La fede è nel legame affettuoso con Dio, in una relazione (cfr don Tonino Bello)

Pubblicato: 25/06/2022

Lc 9,51-62

La fede è nel legame affettuoso con Dio, in una relazione  (cfr don Tonino Bello)

In questa domenica del tempo ordinario il Vangelo ci presenta un Gesù deciso; "durazein" è  il verbo greco  usato: "decisamente diretto" verso Gerusalemme. Cioe' lo fa con convinzione,  con determinazione e insieme agli apostoli, poiché deve intraprendere questo cammino al fine di pervenire, raggiungere al compimento..    

Mentre sono incamminati lungo la strada, il gruppo incontra comunita' e persone e gli stessi discepoli si prodigano affinché Gesù venga accolto da tutti e venga riconosciuto come Colui che il popolo  attende.

In un villaggio non lo accolgono e lo rifiutano semplicemente perché è diretto a Gerusalemme. È  un villaggio della  Samaria e i samaritani, infatti non riconoscono la città santa come il centro della spiritualità ebraica  per questo intendono assolutamente respingerlo.

La reazione degli apostoli non si fa attendere! Infatti avrebbero intenzione di fare qualcosa, con una controrisposta violenta perché vedono questo atteggiamento come una grande scortesia, una sgarbatezza terribile..

In effetti gli apostoli sono pieni di Fede, pieni di amore per Gesù e vorrebbero che tutto si svolgesse secondo le proprie intenzioni, ma Gesù non la pensa allo stesso modo. Non accetta che si usi violenza e non vuole imporre la sua presenza a chi non la deidera. Infatti non si può obbligare nessuno!

La fede va accolta nella libertà e la risposta deve essere serena e gioiosa. Questa verità evangelica riguarda anche noi, oggi che spesso siamo come incastonati in un cattolicesimo convenzionale che non suscita alcun cambiamento del cuore.

Anche noi, come quei samaritani, dovremmo comprendere fino in fondo questo importante concetto: che la Fede non si può infondere con la violenza, non la si può  imporre, la si può solo proporre!  Io posso solo proporre con la mia vita, con il mio impegno quotidiano suscitare interesse e curiosità sulla beezza e la gioia di una vita in Cristo.

Fondamentalmente come cristiani, se realmente convinti, possiamo solo diventare, in qualche modo, testimoni credibili di Fede.

Io personalmente  posso coinvolgere forse, "per attrazione", ma non posso imporre nulla, perché quando impongo automaticamente scatta il fondamentalismo religioso e, a questo livello, conosciamo molto bene le conseguenze. 

Occorre tanto equilibrio e credo che, se da un lato non si possa eccedere nell'imporre qualcosa, dall'altro non si deve pensare che l'indifferenza possa essere il modo giusto per diffondere il Vangelo. L'equilibrio, come si dice, sta nel mezzo; non fondamentalismo, nè tantomeno indifferenza religiosa ma piuttosto la proposta di un  percorso di fede e/o ricerca della fede.

Il Vangelo  ci ricorda che solo nella libertà possiamo incontrare Dio perché il Signore ci vuole liberi!
La realtà  purtroppo ci conferma che siamo attorniati da persone che si dicono "credenti" ma in realtà sono figli di una religione sociale fredda e cadenzata solo da riti rari e ritenuti irrilevanti ai fini di una crescita personale. Sono "credenti" cosidetti "non praticanti" che si avvalgono anche dei sacramenti ma senza una continuità di Fede.

Non tocca a noi giudicare. Nessuno deve essere bollato, sminuito o escluso dall'amore di Dio; del resto questi nostri fratelli e sorelle possono sempre costituire una risorsa, o meglio, un' opportunità, un modo per approcciarsi a loro nella prospettiva di intraprendere un percorso di avvicinamento o quanto meno di ascolto e vicinanza spirituale.

Il rimprovero di Gesù: "non dite loro nulla, non fate niente" è una conferma che nessuno può fare qualcosa per forza; la Fede deve essere solo proposta e deve scaturire da un atto di libertà. A riguardo don Tonino Bello soleva dire che "la Fede è nell'incontro affettuoso con Dio" ed è  correlata ad una relazione con il Signore. È questo che noi dobbiamo cercare, questa Grazia di Dio che viene dall'alto e la gioia di accoglierla con amore in un rapporto tutto personale.     

Questo dobbiamo  proporre  questo dobbiamo testimoniare: la bellezza dell'incontro, la bellezza, la grandezza di una relazione vera e profonda con Cristo.

Ecco perché Gesù difende quei samaritani, lo fa per amore e soprattutto per difenderci tutti. Per lui l'uomo, in qualunque situazione si trovi, viene prima della sua fede, la persona conta più del suo orientamento  religioso o della sua idea di Dio.
Sarebbe un grave errorre porre attributi alle persone: ricco o fariseo, zelota o scriba; samaritano o romano è un uomo e questo conta.

Il vangelo ci propone poi una piccola riflessione sulla sequela. Il primo chiamato  è un generoso: "Ti seguirò, dovunque tu vada"! Gesù deve avere gioito per lo slancio, per l'entusiasmo giovane di quest'uomo ma cio nonstante gli risponde: "Pensaci. Non potrai avere un nido, neanche una tana. Ti va di posare il tuo capo nell'incertezza"?

Il secondo riceve un invito diretto: "Seguimi"! E lui: sì, però "lascia che prima seppellisca mio padre: cioè stia con lui finché non muoia". La richiesta più legittima...ma Gesù replica con parole tra le più spiazzanti: "Lascia che i morti seppelliscano i morti"! Perché è possibile essere dei morti viventi, morti dentro, vivere una vita senz' amore, una vita  che non è vita. Parole dure anche queste, cui però segue l'invito: "tu vuoi vivere davvero? Allora deciditi"! Il Vangelo è sempre una addizione di bellezza, un incremento di umanità, la promessa di vita piena.

Terzo incontro: "ti seguirò, Signore, ma prima lascia che vada a salutare quelli di casa". Ancora un "ma, un se cioe a dire: "Dio viene sempre dopo quando ho tempo, alla fine di tutto",

E Gesù: "chi pone mano all'aratro e poi si volge indietro, non è adatto al Regno dei cieli". Hai davanti la gioia di aver intrapreso un cammino allora non voltarti indietro: pensando troppo sulle sconfitte di ieri, sugli obiettivi mancati, sui "cocci" rimasti, sul male subito o compiuto, cioè: "non fissarti sulle tue paure ma alimenta piuttosto le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensare alle tue frustrazioni ma al potenziale non realizzato che è  dentro di te".
"Non preoccupati per ciò che hai provato e fallito ma di ciò che è ancora possibile fare" (Giovanni XXIII).
Ogni discepolo, in fondo  è  persona di aratro che traccia solchi. Saranno solchi forse poco profondi, forse poco diritti, ma  ci saranno! I suoi solchi non mancheranno!
Anche tu che leggi traccia il tuo solco, anche un  piccolo solco sarà importante agli occhi di Dio e del mondo. Poi passerà Lui, il Signore e  seminera' vita nuova e bella!

don Alfonso GIORGIO



Ultimi Video


Vedi tutti i video »

Clicca sul Banner in basso e guarda il video

Inquadra il codice qr e sostienici!

Oltre le barriere - 2k24 -

è un progetto de

L'Albero Verde della Vita

_____________________________

 

_______________________

DOMUS SAPIENTIAE - Collana Testi

(Liber I)

(Liber II)

(Liber III)

______________________