noi stessi, in quanto battezzati, partecipiamo della regalità di Cristo ed è proprio questa regalità ad introdurci nel Suo Corpo che è la Chiesa.
La Sua regalità si traduce completamente in una totale immolazione, nel dono totale di sé, sulla croce, nel servizio, appunto.
Allora comprendiamo che servire è regnare, che questa è la logica del Regno di Dio e capiamo anche che inizia quaggiù e trova il suo compimento nell'eternità. Non è di questo mondo, in effetti è un Regno che è nei cieli. Non a caso, con la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato, noi auspichiamo che "venga" questo Regno che si attui già quaggiù, che il processo di rinnovamento dell'uomo e del mondo avvenga già quaggiù, attraverso il nostro personale impegno di vita evangelica. Ed allora noi partecipi della Sua regalità dovremmo essere, in un certo senso, prolungamento di questo Regno, segno visibile di questo Regno.

Noi siamo quel Regno di Dio, noi possiamo contribuire a costituire il Regno per eccellenza, quando ci mettiamo a servire, quando aiutiamo l'altro che soffre, quando sosteniamo chi è più povero di noi, quando ci avviciniamo al prossimo, consoliamo i nostri fratelli, quando prestiamo attenzione, ascoltiamo, siamo misericordiosi gli uni verso gli altri.

Quando facciamo tutto questo attuando cioè il Vangelo non facciamo altro che attuare questa dinamica meravigliosa, questa logica profonda del Regno che è nei cieli ma ha posto le sue radici quaggiù. È un invito a volare alto.

Don Tonino Bello a riguardo affermava che non basta volare, non basta volare alto, non basta "volare con Te", non basta stare vicino a Te, Signore, occorre anche sostenere colui che ci sta accanto, sostenere l'altro. Ecco "Tu mi dai il compito di abbracciare, - così dice testualmente - anche il mio fratello e di aiutarlo a volare" .

Noi dobbiamo aiutare gli altri a volare. Ci sarà un Giudizio finale ma non saremo giudicati sulla dottrina o sulle preghiere fatte e magari non vissute. "Saremo giudicati sull'amore": avevo fame, avevo sete ero nudo ero straniero, ero malato, ero in carcere....e mi avete consolato mi avete amato in loro.
Questo è il Regno, il Regno condiviso, la gioia condivisa, la bellezza del Vangelo, vissuto e testimoniato con la nostra vita.

don Alfonso GIORGIO



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