L'Avvento: cantiere in cui costruire insieme

Pubblicato: 03/12/2022
L'Avvento: cantiere in cui costruire insieme

In Piazza S Pietro come un po' in tutte le Chiese, del mondo si aprono in questo periodo, i cantieri per la realizzazione dei presepi natalizi. Sebbene si tratti di cantieri funzionali ad uno scopo ornamentale nell'immediatezza del linguaggio che ne deriva essi ci rimandano proprio a quello che è il cammino sinodale di tutta la Chiesa che per questo periodo ci è stato proposto proprio con l’immagine del cantiere come in questi tempi ci rimanda tutto questo, se vogliamo, a quello che stiamo vivendo, anche alla luce dei temi sinodali che ci sono stati posti i cantieri di Betania. Una conseguenza del percorso fatto l'anno scorso insieme a tutta la Chiesa italiana. Siamo in un cantiere effettivamente, ma se vogliamo costruire insieme, peraltro se vogliamo erigere qualche cosa di nuovo, di bello e di affascinante, per certi versi è quello il fascino della fede, del cammino di fede che ognuno di noi dovrebbe vivere, dobbiamo convertirci, dobbiamo cambiare, cambiare vita.

Il Battista ci chiede di convertirci, perché il Regno dei cieli è vicino. Gesù ripeterà lo stesso invito (Mt 4,17). Cosa vuol dire, in fondo, convertirsi se non riconoscere i doni che Dio ci fa (la vita, la fede), e verificare come li accogliamo, ammettendo che a volte li sotterriamo per superficialità, egoismo o per paura. Credere che il regno dei cieli è vicino significa riconoscere che la nostra grandezza e la nostra debolezza sono sempre immerse nell’amore di Dio che Gesù è venuto a incarnare. Convertirsi significa anche ammettere che tutti abbiamo bisogno di crescere nella fede: un dono  per tutti, un cammino fatto di entusiasmo, di forza ma anche di fragilità, di continua scoperta della chiamata di Dio e di bisogno del suo perdono. Se ci pensiamo tutta la nostra vita è in qualche modo “attesa” di Gesù ma accogliere Gesù  non è sempre facile, occorre tanta umiltà. Tutti i credenti e coloro che si pongono il problema di Dio sono invitati a mettersi alla ricerca di Dio, proprio come ha fatto Giovanni, e a non pensare che la salvezza sia una cosa scontata e automatica per tutti. Tutta l’umanità, in realtà, anche coloro che possono essere ritenuti “giusti”, è  chiamata a convertirsi e a mettere al centro Dio; «Dio viene al centro della vita, non ai margini di essa» (Bonhoeffer).

Ecco perchè siamo tutti chiamati alla conversione. Questa domenica il Battista ci chiama alla conversione, perché altrimenti non riusciremmo a capire questa venuta di di Dio sulla terra, come potremmo? Come potremmo accettare che un bambino attaccato al seno di una madre sia proprio il figlio di Dio, che deve venire? Come potremmo capire, in tanta povertà, dentro una stalla? Ecco: accogliere questa luce e capirla fino in fondo, per riconoscere, insomma, che il bambino che verrà è Gesù, il figlio di Dio.

C'è bisogno di conversione, bisogna, per dirla con Don Tonino Bello, convertire lo sguardo per essere non cristiani affermati, ma cristiani affamati. In questo gioco di parole affamati di pace, di amore e di gioia, che può venire appunto solo dal Signore. Dalle parole ai fatti ci resta ancora da fare molto. Sono una ventina di giorni dal Natale: mi è capitata tra le mani una preghiera molto bella di Charles Foucauld  che ha composto proprio a 20 giorni del Natale.

Il tempo si avvicina, potremmo fare nostre le sue parole: "Convertirmi, convertirmi mio Signore, te lo chiedo nel tuo Nome, ricordati che hai promesso di concedere tutto ciò che ti viene chiesto. Il tuo nome è di donare lo Spirito Santo a chiunque te lo chiede mio Dio, Dammi lo Spirito Santo, il tuo spirito e Fammi passare questo avvento e tutti i giorni della mia vita, glorificando te. Questo potrebbe essere il nostro impegno a glorificare Dio con la nostra vita, testimoniandolo agli altri". Buon cammino di avvento ancora per questi giorni.

don Alfonso GIORGIO



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