La divisione del Pane...

Pubblicato: 24/07/2021

 ... cioè la con-divisione con i più poveri (Giovanni 6,115)

La divisione del Pane...

Il Vangelo di questa domenica ci porta a Tiberiade una città che al tempo di Gesù era considerata pagana. Possiamo  ancora trovare le tracce di questa città ed è proprio lì, in quel luogo che Gesù moltiplica il pane. Il problema è che sono tantissimi. Una situazione difficile: migliaia e migliaia di persone che non hanno niente e con loro si è fatto tardi. Non li si può mandare a casa digiuni, bisogna dare loro qualcosa da mangiare, bisogna trovare una soluzione, bisogna intervenire. E sono i discepoli ad interpellare il Signore: adesso che fai? Quale soluzione prevedi? che facciamo di fronte a questa sproporzione? Che cosa possiamo fare?

Al riguardo, per analogia, ci capita spesso di ritrovarci in situazioni che ci sembra di non poter gestire, situazioni difficili, intricate, sproporzionate rispetto a quelle che sono le nostre capacità e al poco che abbiamo.

Tutto sommato, quante volte, anche noi sacerdoti, di fronte ad un popolo ormai “lontano” dalla Grazia ci sentiamo impotenti.

Penso, in particolare all'impegno dell'evangelizzazione, ma anche alla vita di ogni giorno; chissà, quanti di noi si sono  trovati in situazioni analoghe  e si sono chiesti, magari: “E io cosa posso fare?  Io non ho quasi nulla”!

Nelle parrocchie d’Italia, come pure nei gruppi ecclesiali, nell’associazione di cui sono l’assistente spirituale nazionale, spesso facciamo queste considerazioni e ci sentiamo piccoli di fronte a tante richieste e  a tanta fame di amore. Ce lo diciamo anche in merito a coloro che si sentono inutili o si sentono incapaci e ci convinciamo che non ci sarà mai nessuno che non possa dare almeno qualcosa di suo agli altri e per il bene di tutti.

Non ci si deve mettere solo in atteggiamento ricettivo si deve anche dare perché è dando che si riceve

Tutti possiamo dare qualcosa. Una persona con disabilità visiva, disabilità plurima, una persona, per il fatto stesso che è persona, ha da dare molto e in modo unico, attraverso la sua presenza, ha da dare un suo contributo, può offrire qualcosa di sé, può partecipare e poi impegnarsi nel cammino comune di vita, può essere di aiuto agli altri senza pregiudizi.

Possiamo e dobbiamo dare perché è nella reciprocità che ci sentiamo amati e siamo riconosciuti come persone e figli e figlie di Dio. Ecco  perché Gesù prende in considerazione quel ragazzino, l’unico che si rende disponibile dicendo di avere con sé cinque pani e due pesci e li moltiplica.

Questa scena del Vangelo mi fa venire in mente, ancora una volta,  don Tonino Bello che, in merito a questo episodio affermava che Gesù non vuole focalizzare tanto la nostra attenzione sulla moltiplicazione dei pani, quanto sulla  “divisione dei pani perché egli sosteneva che solo dividendo quello che abbiamo con gli altri salveremo il mondo; dividendo, cioè con-dividendo, “dividendo con” gli altri il pane

Quel poco di pane che abbiamo lo dobbiamo dividere con i poveri ma aggiunge anche, non dobbiamo dividerlo solo con coloro che hanno bisogno di denaro ma anche “con coloro che hanno il portafoglio pieno e il cuore vuoto”, si tratta di condividere, di dare quello che si è di dare quello che si ha, di rimetterci del nostro. Se faremo questo, quel poco che diamo sarà moltiplicato dal Signore.

Quello che è impossibile per noi non lo è per Dio..ma ha sempre bisogno del nostro apporto personale perché “non è la moltiplicazione che salverà il mondo ma la divisione”. 

don Alfonso GIORGIO



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