La carità va messa in circolo, senza paura

Pubblicato: 09/11/2024
La carità va messa in circolo, senza paura

Questa domenica siamo nel Tempio con Gesù, del resto Lui ci andava spesso, soprattutto nell'ultima fase terrena quando ormai la sua vita stava giungendo al suo epilogo finale.

Giunto a Gerusalemme il Maestro si mette ad osservare quello che accade in quel luogo sacro, ci sono i farisei che danno qualche spicciolo in proporzione a quello che possedevano.

I farisei amavano vestirsi in maniera lussuosa, andare per le piazze, fare bella mostra di se stessi e nel Tempio davano offerte, soprattutto per farsi vedere, ma in realtà davano semplicemente gli avanzi, le briciole, ma lì, quel giorno, passa una vedova e Gesù la vede e ne resta edificato.

Una vedova che diventa maestra, maestra di fede, maestra di spiritualità e di amore verso il prossimo, poiché “dà tutto quello che aveva” e Gesù la osserva, la scruta nel suo cuore, nel gesto che compie di dare tutto .

Quella donna mette in circolo tutto l’amore che può, tutta se stessa, tutto il suo patrimonio, è la vera discepola, la vera figlia di Dio, è colei che dona con tutto il cuore e che diventa così la vera discepola, maestra per noi, così che noi possiamo guardare a lei come ad un modello di assoluto affidamento al Signore, di assoluta fiducia in Dio e nella Sua provvidenza; mettendo in circolo tutta se stessa, - potremmo dire - , lei è certa che il Signore in qualche modo la sosterrà, che la Provvidenza verrà, capisce subito che quell’elemosina è un vero investimento.

I farisei sono in altra direzione, volevano fare una “spacconata”, farsi notare… mettevano anche monete d'argento o probabilmente d’oro, ma nulla o quasi rispetto a quello che avevano; la vedova al contrario dà tutta se stessa e questo è davvero un fatto eclatante, un grande insegnamento per noi che non dobbiamo dare al Signore le elemosine, gli avanzi, ma piuttosto tutto quello che abbiamo.

Con Gesù ci accorgiamo sempre più che non sono i ricchi, i benestanti a fare da protagonisti nella Chiesa, ma i poveri, gli ultimi e i più reietti della terra a diventare maestri per noi. 

La Chiesa è vero, evangelizza, ma  la sua azione è alimentata maggiormente dai più poveri o quantomeno da coloro che si fanno poveri per il Regno dei Cieli, che si fanno ultimi.

Sembra paradossale ma è proprio questa debolezza e fragilità a convincere di più il Signore, non la ricchezza di chi dà il superfluo, ma la povertà di chi dà tutto se stesso. Don Tonino Bello lo ripeteva in più occasioni: “la Chiesa deve risplendere, ma non in quanto realtà gloriosa e trionfante, ma in quanto comunità di credenti che annunciano” chiamata soprattutto ad adombrarsi, quasi sparire dalla scena, perché quel che deve emergere è Gesù.

E’ Gesù che deve essere annunciato, è Lui che deve risplendere e la Sua luce infatti risplende proprio sul volto e nel cuore dei più poveri.

don Alfonso GIORGIO



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