La Gioia della Conversione per ridare Speranza a chi soffre

Pubblicato: 11/12/2021

Luca 3,10-18

 La Gioia della Conversione per ridare Speranza a chi soffre

Ancora una volta il protagonista  è il Battista. In questa domenica di avvento, è lui a presentarci il percorso da compiere indicandoci anche la “metodologia” da usare. In effetti di fronte ad un annuncio di conversione così convincente, coinvolgente e appagante, sulle sponde del Giordano, tutti i presenti sentono il bisogno di cominciare sul serio.

La prospettiva di un cammino di conversione, di cambiamento di vita, oltre che innescare un processo di sincerità e di autenticità verso tutti, spinge gli interessati a chiedersi cosa fare e come fare per attuarlo. Quando qualcosa interessa, quando si sente dire che c’è un prodotto interessante, una situazione particolarmente appetibile ed attraente, in genere, la reazione immediata è chiedersi cosa fare, quale procedura attuare. Che cosa bisogna realizzare per poter vivere fino in fondo, quello che ci viene proposto. E’ così che dovremmo reagire dinanzi alla proposta di una vita nuova e felice.

Interessante ancora una volta è la sinteticità e la concretezza con cui risponde il Battista: “chi ha due tuniche ne condivida una con chi non ne ha”. Cioè bisogna condividere e questo si può attuare se c’è un cambiamento interiore, un cambiamento di stile di vita.  Nella nostra società siamo più propensi a tenere per noi tutto ed a dare agli altri con grande difficoltà. Ci riesce facile pensare alle nostre cose, ai nostri interessi, coltivando sempre interessi personali, affinché siano salvaguardati i beni personali ma molto più difficile pensare agli altri, alle sofferenze, alla povertà del nostro prossimo.

Ma ecco che il Signore attraverso questo grande profeta ci chiede di condividere quello che abbiamo. Ce lo chiede ora, in questo nostro tempo.  Del resto sappiamo bene di vivere, proprio ora, un tempo molto speciale, per la Chiesa che è il tempo del Sinodo;  viviamo quindi la sinodalità con questo desiderio di condividere quello che abbiamo, quello che siamo e mettere, per così dire, sul tavolo tutto quello che noi possiamo offrire all’altro, con sincerità di cuore, con umiltà, ma anche con l‘intento di dare dignità al fratello che ci sta accanto.

A riguardo don Tonino Bello affermava: se tu vuoi seguire Cristo, devi prendere la croce, lasciarti coinvolgere dalla croce di Cristo, però, al tempo stesso, devi impegnarti in prima persona a “schiodare tutti coloro che sono appesi a quella croce” e lo devi fare nello spirito della condivisione, con un atteggiamento  generoso e solidale.

Con il suo modo affascinante di descrivere l’uomo del nostro tempo e soprattutto i più sfortunati tra noi, don Tonino ricordava che non bisogna sottovalutare la realtà perché tra noi c’è ancora tanta gente che, ormai “ha sgonfiato tutte le ruote”. Il “venerabile” vescovo usa proprio questa espressione aggiungendo che non vi è neppure una ruota di ricambio su cui contare. C'è molta gente che si sente avvilita e disfatta dai problemi della vita.

Dinanzi a questa realtà il Signore viene ad infondere coraggio a tutti ed a sollecitarci affinché con la nostra solidarietà possiamo ridare speranza ai poveri ed agli oppressi. Personalmente credo che in quella sintetica e concreta risposta del Battista ci sia la sintesi di tutto il cammino di conversione, che per essere autentico deve portare a condividere una tunica, anche solo una tunica, qualcosa di nostro con l’altro.

Questo significa, in sostanza,  offrire una nuova opportunità al fratello, alla sorella che sono in difficoltà. Si tratterebbe di dare una “pacca sulla spalla” per dargli coraggio ed infondergli fiducia nella vita. Possiamo farlo? Riusciamo a dire con le parole e con i gesti: “il Signore è con te. Il Signore ti viene accanto? Consapevoli, tra l’altro, che la presenza del Signore si rende plausibile e visibile anche  attraverso la nostra umile testimonianza di fede e amore per Dio e per il prossimo?".

don Alfonso GIORGIO



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