Il segreto della felicità in un bicchiere d'acqua

Pubblicato: 28/09/2024
Il segreto della felicità in un bicchiere d'acqua

Il Vangelo che la liturgia ci propone questa domenica offre diversi spunti e diversi sono gli insegnamenti che possiamo cogliere dalla bocca di Gesù, ma quello più significativo ci ricorda la necessità di prenderci cura del prossimo.

In estrema sintesi il messaggio di Gesù può essere ricondotto, a quel tema del "bicchiere d'acqua" dato all'assetato. In effetti se ci pensiamo è poca cosa. Sì, perché Gesù ci vuole dire, effettivamente, che è nelle piccole cose di ogni giorno che va attuato il Vangelo, e tra l'altro la vita conferma che è nelle piccole cose di ogni giorno che possiamo trovare la felicità, addirittura possiamo trovare anche le ragioni, il senso stesso della nostra vita, poiché quando ci diamo agli altri, quando diamo qualcosa di noi stessi ci sentiamo vivi, amati, utili.

Un semplice bicchiere d'acqua, dato con amore, a chi è nel bisogno può costituire la premessa per ricevere una grande ricompensa dal cielo, e nel frattempo una ricompensa che avviene già qui configurandosi come dono di pace, di libertà interiore rispetto ad ogni tendenza individualistica. Quell'acqua donata poi, vale il Paradiso che un giorno sarà al centro della vita eterna. In questo senso allora tutte le opere di carità e di misericordia che si possono fare a vantaggio del prossimo più bisognoso, diventano non semplicemente uno strumento per raggiungere la vita eterna, ma anche il modo attraverso il quale acquisire uno stile di vita tale da vivere quaggiù veramente felici e sereni.

Per vivere liberi anche dalle cose, bisogna essere disposti a tagliare tutto ciò che impedisce il cammino verso questa felicità piena e vera che giunge al suo compimento solo in Dio. In riferimento ai tagli Gesù usa espressioni molto forti: "se il tuo occhio ti è di scandalo, cavalo, se la tua mano ti è di scandalo, tagliala", cioè non devi essere di scandalo per gli altri nè per te stesso, cosi che quello che tu compi davvero lo vivi in piena libertà, agisci libero da ogni condizionamento e soprattutto non devi sentirti vincolato, appesantito da qualcosa che vada a compromettere i tuoi sogni, che poi, in genere, dovrebbero corrispondere ai sogni di Dio.

Se qualcosa ti impedisce di sognare, se qualcosa ti impedisce di volare alto, beh, allora privatene volentieri, perché evidentemente costituisce un peso che nel cammino della vita potrebbe almeno impigrirti.

In realtà va detto pure che non sono letteralmente le mani, gli occhi o i piedi il vero problema ma piuttosto una vita ripiegata su noi stessi: mani chiuse, non protese verso i bisognosi; occhi di ghiaccio, freddi e pieni di tenebra piuttosto che di quella Luce gentile che dona gioia agli altri; piedi orientati verso i cammini del proprio tornaconto per raggiungere obiettivi di guadagno e di piacere egoistico piuttosto che piedi pieni di polvere e lieti di camminare "sul passo degli ultimi" (cfr don Tonino Bello).

In riferimento al "bicchiere d'acqua", mi piace citare una lettera di Don Tonino Bello, quando in riferimento all'acqua, la definisce come una sorgente cui attingere freschezza e pienezza di vita ma al tempo stesso come un'occasione per lamentarsi.

Ci sono persone così tanto abituate a lamentarsi da trovare sempre anche nell'acqua piu trasparente difetti su difetti. Indirizzando proprio a loro questa lettera, cosi si esprime: "a voi che trovate sempre da brontolare su tutto e non ve ne va mai a genio una e non c'è bicchiere d'acqua limpida che non abbia il suo fondiglio di detriti, a tutti voi, - e fa una serie di elenchi di nomi di persone, di tipologie di persone, - voglio ripetere, non abbiate paura, perché la sorgente di quella pace, quella pace che vi darà serenità nel cuore, che voi inseguite nella vita, mormora freschissima dietro la siepe delle rimembranze presso cui vi siete seduti. Non importa che a berne non siate voi, per adesso almeno, ma se solo siete capaci di indicare agli altri la fontana, avrete dato alla vostra vita il contrassegno della riuscita più piena, perché la vostra inquietudine interiore si trasfigurerà in prezzo da pagare per garantire la pace agli altri".

Quel bicchiere d'acqua richiamato da Gesù può dissetare l'altro ma non è detto che disseti noi subito, in futuro forse sì, però l'importante è che ci prodighiamo per gli altri perché è lì che troviamo la pace, quella pace del cuore che da senso della nostra vita.

don Alfonso GIORGIO



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